FanFiction su CreepyPasta. (Jeff il killer)
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FanFiction su CreepyPasta. (Jeff il killer)
Promemoria primo messaggio :
Allora per tutti quelli che sono deboli di cuore oppure non sopportano le creepypasta, non andate a vedere il personaggio principale di questa FF
Ho dei gusti un po' particolari xD
Prima di postare il primo capitolo vorrei un paio di postille. Jeff the killer ha 13 anni nel suo creepypasta. Nella mia storia ne ha più di 20 e diciamo che.. l'ho umanizzato un po'.
Inoltre in questa storia saranno presenti anche parolacce volgari... xD
Detto questo: VIA CON LE CRITICHE RAGAZZI!
Era una fresca giornata d'inverno, c'era un sole mite e una brezza leggera che scompigliava poco i capelli castani di Rory che si avviava per prendere l'autobus dietro l'angolo che la portava fino alla sua scuola. Sentiva una strana sensazione, come se qualcuno la stesse osservando, ma non ci fece caso. Si mise le cuffie di un verde fosforescente alle orecchie e mise una canzone movimentata per svegliarsi e per non pensare. Rory, quando non voleva pensare si rifugiava nel suo mondo di musica oppure ripeteva le tecniche di arti marziali. Appena scesa dall'autobus si fermò all'entrata della scuola insieme alla sua migliore amica Valery ed improvvisamente notò che quella sensazione strana sparì il che interperò questo segno come un vero fatto passeggero. Salutò Valery con un grande sorriso, la quale contraccambiò con un forte abbraccio ed entrarono a scuola. Quella giornata, dopo scuola, Rory sarebbe dovuta andare a trovare il suo ragazzo con cui aveva passato due anni insieme, perché non si sentivano da tempo e allora voleva fargli una sorpresa. Rory aveva molto paura che il rapporto si fosse raffreddato. Cercò di concentrarsi del tutto sullo studio, siccome era in terza superiore.
Nel frattempo della lezione di algebra, la ragazza si portò una ciocca dei suoi lunghi capelli castani dietro l'orecchio e si mise a fissare fuori dalla finestra, vedendo il cielo ingrigirsi improvvisamente. Eppure stamani sembrava fosse una bella giornata, pensò Rory un po' adirata, ho persino dimenticato il mio ombrello, accidenti!
Uscita fuori aspettò Valery fuori scuola siccome erano in classi diverse, e stranamente percepì di nuovo la stessa sensazione di prima. Non riuscì a spiegarsi questa stranezza, così per distrarsi provò a chiamare il suo ragazzo. Ma rispondeva la segreteria. Stava per buttarsi in preda allo sconforto. Era un po' di tempo che il suo ragazzo la stava trattando senza riguardo, quasi come se la volesse evitare. Quando lo chiamava o non rispondeva oppure, se rispondeva, la liquidava dicendo che aveva del lavoro da sbrigare dopo che erano rimasti a telefono per qualche minuto. Si mise a piovere piano ma fortunatamente subito arrivò Valery che aprì l'ombrello sopra le loro teste.
«Sapevo ti saresti dimenticata, su andiamo!»
Disse sforgiando un bel sorriso e Rory rise, un po' dispiaciuta per la sua sbadataggine.
«Eh beh... che ci vuoi fare...» Le disse, guardando la strada.
Quel sentimento crebbe in lei, la sensazione di essere seguita, al che si girò per guardarsi attorno. Vide i passanti camminare per i marciapiedi, e le macchine andare per le strade; tutto sembrava normale, ma... Tutto ad un tratto si fissò su una figura immobile su una motocicletta nera, in impermeabile anch'esso scuro, che fissava un punto in lontanaza verso Rory. Quell'uomo doveva avere più o meno vent'anni. La ragazza pensò che non poteva trattarsi di lei perché non aveva mai visto quell'uomo prima d'ora così fece una smorfia, inarcò un sopracciglio e se ne andò via sbuffando. Infondo sarebbe dovuta andare dal suo ragazzo, quel pomeriggio.
Arrivata a casa Valery e Rory si separarono e quest'ultima entrò a casa correndo per non arrivarci troppo bagnata dalla pioggia. Salutò i suoi genitori, mangiò in fretta e furia, divorando quello che aveva preparato sua madre. In televisione mandarono ancora in onda le notizie sconcertanti di un Killer che aveva già ucciso diverse persone in zona, ma liquidò quella notizia, siccome aveva troppe cose a cui pensare, e si ficcò in camera a fare gli assegni impossibili di algebra. Era una vera schiappa in matematica.
Rory si preparò dopo un po' e scese dicendo scherzosamente ai suoi genitori che doveva affrontare una "Mission Impossible" e si diresse verso la casa del suo ragazzo di corsa. Aveva troppa voglia di vederlo. Arrivata a destinazione trovò il padre nella sua officina a lavorare, come al solito. Alla vista di Rory sembrò un po' allarmato, al che la ragazza non seppe spiegarsi questa stranezza.
«Finalmente Rory, sei arrivata...» Disse avvicinandosi a lei quasi stesse correndo. «Buon giorno Flavio, Giorgio è di sopra?»
Il signore annuì ma prima che potesse protestare del fatto che stava già correndo per le scale, Rory era già arrivata fuori la porta. Girò lentamente il chiavistello per non farsi sentire. Quando aprì avvertì uno strano odore e dei lamenti. Sconcertata la ragazza che aveva immaginato già cosa stava per accadere si precipitò per accettarsi che quello che aveva fantasticato era soltanto frutto della sua immaginazione... ma purtroppo non fu così.
Il suo ragazzo stava con un'altra ragazza, nel suo letto, abbracciati e lui era sopra di lei. Si baciavano con passione.
«Che stai facendo?» mormorò Rory recuperando tutte le sue energie e il suo coraggio rimaste in corpo. Il ragazzo e la ragazza rimasero paralizzati alla figura, con i capelli spettinati per la corsa, e le scarpe e i lembi del jeans sporchi per le pozzachere di acqua piovana.
«R-Rory... noi...»
«Beh... so bene quello che state facendo.» Disse mostrando la parte più gelida di se, quando in verità voleva solo piangere e fuggire. «Beh, se non mi ami più, potevi anche farmi una chiamata, non ti pare?»
«Aspetta Ro...»
«Non abbiamo più niente da dirci.»
Detto questo si avviò per le scale, facendo la parte dell'impettita. Salutò il padre di Giorgio velocemente e se ne andò correndo per le strade ancora una volta.
Corse più che poté, dopo di che rallentò il passo per piangere. Piangere silenziosamente.
Arrivata a casa si chiuse in camera sua senza neanche dire niente ai suoi genitori e se ne stette lì. Sola.
Allora per tutti quelli che sono deboli di cuore oppure non sopportano le creepypasta, non andate a vedere il personaggio principale di questa FF
- Spoiler:
- Kris... tu ne sai qualcosa xD
Ho dei gusti un po' particolari xD
Prima di postare il primo capitolo vorrei un paio di postille. Jeff the killer ha 13 anni nel suo creepypasta. Nella mia storia ne ha più di 20 e diciamo che.. l'ho umanizzato un po'.
Inoltre in questa storia saranno presenti anche parolacce volgari... xD
Detto questo: VIA CON LE CRITICHE RAGAZZI!
Primo capitolo.
Era una fresca giornata d'inverno, c'era un sole mite e una brezza leggera che scompigliava poco i capelli castani di Rory che si avviava per prendere l'autobus dietro l'angolo che la portava fino alla sua scuola. Sentiva una strana sensazione, come se qualcuno la stesse osservando, ma non ci fece caso. Si mise le cuffie di un verde fosforescente alle orecchie e mise una canzone movimentata per svegliarsi e per non pensare. Rory, quando non voleva pensare si rifugiava nel suo mondo di musica oppure ripeteva le tecniche di arti marziali. Appena scesa dall'autobus si fermò all'entrata della scuola insieme alla sua migliore amica Valery ed improvvisamente notò che quella sensazione strana sparì il che interperò questo segno come un vero fatto passeggero. Salutò Valery con un grande sorriso, la quale contraccambiò con un forte abbraccio ed entrarono a scuola. Quella giornata, dopo scuola, Rory sarebbe dovuta andare a trovare il suo ragazzo con cui aveva passato due anni insieme, perché non si sentivano da tempo e allora voleva fargli una sorpresa. Rory aveva molto paura che il rapporto si fosse raffreddato. Cercò di concentrarsi del tutto sullo studio, siccome era in terza superiore.
