FanFiction su CreepyPasta. (Jeff il killer)
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FanFiction su CreepyPasta. (Jeff il killer)
Promemoria primo messaggio :
Allora per tutti quelli che sono deboli di cuore oppure non sopportano le creepypasta, non andate a vedere il personaggio principale di questa FF
Ho dei gusti un po' particolari xD
Prima di postare il primo capitolo vorrei un paio di postille. Jeff the killer ha 13 anni nel suo creepypasta. Nella mia storia ne ha più di 20 e diciamo che.. l'ho umanizzato un po'.
Inoltre in questa storia saranno presenti anche parolacce volgari... xD
Detto questo: VIA CON LE CRITICHE RAGAZZI!
Era una fresca giornata d'inverno, c'era un sole mite e una brezza leggera che scompigliava poco i capelli castani di Rory che si avviava per prendere l'autobus dietro l'angolo che la portava fino alla sua scuola. Sentiva una strana sensazione, come se qualcuno la stesse osservando, ma non ci fece caso. Si mise le cuffie di un verde fosforescente alle orecchie e mise una canzone movimentata per svegliarsi e per non pensare. Rory, quando non voleva pensare si rifugiava nel suo mondo di musica oppure ripeteva le tecniche di arti marziali. Appena scesa dall'autobus si fermò all'entrata della scuola insieme alla sua migliore amica Valery ed improvvisamente notò che quella sensazione strana sparì il che interperò questo segno come un vero fatto passeggero. Salutò Valery con un grande sorriso, la quale contraccambiò con un forte abbraccio ed entrarono a scuola. Quella giornata, dopo scuola, Rory sarebbe dovuta andare a trovare il suo ragazzo con cui aveva passato due anni insieme, perché non si sentivano da tempo e allora voleva fargli una sorpresa. Rory aveva molto paura che il rapporto si fosse raffreddato. Cercò di concentrarsi del tutto sullo studio, siccome era in terza superiore.
Nel frattempo della lezione di algebra, la ragazza si portò una ciocca dei suoi lunghi capelli castani dietro l'orecchio e si mise a fissare fuori dalla finestra, vedendo il cielo ingrigirsi improvvisamente. Eppure stamani sembrava fosse una bella giornata, pensò Rory un po' adirata, ho persino dimenticato il mio ombrello, accidenti!
Uscita fuori aspettò Valery fuori scuola siccome erano in classi diverse, e stranamente percepì di nuovo la stessa sensazione di prima. Non riuscì a spiegarsi questa stranezza, così per distrarsi provò a chiamare il suo ragazzo. Ma rispondeva la segreteria. Stava per buttarsi in preda allo sconforto. Era un po' di tempo che il suo ragazzo la stava trattando senza riguardo, quasi come se la volesse evitare. Quando lo chiamava o non rispondeva oppure, se rispondeva, la liquidava dicendo che aveva del lavoro da sbrigare dopo che erano rimasti a telefono per qualche minuto. Si mise a piovere piano ma fortunatamente subito arrivò Valery che aprì l'ombrello sopra le loro teste.
«Sapevo ti saresti dimenticata, su andiamo!»
Disse sforgiando un bel sorriso e Rory rise, un po' dispiaciuta per la sua sbadataggine.
«Eh beh... che ci vuoi fare...» Le disse, guardando la strada.
Quel sentimento crebbe in lei, la sensazione di essere seguita, al che si girò per guardarsi attorno. Vide i passanti camminare per i marciapiedi, e le macchine andare per le strade; tutto sembrava normale, ma... Tutto ad un tratto si fissò su una figura immobile su una motocicletta nera, in impermeabile anch'esso scuro, che fissava un punto in lontanaza verso Rory. Quell'uomo doveva avere più o meno vent'anni. La ragazza pensò che non poteva trattarsi di lei perché non aveva mai visto quell'uomo prima d'ora così fece una smorfia, inarcò un sopracciglio e se ne andò via sbuffando. Infondo sarebbe dovuta andare dal suo ragazzo, quel pomeriggio.