Nel frattempo della lezione di algebra, la ragazza si portò una ciocca dei suoi lunghi capelli castani dietro l'orecchio e si mise a fissare fuori dalla finestra, vedendo il cielo ingrigirsi improvvisamente. Eppure stamani sembrava fosse una bella giornata, pensò Rory un po' adirata, ho persino dimenticato il mio ombrello, accidenti!
Uscita fuori aspettò Valery fuori scuola siccome erano in classi diverse, e stranamente percepì di nuovo la stessa sensazione di prima. Non riuscì a spiegarsi questa stranezza, così per distrarsi provò a chiamare il suo ragazzo. Ma rispondeva la segreteria. Stava per buttarsi in preda allo sconforto. Era un po' di tempo che il suo ragazzo la stava trattando senza riguardo, quasi come se la volesse evitare. Quando lo chiamava o non rispondeva oppure, se rispondeva, la liquidava dicendo che aveva del lavoro da sbrigare dopo che erano rimasti a telefono per qualche minuto. Si mise a piovere piano ma fortunatamente subito arrivò Valery che aprì l'ombrello sopra le loro teste.
«Sapevo ti saresti dimenticata, su andiamo!»
Disse sforgiando un bel sorriso e Rory rise, un po' dispiaciuta per la sua sbadataggine.
«Eh beh... che ci vuoi fare...» Le disse, guardando la strada.
Quel sentimento crebbe in lei, la sensazione di essere seguita, al che si girò per guardarsi attorno. Vide i passanti camminare per i marciapiedi, e le macchine andare per le strade; tutto sembrava normale, ma... Tutto ad un tratto si fissò su una figura immobile su una motocicletta nera, in impermeabile anch'esso scuro, che fissava un punto in lontanaza verso Rory. Quell'uomo doveva avere più o meno vent'anni. La ragazza pensò che non poteva trattarsi di lei perché non aveva mai visto quell'uomo prima d'ora così fece una smorfia, inarcò un sopracciglio e se ne andò via sbuffando. Infondo sarebbe dovuta andare dal suo ragazzo, quel pomeriggio.
Arrivata a casa Valery e Rory si separarono e quest'ultima entrò a casa correndo per non arrivarci troppo bagnata dalla pioggia. Salutò i suoi genitori, mangiò in fretta e furia, divorando quello che aveva preparato sua madre. In televisione mandarono ancora in onda le notizie sconcertanti di un Killer che aveva già ucciso diverse persone in zona, ma liquidò quella notizia, siccome aveva troppe cose a cui pensare, e si ficcò in camera a fare gli assegni impossibili di algebra. Era una vera schiappa in matematica.
Rory si preparò dopo un po' e scese dicendo scherzosamente ai suoi genitori che doveva affrontare una "Mission Impossible" e si diresse verso la casa del suo ragazzo di corsa. Aveva troppa voglia di vederlo. Arrivata a destinazione trovò il padre nella sua officina a lavorare, come al solito. Alla vista di Rory sembrò un po' allarmato, al che la ragazza non seppe spiegarsi questa stranezza.
«Finalmente Rory, sei arrivata...» Disse avvicinandosi a lei quasi stesse correndo. «Buon giorno Flavio, Giorgio è di sopra?»
Il signore annuì ma prima che potesse protestare del fatto che stava già correndo per le scale, Rory era già arrivata fuori la porta. Girò lentamente il chiavistello per non farsi sentire. Quando aprì avvertì uno strano odore e dei lamenti. Sconcertata la ragazza che aveva immaginato già cosa stava per accadere si precipitò per accettarsi che quello che aveva fantasticato era soltanto frutto della sua immaginazione... ma purtroppo non fu così.
Il suo ragazzo stava con un'altra ragazza, nel suo letto, abbracciati e lui era sopra di lei. Si baciavano con passione.
«Che stai facendo?» mormorò Rory recuperando tutte le sue energie e il suo coraggio rimaste in corpo. Il ragazzo e la ragazza rimasero paralizzati alla figura, con i capelli spettinati per la corsa, e le scarpe e i lembi del jeans sporchi per le pozzachere di acqua piovana.
«R-Rory... noi...»
«Beh... so bene quello che state facendo.» Disse mostrando la parte più gelida di se, quando in verità voleva solo piangere e fuggire. «Beh, se non mi ami più, potevi anche farmi una chiamata, non ti pare?»
«Aspetta Ro...»
«Non abbiamo più niente da dirci.»
Detto questo si avviò per le scale, facendo la parte dell'impettita. Salutò il padre di Giorgio velocemente e se ne andò correndo per le strade ancora una volta.
Corse più che poté, dopo di che rallentò il passo per piangere. Piangere silenziosamente.
Arrivata a casa si chiuse in camera sua senza neanche dire niente ai suoi genitori e se ne stette lì. Sola.
Ultima modifica di RORYJACKSON il Ven Ott 19, 2012 6:37 pm - modificato 3 volte.
RORYJACKSON- INVINCIBLE
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Re: FanFiction su CreepyPasta. (Jeff il killer)
*all'orizzonte s'intravede un bernoccolo farsi spazio sulla capa di Jeffino* Un teletubbies
KrisMichael- Greatest Entertainer of All Time
- Numero di messaggi : 15394
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Re: FanFiction su CreepyPasta. (Jeff il killer)
xD Jeffino...
RORYJACKSON- INVINCIBLE
- Numero di messaggi : 5072
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Data d'iscrizione : 21.08.09
Re: FanFiction su CreepyPasta. (Jeff il killer)
Gli sta a pennello
KrisMichael- Greatest Entertainer of All Time
- Numero di messaggi : 15394
Età : 27
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Re: FanFiction su CreepyPasta. (Jeff il killer)
Tantissimo...
RORYJACKSON- INVINCIBLE
- Numero di messaggi : 5072
Età : 28
Data d'iscrizione : 21.08.09
Re: FanFiction su CreepyPasta. (Jeff il killer)
E dopo mille anni (e mi scuso xD con i miei lettori) Ecco a voi il capitolo otto!
Capitolo XIII
Rory sentiva la tensione crescere nel sentire i passi di Valery che si avvicinavano alla porta. Incominciò a mangiucchiarsi le unghia, un brutto vizio che aveva quando era nervosa, e quando la ragazza bussò alla porta Rory sussultò. Diede uno sguardo alla porta della camera del fratello, dove si nascondeva il pericoloso killer, ed aprì a Valery. Rory vide che aveva un'aria affranta, e gli occhi gonfi.
«Scusami Rory... se sono venuta senza avvisare...» Esordì Valery fuori la porta. Rory senza neanche parlare la fece entrare, accomodare in camera sua e sedere sul letto accanto a lei dove poco prima, al suo fianco, ci era seduto proprio il killer. Valery sospirò. «Sono scappata di casa...» Disse, e Rory rimase di sasso.
«Sei scappata di casa?!» Disse a voce tanto alta che sembrava avesse urlato. Si accorse di aver usato un tono troppo alterato e si ricompose. «Perché?»
«Non ce la faccio più Ro. Ogni giorno è la stessa storia! Mi sono scocciata: di non essere capita, di non essere accettata per come sono...»
Rory conosceva bene la situazione familiare di Valery. Lei era di un anno più grande di Rory, ed era stata bocciata per troppe assenze ripetute, a causa di uno spiacevole accaduto. Valery è sempre stata una ragazza riservata e tranquilla, ma da quando era successo quel tragico epilogo, lei divenne ancor più chiusa. Non faceva mai il primo passo per conoscere qualcuno, dovevano andare loro da lei se avessero voluto parlarle. Da quel giorno, dove tutto cambiò, perdere le persone a lei care era diventato la sua fobia più grande. Tuttavia, essendo più grande, ed essendo sola, era sobbarcata di responsabilità che non riusciva più a tener testa.
Jeff si sedette sul letto, riusciva a sentire tutto quello che si dicevano.
«E... Allora?» Disse Rory, appoggiandosi muro dietro di lei, a braccia conserte. «Che facciamo?»
Si odiava in quel momento, non voleva trattare così la sua migliore amica. Una parte di lei non voleva che se ne andasse via, ma un'altra parte doveva, perché si dia il caso che uno sconosciuto di cui solo lei è a conoscenza della vera identità del ragazzo, è nell'altra stanza a fare chissà cosa.
«Non lo so Rory...» Mormorò Valery affranta. Si curvò in avanti appoggiandosi sulle ginocchia con i gomiti, intrecciando le dita. Abbassò lo sguardo verso il vuoto e sospirò. In realtà Valery sarebbe tornata a casa presto, quello era solo un attimo di tempo che si era concessa. Per scappare dai propri tormenti. Dopo qualche momento di silenzio, Rory s'alzò dal letto e si mise davanti a Valery, piegando le ginocchia e appoggiandosi sui talloni. Mise una mano sulla spalla della ragazza, per infonderle coraggio.
«Valery... So che è difficile... Ma purtroppo, in una situazione così devi soltanto lottare.» Disse lei, ammiccando un sorriso. «Io sarò al tuo fianco e sai che puoi chiamarmi in qualsiasi momento. Anche alle tre di notte!» Disse, e sull'ultima frase ci ripensò. «Beh, sarò come una mummia dormiente... Ma ci sarò.»
Detto questo passò lievemente il pollice sotto la palpebra di Valery per asciugarle una lacrima che era scesa piccola e muta, e l'abbracciò forte.
«Vorrei che fosse ancora qui... Rory... Vorrei che fosse ancora qui al mio fianco. A consolarmi, a parlarmi, ad abbracciarmi... O anche solo per vedere il suo sorriso.»
“Franco te ne sei andato troppo presto.” Pensò Rory come se fosse un messaggio da mandare dritto al cielo. Dove lui si trovava. Tutto quello che riusciva a fare in quel momento era accarezzarle i capelli, e annuire in silenzio, aspettando che lei si sfogasse. Valery era una tipa che non piangeva mai, ma quando lo faceva andava in crisi. Quella era solo la seconda volta che pianse. Dopo quella notte.
Jeff sentiva tutto. I lamenti dell'amica di Rory, quest'ultima che le sussurrava parole di conforto, e vide la scena quasi come se la stesse vedendo dal vivo. D'altronde poteva immaginarlo come avrebbe reagito Rory, se avesse avuto un amico in difficoltà. L'avrebbe abbracciato sicuramente, e chissà, forse per l'emozione avrebbe pianto. E' proprio una piagnucolona, pensò lui in tono beffardo, tipico di Rory...
«Vogliamo andare in bagno a sciacquarci un po' il viso?» Disse lei dopo qualche minuto di silenzio tombale, si sentivano solo i loro singhiozzi. E tirando su col naso, Valery annuì e si avviarono in bagno.
Rory, cogliendo l'occasione al volo, disse che doveva fare una cosa e chiuse la porta del bagno, quindi corse verso la camera di suo fratello ed aprì la porta, dove la stava aspettando, impazientemente, Jeff, che era seduto sul letto ben fatto a braccia conserte.
«Ce ne hai messo di tempo.» Mormorò lui, alzandosi.
«Non perdiamoci in chiacchiere Jeff, fai presto!» Sussurrò Rory voltandosi ogni tanto. Jeff si avviò e con tre grandi falcate si ritrovò di fronte alla ragazza. «Scusami...» Mormorò ancora, con aria affranta. Jeff l'acconsentì con un gesto della mano e lei si spostò dalla porta per far passare l'amico...
Quando improvvisamente Valery aprì la porta del bagno chiedendosi cosa stesse facendo la sua migliore amica, e vide uno sconosciuto davanti a se, a pochi centimetri da Rory. La cosa che la sconcertò di più, era che quel viso già l'aveva visto.
“È solo un mio amico Valery...!” Improvvisamente le venne in mente tutto.
“Si chiama Jeffrey, ma io lo chiamo Jeff...”
Ma non è possibile, pensò lei frastornata e incredula, non può essere lui!
E dopo aver assunto un'espressione di pura... di pure troppe emozioni che variavano dalla meraviglia, al terrore, dallo stranito, al perplesso, Valery si sentì venir meno e svenì. Sentì solo le mani familiari della sua amica che la prendevano al volo e la portavano a letto.
« » “ ”
Fu un momento: Valery aprì la porta e dopo aver visto Jeff assunse un'espressione trementa, e Rory rimase scioccata nel vedere la sua migliore amica accasciarsi a terra. Quando la tenne tra le braccia vide per un momento Jeff, che aveva lo sguardo perso nel vuoto. Era... Triste? Rory non avrebbe saputo dirlo con chiarezza, quello strano sorriso e i suoi occhi bruciati sembravano non lasciar trasparire nessun'emozione. Tuttavia lo vide irrigidirsi e spinto da chissà quale oscuro pensiero che lei ignorava. Forse era perché, non era la prima volta che una persona, dopo aver visto il suo viso, si spaventava. Provò una fitta al cuore, a quel pensiero.
Portò Valery sul suo letto e adagiò la sua testa dolcemente sul suo cuscino, che in un momento venne coperto dalla cascata di scuri capelli ricci della ragazza. Le accarezzò lievemente il viso.
Dopodiché andò di nuovo da Jeff, che era rimasto nella stessa posizione di quando l'aveva lasciato. Gli fremevano le mani, e le strinse a pugno - tanto forte da far sbiancare le nocche - affondando le unghia nella pelle. Lei si avvicinò a lui e gli posò una mano sulla spalla e Jeff sussultò, quasi avesse ricevuto uno schiaffo. Che doveva dirgli in quel momento? Cosa poteva mai dire ad un ragazzo che stava lottando da solo, contro se stesso, mentre lei non poteva capire niente del suo dolore? Cosa avrebbe potuto dirgli? Una parola di conforto, forse? Si sentì improvvisamente una stupida.
«Ti prego, non andartene.» Riuscì a dire soltanto questo, ed il perché lo disse non le fu chiaro. Rory gli prese un lembo della felpa scura che indossava il ragazzo.
Jeff la guardò stupito e rilassò le spalle.
«Puoi ridirmelo, di nuovo?» Chiese, all'improvviso. Lei lo fissò con aria stupefatta.
«Cosa?»
Jeff scattò, e si avventò su di Rory stringendole le braccia e portandola con le spalle al muro. Si sentì il tonfo della sua schiena schiantata sulla parete ghiacciata. In quel momento sembrava un gigante, in confronto a lei che gli arrivava poco sotto il mento. Stingeva nelle sue mani le braccia esili della ragazza, tanto forte da farle male.
«Dillo di nuovo. Quello che mi dicesti la seconda volta che ci vedemmo. Quando venni per la prima volta a casa tua!»
Rory si chiese subito a cosa alludesse con tale affermazione. Poi ricordò di botto e si sentì straordinariamente in colpa.
«Jeff... Ti prego.» Le dolevano le braccia e le stavano cominciando a formicolarle le mani. Distolse lo sguardo corrugando le sopracciglia e Jeff avvicinò ancor di più il viso al suo, in modo che potesse vederlo. La fissava con occhi spaventosamente arrabbiati, il che in un certo senso era ancora peggio. Si sentì mancare, e ci mancava poco che le gambe le cedessero.
«Dillo!» La sua voce era quasi un grido.
«“Non sei il ritratto della bellezza.”» Disse in tono talmente sommesso che il ragazzo dovette mettere a fuoco le parole appena udite. Gliel'aveva detto. Aveva ridetto la verità, sebbene in modo molto sensibile. Jeff fu invaso da una rabbia repressa, quasi come se per tutti quegli anni si fosse sempre trattenuto. Il viso era chiazzato da forti sfumature di rosa, che andavano a coprire anche il collo.
“Mamma, non ti sembro bello?”
Jeff rivide in Rory lo stesso sguardo impaurito della madre, e questo lo fece ancor più innervosire. Avrebbe voluto ucciderla, avrebbe voluto farlo con tutto se stesso. Ma prima avrebbe dovuto patire le stesse sofferenze che aveva subito lui. Lasciò un braccio e con l'altra continuava a tenerla saldamente. Chiuse il pugno alzandolo in aria e la guardò. La fronte di Rory era a pochi centimetri dal suo mento. Fissandola vide che la sua espressione non era solo impaurita, ma aveva una forte dose di tristezza. Non era uguale a sua madre. Jeff scagliò il pugno... che andò a finire contro la parete, sfiorando l'orecchio di lei. Jeff abbassò il capo e, lasciando l'altro braccio della ragazza - che tra l'altro stava diventando viola - annullò le distanze tra i loro corpi e appoggiò il mento sui capelli di Rory.
«“Ma mi piaci.”» Sussurrò lei, continuando. Col naso riusciva a toccare la base del collo di lui.