Arrivata a casa Valery e Rory si separarono e quest'ultima entrò a casa correndo per non arrivarci troppo bagnata dalla pioggia. Salutò i suoi genitori, mangiò in fretta e furia, divorando quello che aveva preparato sua madre. In televisione mandarono ancora in onda le notizie sconcertanti di un Killer che aveva già ucciso diverse persone in zona, ma liquidò quella notizia, siccome aveva troppe cose a cui pensare, e si ficcò in camera a fare gli assegni impossibili di algebra. Era una vera schiappa in matematica.
Rory si preparò dopo un po' e scese dicendo scherzosamente ai suoi genitori che doveva affrontare una "Mission Impossible" e si diresse verso la casa del suo ragazzo di corsa. Aveva troppa voglia di vederlo. Arrivata a destinazione trovò il padre nella sua officina a lavorare, come al solito. Alla vista di Rory sembrò un po' allarmato, al che la ragazza non seppe spiegarsi questa stranezza.
«Finalmente Rory, sei arrivata...» Disse avvicinandosi a lei quasi stesse correndo. «Buon giorno Flavio, Giorgio è di sopra?»
Il signore annuì ma prima che potesse protestare del fatto che stava già correndo per le scale, Rory era già arrivata fuori la porta. Girò lentamente il chiavistello per non farsi sentire. Quando aprì avvertì uno strano odore e dei lamenti. Sconcertata la ragazza che aveva immaginato già cosa stava per accadere si precipitò per accettarsi che quello che aveva fantasticato era soltanto frutto della sua immaginazione... ma purtroppo non fu così.
Il suo ragazzo stava con un'altra ragazza, nel suo letto, abbracciati e lui era sopra di lei. Si baciavano con passione.
«Che stai facendo?» mormorò Rory recuperando tutte le sue energie e il suo coraggio rimaste in corpo. Il ragazzo e la ragazza rimasero paralizzati alla figura, con i capelli spettinati per la corsa, e le scarpe e i lembi del jeans sporchi per le pozzachere di acqua piovana.
«R-Rory... noi...»
«Beh... so bene quello che state facendo.» Disse mostrando la parte più gelida di se, quando in verità voleva solo piangere e fuggire. «Beh, se non mi ami più, potevi anche farmi una chiamata, non ti pare?»
«Aspetta Ro...»
«Non abbiamo più niente da dirci.»
Detto questo si avviò per le scale, facendo la parte dell'impettita. Salutò il padre di Giorgio velocemente e se ne andò correndo per le strade ancora una volta.
Corse più che poté, dopo di che rallentò il passo per piangere. Piangere silenziosamente.
Arrivata a casa si chiuse in camera sua senza neanche dire niente ai suoi genitori e se ne stette lì. Sola.
Allora per tutti quelli che sono deboli di cuore oppure non sopportano le creepypasta, non andate a vedere il personaggio principale di questa FF
- Spoiler:
- Kris... tu ne sai qualcosa xD
Ho dei gusti un po' particolari xD
Prima di postare il primo capitolo vorrei un paio di postille. Jeff the killer ha 13 anni nel suo creepypasta. Nella mia storia ne ha più di 20 e diciamo che.. l'ho umanizzato un po'.
Inoltre in questa storia saranno presenti anche parolacce volgari... xD
Detto questo: VIA CON LE CRITICHE RAGAZZI!
Primo capitolo.