Jeff si sentì bruciare gli occhi. Che cosa gli stava facendo? Lo stava trasformando in un rammollito? Eppure prima era capace di uccidere senza pietà, ridendo per le sofferenze altrui, facendo agli altri quello che lui aveva subito, sebbene in modo più violento. Avrebbe ucciso chiunque. Era arrivato ad uccidere persino sua madre e suo padre... Ma con lei proprio non ci riusciva. E solo per quelle poche cazzate che gli aveva detto. Per quelle due o tre frasette fatte. Eppure...
«Come posso piacerti...» Sussurrò lui, trascinando il mento sulla tempia, per poi arrivare alla sua guancia. Rory sentiva, contro di se, la pelle dura del viso di lui. Jeff aveva le labbra rosse e sottili incollate all'orecchio di lei.
«Non so dirti con certezza perché, ma so che è così...» Disse lei. In quel momento sentì il freddo del muro, che piano piano si stava umanizzando e si stava abituando al calore di lei, e dall'altra parte sentiva il tremendo calore che emanava Jeff, che gli stava incollato.
Rory abbassò lo sguardo e avvampò. Temendo che il ragazzo la vedesse con il viso paonazzo, girò il volto dall'altra parte, senza risultati. Jeff sentì sotto la propria pelle il calore delle guance della ragazza e - quasi impercettibilmente - fece una smorfia compiaciuta. Non avrebbe mai pensato che gli sarebbe piaciuto fare un tale effetto su di lei.
Rory lo scostò da lei con entrambe le braccia, il viso ancora voltato. Poi facendo sfoggio di tutto il suo autocontrollo e imponendosi di calmarsi alzò lo sguardo verso il viso di lui, che la guardava con gli zigomi pronunciati. Stava sorridendo, sebbene era un sorriso appena accennato, ma lo stava facendo veramente.
«Devo parlarti. Prima che si sveglia Valery...» Disse lei. «Ma prima... Sediamoci in cucina.» Continuò. Non avrebbe voluto avere di nuovo, su di se, il corpo del ragazzo.
Una volta seduto Jeff disse: «Bene, parla!»
La esortò e lei cominciò a torturarsi le unghia con le mani, si sentì stranamente nervosa.
«Posso esprimere un desiderio?» Chiese lei improvvisamente, e lui la guardò incuriosito.
«Dipende da che si tratta...» Disse lui, cercando di mantenere un tono ironico, ma lei continuava ad essere nervosa. Fece un sospiro, cercando di calmarsi.
«Vorrei tanto che tu non la uccidessi.» Disse tutto d'un fiato, senza incrociare il suo sguardo. «Vedi, Valery è la mia migliore amica, ed è anche grazie al suo appoggio, che sono riuscita a superare la mia depressione... Capisci?» Disse poi. «Magari... se le spiegassimo come stanno le cose... lei capirebbe...» Continuò lei titubante.
«Mi stai dicendo che non solo non devo ucciderla, ma vuoi anche rivelarle che io sono un Killer?» La voce di Jeff era insolitamente calma. In verità, Valery l'avrebbe risparmiata lo stesso, senza neanche chiederglielo. Però rivelarle che era un Killer sarebbe stato altamente rischioso per lui. Chi gli avrebbe assucurato che quella ragazza non sarebbe andata dalla polizia? Non poteva permetterlo, non ora che aveva trovato un'abitazione stabile grazie ad un documento falso.
«Lei già ti conosce... A causa mia.» Ammise Rory, cercando sempre di non arrossire. Perché quando era con Jeff, succedeva sempre che improvvisamente se lo ritrovava addosso? Non era giusto! Si sentiva una vera scema, in quel momento.
«A causa tua?» Ripeté lui, inarcando un sopracciglio.
«Si... Perché io gli feci vedere la tua foto e leggere il Creepypasta realizzato su di te...» Disse lei tralasciando il fatto che è andato a piacerle - sul serio, non in senso figurato - sempre di più. Già si sentiva un'idiota di suo, se avesse aggiunto quel dettaglio era meglio che si cancellava dalla faccia della terra.
«A causa tua, quindi...» Ripeté lui incuriosito.
«Si, ed è probabilmente per questo che è svenuta. Semplicemente non si aspettava che tu esistessi veramente.» Disse lei, ammiccando un sorriso sghembo. «Ma vuoi finirla di ripetere quello che dico?!»
Poi si guardò indietro le spalle in direzione di Valery, dopodiché ritornò su di Jeff. «...Quindi se adesso le dicessimo tu chi sei...»
«Rory... Dove sei?»
Vaneggiò una voce dall'altra stanza, interrompendo la ragazza a metà discorso. Valery si era ripresa. Rory andò da lei e sussurrò a Jeff di rimanere un attimo fuori camera, dietro la porta, dopodiché lei corse dall'amica.
«Sono qui, Valery!» Disse sedendosi accanto a lei e posandole una mano sulla spalla. Vedendo l'aria interrogativa di Valery che si metteva a sedere sul letto, Rory continuò dicendo: «Sei improvvisamente svenuta e ti ho portato a letto...» Disse con una sfumatura allarmata nella voce. Sicuramente a poco avrebbe ricordato il perché era svenuta. Ed infatti il viso dell'amica si contorse in una smorfia scioccata.
«Ho visto Jeff the Killer... o me lo sono immaginato?» Chiese lei, mettendosi una mano in fronte. Rory sospirò.
«Dipende se sverrai di nuovo...» Disse lei, ammiccando una smorfia ironica. Valery la guardò senza capire.
«Jeff... Vieni.»
Continua!
Capitolo XIII
Rory sentiva la tensione crescere nel sentire i passi di Valery che si avvicinavano alla porta. Incominciò a mangiucchiarsi le unghia, un brutto vizio che aveva quando era nervosa, e quando la ragazza bussò alla porta Rory sussultò. Diede uno sguardo alla porta della camera del fratello, dove si nascondeva il pericoloso killer, ed aprì a Valery. Rory vide che aveva un'aria affranta, e gli occhi gonfi.
«Scusami Rory... se sono venuta senza avvisare...» Esordì Valery fuori la porta. Rory senza neanche parlare la fece entrare, accomodare in camera sua e sedere sul letto accanto a lei dove poco prima, al suo fianco, ci era seduto proprio il killer. Valery sospirò. «Sono scappata di casa...» Disse, e Rory rimase di sasso.
«Sei scappata di casa?!» Disse a voce tanto alta che sembrava avesse urlato. Si accorse di aver usato un tono troppo alterato e si ricompose. «Perché?»
«Non ce la faccio più Ro. Ogni giorno è la stessa storia! Mi sono scocciata: di non essere capita, di non essere accettata per come sono...»
Rory conosceva bene la situazione familiare di Valery. Lei era di un anno più grande di Rory, ed era stata bocciata per troppe assenze ripetute, a causa di uno spiacevole accaduto. Valery è sempre stata una ragazza riservata e tranquilla, ma da quando era successo quel tragico epilogo, lei divenne ancor più chiusa. Non faceva mai il primo passo per conoscere qualcuno, dovevano andare loro da lei se avessero voluto parlarle. Da quel giorno, dove tutto cambiò, perdere le persone a lei care era diventato la sua fobia più grande. Tuttavia, essendo più grande, ed essendo sola, era sobbarcata di responsabilità che non riusciva più a tener testa.
Jeff si sedette sul letto, riusciva a sentire tutto quello che si dicevano.
«E... Allora?» Disse Rory, appoggiandosi muro dietro di lei, a braccia conserte. «Che facciamo?»
Si odiava in quel momento, non voleva trattare così la sua migliore amica. Una parte di lei non voleva che se ne andasse via, ma un'altra parte doveva, perché si dia il caso che uno sconosciuto di cui solo lei è a conoscenza della vera identità del ragazzo, è nell'altra stanza a fare chissà cosa.
«Non lo so Rory...» Mormorò Valery affranta. Si curvò in avanti appoggiandosi sulle ginocchia con i gomiti, intrecciando le dita. Abbassò lo sguardo verso il vuoto e sospirò. In realtà Valery sarebbe tornata a casa presto, quello era solo un attimo di tempo che si era concessa. Per scappare dai propri tormenti. Dopo qualche momento di silenzio, Rory s'alzò dal letto e si mise davanti a Valery, piegando le ginocchia e appoggiandosi sui talloni. Mise una mano sulla spalla della ragazza, per infonderle coraggio.
«Valery... So che è difficile... Ma purtroppo, in una situazione così devi soltanto lottare.» Disse lei, ammiccando un sorriso. «Io sarò al tuo fianco e sai che puoi chiamarmi in qualsiasi momento. Anche alle tre di notte!» Disse, e sull'ultima frase ci ripensò. «Beh, sarò come una mummia dormiente... Ma ci sarò.»
Detto questo passò lievemente il pollice sotto la palpebra di Valery per asciugarle una lacrima che era scesa piccola e muta, e l'abbracciò forte.
«Vorrei che fosse ancora qui... Rory... Vorrei che fosse ancora qui al mio fianco. A consolarmi, a parlarmi, ad abbracciarmi... O anche solo per vedere il suo sorriso.»
“Franco te ne sei andato troppo presto.” Pensò Rory come se fosse un messaggio da mandare dritto al cielo. Dove lui si trovava. Tutto quello che riusciva a fare in quel momento era accarezzarle i capelli, e annuire in silenzio, aspettando che lei si sfogasse. Valery era una tipa che non piangeva mai, ma quando lo faceva andava in crisi. Quella era solo la seconda volta che pianse. Dopo quella notte.
Jeff sentiva tutto. I lamenti dell'amica di Rory, quest'ultima che le sussurrava parole di conforto, e vide la scena quasi come se la stesse vedendo dal vivo. D'altronde poteva immaginarlo come avrebbe reagito Rory, se avesse avuto un amico in difficoltà. L'avrebbe abbracciato sicuramente, e chissà, forse per l'emozione avrebbe pianto. E' proprio una piagnucolona, pensò lui in tono beffardo, tipico di Rory...
«Vogliamo andare in bagno a sciacquarci un po' il viso?» Disse lei dopo qualche minuto di silenzio tombale, si sentivano solo i loro singhiozzi. E tirando su col naso, Valery annuì e si avviarono in bagno.
Rory, cogliendo l'occasione al volo, disse che doveva fare una cosa e chiuse la porta del bagno, quindi corse verso la camera di suo fratello ed aprì la porta, dove la stava aspettando, impazientemente, Jeff, che era seduto sul letto ben fatto a braccia conserte.
«Ce ne hai messo di tempo.» Mormorò lui, alzandosi.
«Non perdiamoci in chiacchiere Jeff, fai presto!» Sussurrò Rory voltandosi ogni tanto. Jeff si avviò e con tre grandi falcate si ritrovò di fronte alla ragazza. «Scusami...» Mormorò ancora, con aria affranta. Jeff l'acconsentì con un gesto della mano e lei si spostò dalla porta per far passare l'amico...
Quando improvvisamente Valery aprì la porta del bagno chiedendosi cosa stesse facendo la sua migliore amica, e vide uno sconosciuto davanti a se, a pochi centimetri da Rory. La cosa che la sconcertò di più, era che quel viso già l'aveva visto.
“È solo un mio amico Valery...!” Improvvisamente le venne in mente tutto.
“Si chiama Jeffrey, ma io lo chiamo Jeff...”
Ma non è possibile, pensò lei frastornata e incredula, non può essere lui!
E dopo aver assunto un'espressione di pura... di pure troppe emozioni che variavano dalla meraviglia, al terrore, dallo stranito, al perplesso, Valery si sentì venir meno e svenì. Sentì solo le mani familiari della sua amica che la prendevano al volo e la portavano a letto.
« » “ ”
Fu un momento: Valery aprì la porta e dopo aver visto Jeff assunse un'espressione trementa, e Rory rimase scioccata nel vedere la sua migliore amica accasciarsi a terra. Quando la tenne tra le braccia vide per un momento Jeff, che aveva lo sguardo perso nel vuoto. Era... Triste? Rory non avrebbe saputo dirlo con chiarezza, quello strano sorriso e i suoi occhi bruciati sembravano non lasciar trasparire nessun'emozione. Tuttavia lo vide irrigidirsi e spinto da chissà quale oscuro pensiero che lei ignorava. Forse era perché, non era la prima volta che una persona, dopo aver visto il suo viso, si spaventava. Provò una fitta al cuore, a quel pensiero.
Portò Valery sul suo letto e adagiò la sua testa dolcemente sul suo cuscino, che in un momento venne coperto dalla cascata di scuri capelli ricci della ragazza. Le accarezzò lievemente il viso.
Dopodiché andò di nuovo da Jeff, che era rimasto nella stessa posizione di quando l'aveva lasciato. Gli fremevano le mani, e le strinse a pugno - tanto forte da far sbiancare le nocche - affondando le unghia nella pelle. Lei si avvicinò a lui e gli posò una mano sulla spalla e Jeff sussultò, quasi avesse ricevuto uno schiaffo. Che doveva dirgli in quel momento? Cosa poteva mai dire ad un ragazzo che stava lottando da solo, contro se stesso, mentre lei non poteva capire niente del suo dolore? Cosa avrebbe potuto dirgli? Una parola di conforto, forse? Si sentì improvvisamente una stupida.
«Ti prego, non andartene.» Riuscì a dire soltanto questo, ed il perché lo disse non le fu chiaro. Rory gli prese un lembo della felpa scura che indossava il ragazzo.
Jeff la guardò stupito e rilassò le spalle.
«Puoi ridirmelo, di nuovo?» Chiese, all'improvviso. Lei lo fissò con aria stupefatta.
«Cosa?»
Jeff scattò, e si avventò su di Rory stringendole le braccia e portandola con le spalle al muro. Si sentì il tonfo della sua schiena schiantata sulla parete ghiacciata. In quel momento sembrava un gigante, in confronto a lei che gli arrivava poco sotto il mento. Stingeva nelle sue mani le braccia esili della ragazza, tanto forte da farle male.
«Dillo di nuovo. Quello che mi dicesti la seconda volta che ci vedemmo. Quando venni per la prima volta a casa tua!»
Rory si chiese subito a cosa alludesse con tale affermazione. Poi ricordò di botto e si sentì straordinariamente in colpa.
«Jeff... Ti prego.» Le dolevano le braccia e le stavano cominciando a formicolarle le mani. Distolse lo sguardo corrugando le sopracciglia e Jeff avvicinò ancor di più il viso al suo, in modo che potesse vederlo. La fissava con occhi spaventosamente arrabbiati, il che in un certo senso era ancora peggio. Si sentì mancare, e ci mancava poco che le gambe le cedessero.
«Dillo!» La sua voce era quasi un grido.
«“Non sei il ritratto della bellezza.”» Disse in tono talmente sommesso che il ragazzo dovette mettere a fuoco le parole appena udite. Gliel'aveva detto. Aveva ridetto la verità, sebbene in modo molto sensibile. Jeff fu invaso da una rabbia repressa, quasi come se per tutti quegli anni si fosse sempre trattenuto. Il viso era chiazzato da forti sfumature di rosa, che andavano a coprire anche il collo.
“Mamma, non ti sembro bello?”
Jeff rivide in Rory lo stesso sguardo impaurito della madre, e questo lo fece ancor più innervosire. Avrebbe voluto ucciderla, avrebbe voluto farlo con tutto se stesso. Ma prima avrebbe dovuto patire le stesse sofferenze che aveva subito lui. Lasciò un braccio e con l'altra continuava a tenerla saldamente. Chiuse il pugno alzandolo in aria e la guardò. La fronte di Rory era a pochi centimetri dal suo mento. Fissandola vide che la sua espressione non era solo impaurita, ma aveva una forte dose di tristezza. Non era uguale a sua madre. Jeff scagliò il pugno... che andò a finire contro la parete, sfiorando l'orecchio di lei. Jeff abbassò il capo e, lasciando l'altro braccio della ragazza - che tra l'altro stava diventando viola - annullò le distanze tra i loro corpi e appoggiò il mento sui capelli di Rory.
«“Ma mi piaci.”» Sussurrò lei, continuando. Col naso riusciva a toccare la base del collo di lui.
Jeff si sentì bruciare gli occhi. Che cosa gli stava facendo? Lo stava trasformando in un rammollito? Eppure prima era capace di uccidere senza pietà, ridendo per le sofferenze altrui, facendo agli altri quello che lui aveva subito, sebbene in modo più violento. Avrebbe ucciso chiunque. Era arrivato ad uccidere persino sua madre e suo padre... Ma con lei proprio non ci riusciva. E solo per quelle poche cazzate che gli aveva detto. Per quelle due o tre frasette fatte. Eppure...