Era una fresca giornata d'inverno, c'era un sole mite e una brezza leggera che scompigliava poco i capelli castani di Rory che si avviava per prendere l'autobus dietro l'angolo che la portava fino alla sua scuola. Sentiva una strana sensazione, come se qualcuno la stesse osservando, ma non ci fece caso. Si mise le cuffie di un verde fosforescente alle orecchie e mise una canzone movimentata per svegliarsi e per non pensare. Rory, quando non voleva pensare si rifugiava nel suo mondo di musica oppure ripeteva le tecniche di arti marziali. Appena scesa dall'autobus si fermò all'entrata della scuola insieme alla sua migliore amica Valery ed improvvisamente notò che quella sensazione strana sparì il che interperò questo segno come un vero fatto passeggero. Salutò Valery con un grande sorriso, la quale contraccambiò con un forte abbraccio ed entrarono a scuola. Quella giornata, dopo scuola, Rory sarebbe dovuta andare a trovare il suo ragazzo con cui aveva passato due anni insieme, perché non si sentivano da tempo e allora voleva fargli una sorpresa. Rory aveva molto paura che il rapporto si fosse raffreddato. Cercò di concentrarsi del tutto sullo studio, siccome era in terza superiore.
Nel frattempo della lezione di algebra, la ragazza si portò una ciocca dei suoi lunghi capelli castani dietro l'orecchio e si mise a fissare fuori dalla finestra, vedendo il cielo ingrigirsi improvvisamente. Eppure stamani sembrava fosse una bella giornata, pensò Rory un po' adirata, ho persino dimenticato il mio ombrello, accidenti!
Uscita fuori aspettò Valery fuori scuola siccome erano in classi diverse, e stranamente percepì di nuovo la stessa sensazione di prima. Non riuscì a spiegarsi questa stranezza, così per distrarsi provò a chiamare il suo ragazzo. Ma rispondeva la segreteria. Stava per buttarsi in preda allo sconforto. Era un po' di tempo che il suo ragazzo la stava trattando senza riguardo, quasi come se la volesse evitare. Quando lo chiamava o non rispondeva oppure, se rispondeva, la liquidava dicendo che aveva del lavoro da sbrigare dopo che erano rimasti a telefono per qualche minuto. Si mise a piovere piano ma fortunatamente subito arrivò Valery che aprì l'ombrello sopra le loro teste.
«Sapevo ti saresti dimenticata, su andiamo!»
Disse sforgiando un bel sorriso e Rory rise, un po' dispiaciuta per la sua sbadataggine.
«Eh beh... che ci vuoi fare...» Le disse, guardando la strada.
Quel sentimento crebbe in lei, la sensazione di essere seguita, al che si girò per guardarsi attorno. Vide i passanti camminare per i marciapiedi, e le macchine andare per le strade; tutto sembrava normale, ma... Tutto ad un tratto si fissò su una figura immobile su una motocicletta nera, in impermeabile anch'esso scuro, che fissava un punto in lontanaza verso Rory. Quell'uomo doveva avere più o meno vent'anni. La ragazza pensò che non poteva trattarsi di lei perché non aveva mai visto quell'uomo prima d'ora così fece una smorfia, inarcò un sopracciglio e se ne andò via sbuffando. Infondo sarebbe dovuta andare dal suo ragazzo, quel pomeriggio.
Arrivata a casa Valery e Rory si separarono e quest'ultima entrò a casa correndo per non arrivarci troppo bagnata dalla pioggia. Salutò i suoi genitori, mangiò in fretta e furia, divorando quello che aveva preparato sua madre. In televisione mandarono ancora in onda le notizie sconcertanti di un Killer che aveva già ucciso diverse persone in zona, ma liquidò quella notizia, siccome aveva troppe cose a cui pensare, e si ficcò in camera a fare gli assegni impossibili di algebra. Era una vera schiappa in matematica.
Rory si preparò dopo un po' e scese dicendo scherzosamente ai suoi genitori che doveva affrontare una "Mission Impossible" e si diresse verso la casa del suo ragazzo di corsa. Aveva troppa voglia di vederlo. Arrivata a destinazione trovò il padre nella sua officina a lavorare, come al solito. Alla vista di Rory sembrò un po' allarmato, al che la ragazza non seppe spiegarsi questa stranezza.