«Come posso piacerti...» Sussurrò lui, trascinando il mento sulla tempia, per poi arrivare alla sua guancia. Rory sentiva, contro di se, la pelle dura del viso di lui. Jeff aveva le labbra rosse e sottili incollate all'orecchio di lei.
«Non so dirti con certezza perché, ma so che è così...» Disse lei. In quel momento sentì il freddo del muro, che piano piano si stava umanizzando e si stava abituando al calore di lei, e dall'altra parte sentiva il tremendo calore che emanava Jeff, che gli stava incollato.
Rory abbassò lo sguardo e avvampò. Temendo che il ragazzo la vedesse con il viso paonazzo, girò il volto dall'altra parte, senza risultati. Jeff sentì sotto la propria pelle il calore delle guance della ragazza e - quasi impercettibilmente - fece una smorfia compiaciuta. Non avrebbe mai pensato che gli sarebbe piaciuto fare un tale effetto su di lei.
Rory lo scostò da lei con entrambe le braccia, il viso ancora voltato. Poi facendo sfoggio di tutto il suo autocontrollo e imponendosi di calmarsi alzò lo sguardo verso il viso di lui, che la guardava con gli zigomi pronunciati. Stava sorridendo, sebbene era un sorriso appena accennato, ma lo stava facendo veramente.
«Devo parlarti. Prima che si sveglia Valery...» Disse lei. «Ma prima... Sediamoci in cucina.» Continuò. Non avrebbe voluto avere di nuovo, su di se, il corpo del ragazzo.
Una volta seduto Jeff disse: «Bene, parla!»
La esortò e lei cominciò a torturarsi le unghia con le mani, si sentì stranamente nervosa.
«Posso esprimere un desiderio?» Chiese lei improvvisamente, e lui la guardò incuriosito.
«Dipende da che si tratta...» Disse lui, cercando di mantenere un tono ironico, ma lei continuava ad essere nervosa. Fece un sospiro, cercando di calmarsi.
«Vorrei tanto che tu non la uccidessi.» Disse tutto d'un fiato, senza incrociare il suo sguardo. «Vedi, Valery è la mia migliore amica, ed è anche grazie al suo appoggio, che sono riuscita a superare la mia depressione... Capisci?» Disse poi. «Magari... se le spiegassimo come stanno le cose... lei capirebbe...» Continuò lei titubante.
«Mi stai dicendo che non solo non devo ucciderla, ma vuoi anche rivelarle che io sono un Killer?» La voce di Jeff era insolitamente calma. In verità, Valery l'avrebbe risparmiata lo stesso, senza neanche chiederglielo. Però rivelarle che era un Killer sarebbe stato altamente rischioso per lui. Chi gli avrebbe assucurato che quella ragazza non sarebbe andata dalla polizia? Non poteva permetterlo, non ora che aveva trovato un'abitazione stabile grazie ad un documento falso.
«Lei già ti conosce... A causa mia.» Ammise Rory, cercando sempre di non arrossire. Perché quando era con Jeff, succedeva sempre che improvvisamente se lo ritrovava addosso? Non era giusto! Si sentiva una vera scema, in quel momento.
«A causa tua?» Ripeté lui, inarcando un sopracciglio.
«Si... Perché io gli feci vedere la tua foto e leggere il Creepypasta realizzato su di te...» Disse lei tralasciando il fatto che è andato a piacerle - sul serio, non in senso figurato - sempre di più. Già si sentiva un'idiota di suo, se avesse aggiunto quel dettaglio era meglio che si cancellava dalla faccia della terra.
«A causa tua, quindi...» Ripeté lui incuriosito.
«Si, ed è probabilmente per questo che è svenuta. Semplicemente non si aspettava che tu esistessi veramente.» Disse lei, ammiccando un sorriso sghembo. «Ma vuoi finirla di ripetere quello che dico?!»
Poi si guardò indietro le spalle in direzione di Valery, dopodiché ritornò su di Jeff. «...Quindi se adesso le dicessimo tu chi sei...»
«Rory... Dove sei?»
Vaneggiò una voce dall'altra stanza, interrompendo la ragazza a metà discorso. Valery si era ripresa. Rory andò da lei e sussurrò a Jeff di rimanere un attimo fuori camera, dietro la porta, dopodiché lei corse dall'amica.
«Sono qui, Valery!» Disse sedendosi accanto a lei e posandole una mano sulla spalla. Vedendo l'aria interrogativa di Valery che si metteva a sedere sul letto, Rory continuò dicendo: «Sei improvvisamente svenuta e ti ho portato a letto...» Disse con una sfumatura allarmata nella voce. Sicuramente a poco avrebbe ricordato il perché era svenuta. Ed infatti il viso dell'amica si contorse in una smorfia scioccata.
«Ho visto Jeff the Killer... o me lo sono immaginato?» Chiese lei, mettendosi una mano in fronte. Rory sospirò.
«Dipende se sverrai di nuovo...» Disse lei, ammiccando una smorfia ironica. Valery la guardò senza capire.
«Jeff... Vieni.»
Continua!
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Re: FanFiction su CreepyPasta. (Jeff il killer)
Mi hai lasciata con il fiato sospeso u.u
Ci manca solo che adesso che lo vede svenga di nuovo
Ci manca solo che adesso che lo vede svenga di nuovo
KrisMichael- Greatest Entertainer of All Time
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Re: FanFiction su CreepyPasta. (Jeff il killer)
Già XD Va beh, ma non voglio raccontarti cosa succede...
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Re: FanFiction su CreepyPasta. (Jeff il killer)
Cadrà tra le braccia di Jeffino
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Re: FanFiction su CreepyPasta. (Jeff il killer)
Sarà una rivale della cara Rory? Lo scoprirete nelle prossime puntate!
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Re: FanFiction su CreepyPasta. (Jeff il killer)
Nuoooooooooo Roryy s'ingelosisce poi
Lo scoprirete a "Uomini e Donne"
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KrisMichael- Greatest Entertainer of All Time
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Re: FanFiction su CreepyPasta. (Jeff il killer)
xD Rory diventa una bestia quando s'incavola (rivedi secondo capitolo xD)
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Re: FanFiction su CreepyPasta. (Jeff il killer)
Per carità!! Non vogliamo che si mietano delle vittime
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Re: FanFiction su CreepyPasta. (Jeff il killer)
Rory è peggio di Jeffy...
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Re: FanFiction su CreepyPasta. (Jeff il killer)
Tra moglie e marito non ci mettere il dito
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Re: FanFiction su CreepyPasta. (Jeff il killer)
Eheheh... Ne vedrete di cotte e di crude! Ma per adesso... Io vado a dormire xD Notte Kris
RORYJACKSON- INVINCIBLE
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Re: FanFiction su CreepyPasta. (Jeff il killer)
Va bene! Sogni d'oro bella!!
KrisMichael- Greatest Entertainer of All Time
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Re: FanFiction su CreepyPasta. (Jeff il killer)
Letto l'ultimo capitolo, davvero bello. Credo che questa storia abbia il suo punto di forza nella semplicità. Perché per ora gli elementi caratterizzanti sono abbastanza semplici, così come le situazioni, ma con il tuo modo di narrare la storia diventa intrigante e riesce a catturare l'attenzione, quindi complimenti
2 Bad- Greatest Entertainer of All Time
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Re: FanFiction su CreepyPasta. (Jeff il killer)
Grazie Ale... Quando finirò questa magari ne realizzeremo una più avvincente insieme... che ne dici?
RORYJACKSON- INVINCIBLE
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Re: FanFiction su CreepyPasta. (Jeff il killer)
Certo, mi piacerebbe molto, il problema è il tempo... Comunque ne parliamo per bene quando sarà il momento
2 Bad- Greatest Entertainer of All Time
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Re: FanFiction su CreepyPasta. (Jeff il killer)
Si, hai ragione xD Va beh, tanto questa FF mi darà temp da perdere... molto probabilmente se ne parlerà per l'estate XD
RORYJACKSON- INVINCIBLE
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Re: FanFiction su CreepyPasta. (Jeff il killer)
Capisco, allora non possiamo prevedere niente
2 Bad- Greatest Entertainer of All Time
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Re: FanFiction su CreepyPasta. (Jeff il killer)
Posto adesso perché in verità, questo capitolo l'avevo già quasi finito da tempo (e poi è abbastanza piccolo) Spero comunque che sia di vostro gradimento, e do poter scrivere con più continuità.