«Finalmente Rory, sei arrivata...» Disse avvicinandosi a lei quasi stesse correndo. «Buon giorno Flavio, Giorgio è di sopra?»
Il signore annuì ma prima che potesse protestare del fatto che stava già correndo per le scale, Rory era già arrivata fuori la porta. Girò lentamente il chiavistello per non farsi sentire. Quando aprì avvertì uno strano odore e dei lamenti. Sconcertata la ragazza che aveva immaginato già cosa stava per accadere si precipitò per accettarsi che quello che aveva fantasticato era soltanto frutto della sua immaginazione... ma purtroppo non fu così.
Il suo ragazzo stava con un'altra ragazza, nel suo letto, abbracciati e lui era sopra di lei. Si baciavano con passione.
«Che stai facendo?» mormorò Rory recuperando tutte le sue energie e il suo coraggio rimaste in corpo. Il ragazzo e la ragazza rimasero paralizzati alla figura, con i capelli spettinati per la corsa, e le scarpe e i lembi del jeans sporchi per le pozzachere di acqua piovana.
«R-Rory... noi...»
«Beh... so bene quello che state facendo.» Disse mostrando la parte più gelida di se, quando in verità voleva solo piangere e fuggire. «Beh, se non mi ami più, potevi anche farmi una chiamata, non ti pare?»
«Aspetta Ro...»
«Non abbiamo più niente da dirci.»
Detto questo si avviò per le scale, facendo la parte dell'impettita. Salutò il padre di Giorgio velocemente e se ne andò correndo per le strade ancora una volta.
Corse più che poté, dopo di che rallentò il passo per piangere. Piangere silenziosamente.
Arrivata a casa si chiuse in camera sua senza neanche dire niente ai suoi genitori e se ne stette lì. Sola.
Ultima modifica di RORYJACKSON il Ven Ott 19, 2012 6:37 pm - modificato 3 volte.
RORYJACKSON- INVINCIBLE
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Re: FanFiction su CreepyPasta. (Jeff il killer)
Bel capitolo Rory, mi mancava leggere questa storia Continua appena puoi
2 Bad- Greatest Entertainer of All Time
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Re: FanFiction su CreepyPasta. (Jeff il killer)
Rory mi ha detto che in attesa che prosegua con la storia potete aprire questo link
- Spoiler:
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Re: FanFiction su CreepyPasta. (Jeff il killer)
- Spoiler:
- Se il tuo intento era quello di spaventarmi, ci sei riuscito. E ribadisco: Idiota.
Che bel ragazzo <3
RORYJACKSON- INVINCIBLE
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Re: FanFiction su CreepyPasta. (Jeff il killer)
Hehehe ti ho spaventato proprio con chi non ti saresti aspettata Ora aspettiamo gli altri
2 Bad- Greatest Entertainer of All Time
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Re: FanFiction su CreepyPasta. (Jeff il killer)
Le soddisfazioni della vita Una ragazza sta facendo un fumetto su questa storia, e questa è la locandina.
clicca!
clicca!
RORYJACKSON- INVINCIBLE
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Re: FanFiction su CreepyPasta. (Jeff il killer)
Wow complimenti Rory! Ti auguro che il fumetto abbia successo Bella la locandina, sarà un progetto internazionale a quanto ho capito
2 Bad- Greatest Entertainer of All Time
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Re: FanFiction su CreepyPasta. (Jeff il killer)
Si, tradurrà i dialoghi in inglese, a quanto pare :3
RORYJACKSON- INVINCIBLE
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Re: FanFiction su CreepyPasta. (Jeff il killer)
Accipicchiaa!! Brava brava Rosita!
KrisMichael- Greatest Entertainer of All Time
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Re: FanFiction su CreepyPasta. (Jeff il killer)
Roryyyy ma non la continui più? So' che son passati anni ma..
MansonKiller- Giovane Promessa
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Re: FanFiction su CreepyPasta. (Jeff il killer)
La sto continuando su Deviantart
RORYJACKSON- INVINCIBLE
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