Capitolo IX
Valery per poco non cacciò un urlo. La sua migliore amica conosceva Jeff the killer?! Jeff the Killer esisteva? Jeff, Jeff... Jeff?! Nella sua mente vorticava soltanto quello.
Per un momento l'atmosfera si era appesantita di botto. Rory guardò Valery con una smorfia sconcertata, poi si voltò su Jeff, e poi di nuovo su Valery. Jeff, che fissava Valery con noncuranza, si portò le mani alle tasche e fece l'espressione più "umana" che poté.
«Valery, Jeff. Jeff, Valery.» Indicò prima l'una e poi l'altro facendo le presentazioni, Valery si limitò a sbattere gli occhi, fissando il killer con puro stupore. In realtà Rory avrebbe voluto dire qualcos'altro oltre a quello, ma davvero non riusciva a dire alcunché di sensato, o almeno, non riusciva a pensare in quel momento. Jeff non fece alcun cenno, ne ammiccò alcun tipo di saluto. Restò fisso a guardarla. Rory, stava in mezzo ai due, era rimasta a fissarli per tutto. La situazione stava diventando alquanto imbarazzante. Fece uno sguardo a Jeff, come se volesse dirgli con gli occhi: “Parla, fai qualcosa, per favore!” Ma Jeff fece finta di niente.
«Beh, visto che nessuno dei due vuole parlare, cominc...»
«È stato ad ascoltare tutto questo tempo, Rory?» Chiese Valery, con espressione dura appena accennata sul viso. Non avrebbe voluto che nessuno la sentisse, o la vedesse nel suo momento di pura debolezza. Tantomeno da uno sconosciuto. Rory abbassò lo sguardo pentita. Fu Jeff a parlare.
«Si, ho ascoltato tutto.» Disse, senza alcuna sfumatura nella voce. Valery aveva cambiato tono, e in quel momento non lo guardò più solo con terrore, ma anche con adiratazione. Il suo viso comprarvero due chiazze di rosso sulle guance. Valery notò che aveva una strana voce, a tratti dolce e levigata, a tratti ruvida e dura. Non era per niente come se l'aspettava, ma questo non le importò molto. Poi rivolse la sua attenzione di nuovo all'amica.
«Perché non me ne hai parlato, Rory?»
«Non poteva.» Continuò a parlare Jeff. «E non può neanche adesso.»
Valery fece finta di non ascoltarlo e non gli prestò per niente attenzione. Rory, a testa bassa, rivolse il suo sguardo a Jeff, o meglio, alle scarpe del ragazzo. Il suo vero intento era soltanto quello di proteggerla. Voleva soltanto che Jeff, sebbene fosse suo - sebbene sia strano dirlo - amico, non la prendesse di mira.
«Non ti fidi me?»
Chiese lei triste. Rory si sentì ancora più in colpa di prima.
«Io...» "Avrei voluto dirtelo"... Ma le parole si soffocarono in gola.
No. Non riusciva a mentirle.
«Perché continui ad evitare di guardarmi?»
Rory non avrebbe potuto mentirle ancora, ma nonostante ciò non riusciva a dirle la verità. O almeno non poteva perché questo significava rivelare che lei stava frequentando un pericoloso Killer che andava messo in prigione a tutti i costi. E lei, anche se sarebbe stato più logico così, non voleva. Infondo, ormai doveva ammetterlo, si era affezionata. E per una ragazza come Rory era molto difficile affezionarsi alle persone.
Ma cosa avrebbe potuto dire?
Rory, pensa, pensa, pensa!
«Tu conosci Jeff the Killer?!» Chiese con voce alterata Valery, poi si rivolse sul diretto interessato che stava lì ad osservare la scena, sempre con fare noncurante, ma dovette ammettere infondo quella scenata gli sembrava ironica. «Sei veramente un Killer?!» Chiese lei, visto che Rory non rispondeva.
Jeff levò le mani dalle tasche. Okay, quella frase non gli semrbò per niente ironica.
«Se non la smetti subito di starnazzare come una gallina ti taglio la go...» Disse mentre si avvicinava a grandi falcate su di lei, ma Rory lo fermò, e lo guardò con espressione dura, o almeno, la più dura che riuscì a fare in quel momento. Si sentiva mancare le forze, avrebbe dovuto prendere qualche medicina, perché le "sue cose" la stavano facendo impazzire.
«Tu provaci.» Disse lei, in tono sommesso, scandendo per bene tutte le parole. Gli era vicinissima, ma non osò alzare troppo la testa per guardarlo, per non sembrare troppo piccola - e lo era davvero - in confronto a lui. Rory l'avrebbe protetta veramente a costo della vita, ma dubitava che avrebbe potuto contrastare fino infondo la furia di Jeff. Adesso si sentiva in mezzo a due forze davvero contrastanti, ovvero: il buon senso e, il suo completo opposto, l'assurda insensatezza.
Jeff rimase davvero di sasso, tanto che non riuscì a replicare niente. Davvero Rory si stava mettendo in mezzo tra lei ed la sua prossima vittima?
Per quanto riguarda Valery, capì subito che gli omicidi commessi nelle ultime settimane erano avvenuti a causa di Jeff. Tuttavia ultimamente, dovette ammettere, non aveva sentito nessuna notizia che annunciava qualche altra uccisione. Era stato grazie a Rory? Si chiese.
Quando Rory le aveva fatto vedere per la prima volta, quella foto con scritto quella frase "Go to sleep", non le aveva fatto chissà che. Anzi, ci scherzò persino sopra dicendo: "Che stupida espressione, sembra che ha avuto una pizza in faccia e gli è rimasta la mozzarella attaccata!". Anche se non avrebbe osato dirlo proprio in quel momento. Che cosa avrebbe setto per calmare le acque?
«Va beh, ho capito chi sei, non c'è bisogno che tu me lo confermi.» Disse a Jeff. «Ma non andrò a denunciarti, se ti preoccupi di questo.»
Rory non poté credere alle proprie orecchie. Davvero Valery aveva detto questo? La stessa Valery che era per la giustizia pura e per la verità? Valery, la sua migliore amica che non avrebbe perdonato neanche una minima violenza come lo schiaffo ad un bambino maleducato?
«Valery...» Mormorò Rory ma lei la zittì con un gesto della mano.
«Ho visto un grande calo di omicidi nell'ultimo periodo. Adesso ho capito la ragione.» Disse accennando un sorriso sghembo. Tuttavia non riusciva ad accettare che la sua migliore amica frequentava un Killer, e che non le avesse raccontato niente. Jeff rimase di soppiatto, e dovette ammettere che era tutto vero. Tuttavia, la cosa non gli dispiaceva più di tanto, davvero non sentiva più quella sensazione agonizzante di voler - o "dover" - uccide di più, sempre più.
Valery, però, non poteva credere che Rory le avesse persino mentito per proteggere un delinquente, mettendo a rischio persino la sua vita. Neanche un misero cenno, niente di niente. E a quanto aveva capito, neanche lei saeva molto di lui, a parte quella stupida storia su internet, che chissà se sia vera. Voleva delle spiegazioni, ma di certo non le avrebbe pretese in quel momento, davanti ad un pazzoide schizzofrenico. Preferì tacere, e non dire niente.
«Va beh, me ne vado.» Disse lei, alzandosi da letto, e guardando con circospezione lui. «Non vorrei avervi interrotto...» continuò. Prese le sue cose, e fece come per andarsene, ma Rory la fermò.
«Dove vai?» Chiese, dispiaciuta.
«A casa, dove altro potrei andare?» Disse, cercando di avere un tono neutro. E cercando di non guardare troppo il viso di quell'assassino, Valery era già sul ciglio della porta.
«Mi dispiace...» Mormorò Rory, ma lei non disse niente. Si limitò a ricambiare un mezzo sorriso forzato, e chiuse la porta, lasciando i due nuovamente da soli.
Capitolo IX
Valery per poco non cacciò un urlo. La sua migliore amica conosceva Jeff the killer?! Jeff the Killer esisteva? Jeff, Jeff... Jeff?! Nella sua mente vorticava soltanto quello.
Per un momento l'atmosfera si era appesantita di botto. Rory guardò Valery con una smorfia sconcertata, poi si voltò su Jeff, e poi di nuovo su Valery. Jeff, che fissava Valery con noncuranza, si portò le mani alle tasche e fece l'espressione più "umana" che poté.
«Valery, Jeff. Jeff, Valery.» Indicò prima l'una e poi l'altro facendo le presentazioni, Valery si limitò a sbattere gli occhi, fissando il killer con puro stupore. In realtà Rory avrebbe voluto dire qualcos'altro oltre a quello, ma davvero non riusciva a dire alcunché di sensato, o almeno, non riusciva a pensare in quel momento. Jeff non fece alcun cenno, ne ammiccò alcun tipo di saluto. Restò fisso a guardarla. Rory, stava in mezzo ai due, era rimasta a fissarli per tutto. La situazione stava diventando alquanto imbarazzante. Fece uno sguardo a Jeff, come se volesse dirgli con gli occhi: “Parla, fai qualcosa, per favore!” Ma Jeff fece finta di niente.
«Beh, visto che nessuno dei due vuole parlare, cominc...»
«È stato ad ascoltare tutto questo tempo, Rory?» Chiese Valery, con espressione dura appena accennata sul viso. Non avrebbe voluto che nessuno la sentisse, o la vedesse nel suo momento di pura debolezza. Tantomeno da uno sconosciuto. Rory abbassò lo sguardo pentita. Fu Jeff a parlare.
«Si, ho ascoltato tutto.» Disse, senza alcuna sfumatura nella voce. Valery aveva cambiato tono, e in quel momento non lo guardò più solo con terrore, ma anche con adiratazione. Il suo viso comprarvero due chiazze di rosso sulle guance. Valery notò che aveva una strana voce, a tratti dolce e levigata, a tratti ruvida e dura. Non era per niente come se l'aspettava, ma questo non le importò molto. Poi rivolse la sua attenzione di nuovo all'amica.
«Perché non me ne hai parlato, Rory?»
«Non poteva.» Continuò a parlare Jeff. «E non può neanche adesso.»
Valery fece finta di non ascoltarlo e non gli prestò per niente attenzione. Rory, a testa bassa, rivolse il suo sguardo a Jeff, o meglio, alle scarpe del ragazzo. Il suo vero intento era soltanto quello di proteggerla. Voleva soltanto che Jeff, sebbene fosse suo - sebbene sia strano dirlo - amico, non la prendesse di mira.
«Non ti fidi me?»
Chiese lei triste. Rory si sentì ancora più in colpa di prima.
«Io...» "Avrei voluto dirtelo"... Ma le parole si soffocarono in gola.
No. Non riusciva a mentirle.
«Perché continui ad evitare di guardarmi?»
Rory non avrebbe potuto mentirle ancora, ma nonostante ciò non riusciva a dirle la verità. O almeno non poteva perché questo significava rivelare che lei stava frequentando un pericoloso Killer che andava messo in prigione a tutti i costi. E lei, anche se sarebbe stato più logico così, non voleva. Infondo, ormai doveva ammetterlo, si era affezionata. E per una ragazza come Rory era molto difficile affezionarsi alle persone.
Ma cosa avrebbe potuto dire?
Rory, pensa, pensa, pensa!
«Tu conosci Jeff the Killer?!» Chiese con voce alterata Valery, poi si rivolse sul diretto interessato che stava lì ad osservare la scena, sempre con fare noncurante, ma dovette ammettere infondo quella scenata gli sembrava ironica. «Sei veramente un Killer?!» Chiese lei, visto che Rory non rispondeva.
Jeff levò le mani dalle tasche. Okay, quella frase non gli semrbò per niente ironica.
«Se non la smetti subito di starnazzare come una gallina ti taglio la go...» Disse mentre si avvicinava a grandi falcate su di lei, ma Rory lo fermò, e lo guardò con espressione dura, o almeno, la più dura che riuscì a fare in quel momento. Si sentiva mancare le forze, avrebbe dovuto prendere qualche medicina, perché le "sue cose" la stavano facendo impazzire.
«Tu provaci.» Disse lei, in tono sommesso, scandendo per bene tutte le parole. Gli era vicinissima, ma non osò alzare troppo la testa per guardarlo, per non sembrare troppo piccola - e lo era davvero - in confronto a lui. Rory l'avrebbe protetta veramente a costo della vita, ma dubitava che avrebbe potuto contrastare fino infondo la furia di Jeff. Adesso si sentiva in mezzo a due forze davvero contrastanti, ovvero: il buon senso e, il suo completo opposto, l'assurda insensatezza.
Jeff rimase davvero di sasso, tanto che non riuscì a replicare niente. Davvero Rory si stava mettendo in mezzo tra lei ed la sua prossima vittima?
Per quanto riguarda Valery, capì subito che gli omicidi commessi nelle ultime settimane erano avvenuti a causa di Jeff. Tuttavia ultimamente, dovette ammettere, non aveva sentito nessuna notizia che annunciava qualche altra uccisione. Era stato grazie a Rory? Si chiese.
Quando Rory le aveva fatto vedere per la prima volta, quella foto con scritto quella frase "Go to sleep", non le aveva fatto chissà che. Anzi, ci scherzò persino sopra dicendo: "Che stupida espressione, sembra che ha avuto una pizza in faccia e gli è rimasta la mozzarella attaccata!". Anche se non avrebbe osato dirlo proprio in quel momento. Che cosa avrebbe setto per calmare le acque?
«Va beh, ho capito chi sei, non c'è bisogno che tu me lo confermi.» Disse a Jeff. «Ma non andrò a denunciarti, se ti preoccupi di questo.»
Rory non poté credere alle proprie orecchie. Davvero Valery aveva detto questo? La stessa Valery che era per la giustizia pura e per la verità? Valery, la sua migliore amica che non avrebbe perdonato neanche una minima violenza come lo schiaffo ad un bambino maleducato?
«Valery...» Mormorò Rory ma lei la zittì con un gesto della mano.
«Ho visto un grande calo di omicidi nell'ultimo periodo. Adesso ho capito la ragione.» Disse accennando un sorriso sghembo. Tuttavia non riusciva ad accettare che la sua migliore amica frequentava un Killer, e che non le avesse raccontato niente. Jeff rimase di soppiatto, e dovette ammettere che era tutto vero. Tuttavia, la cosa non gli dispiaceva più di tanto, davvero non sentiva più quella sensazione agonizzante di voler - o "dover" - uccide di più, sempre più.
Valery, però, non poteva credere che Rory le avesse persino mentito per proteggere un delinquente, mettendo a rischio persino la sua vita. Neanche un misero cenno, niente di niente. E a quanto aveva capito, neanche lei saeva molto di lui, a parte quella stupida storia su internet, che chissà se sia vera. Voleva delle spiegazioni, ma di certo non le avrebbe pretese in quel momento, davanti ad un pazzoide schizzofrenico. Preferì tacere, e non dire niente.
«Va beh, me ne vado.» Disse lei, alzandosi da letto, e guardando con circospezione lui. «Non vorrei avervi interrotto...» continuò. Prese le sue cose, e fece come per andarsene, ma Rory la fermò.
«Dove vai?» Chiese, dispiaciuta.
«A casa, dove altro potrei andare?» Disse, cercando di avere un tono neutro. E cercando di non guardare troppo il viso di quell'assassino, Valery era già sul ciglio della porta.
«Mi dispiace...» Mormorò Rory, ma lei non disse niente. Si limitò a ricambiare un mezzo sorriso forzato, e chiuse la porta, lasciando i due nuovamente da soli.
RORYJACKSON- INVINCIBLE
- Numero di messaggi : 5072
Età : 28
Data d'iscrizione : 21.08.09
Re: FanFiction su CreepyPasta. (Jeff il killer)
Col tempo Valery capirà le intenzioni della sua amica.
Graaazieeeeeeeeeeeeeeee per un altro capitolo stupeendooooooooo, Roryy!!!!!!!!
Graaazieeeeeeeeeeeeeeee per un altro capitolo stupeendooooooooo, Roryy!!!!!!!!
KrisMichael- Greatest Entertainer of All Time
- Numero di messaggi : 15394
Età : 27
Data d'iscrizione : 07.12.11
Re: FanFiction su CreepyPasta. (Jeff il killer)
grazie. Spero di riuscire ancora a continuare. :3
RORYJACKSON- INVINCIBLE
- Numero di messaggi : 5072
Età : 28
Data d'iscrizione : 21.08.09
Re: FanFiction su CreepyPasta. (Jeff il killer)
Sai cosa ti aspetta se non lo fai...vero?
KrisMichael- Greatest Entertainer of All Time
- Numero di messaggi : 15394
Età : 27
Data d'iscrizione : 07.12.11
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