FanFiction su CreepyPasta. (Jeff il killer)
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FanFiction su CreepyPasta. (Jeff il killer)
Allora per tutti quelli che sono deboli di cuore oppure non sopportano le creepypasta, non andate a vedere il personaggio principale di questa FF
Ho dei gusti un po' particolari xD
Prima di postare il primo capitolo vorrei un paio di postille. Jeff the killer ha 13 anni nel suo creepypasta. Nella mia storia ne ha più di 20 e diciamo che.. l'ho umanizzato un po'.
Inoltre in questa storia saranno presenti anche parolacce volgari... xD
Detto questo: VIA CON LE CRITICHE RAGAZZI!
Era una fresca giornata d'inverno, c'era un sole mite e una brezza leggera che scompigliava poco i capelli castani di Rory che si avviava per prendere l'autobus dietro l'angolo che la portava fino alla sua scuola. Sentiva una strana sensazione, come se qualcuno la stesse osservando, ma non ci fece caso. Si mise le cuffie di un verde fosforescente alle orecchie e mise una canzone movimentata per svegliarsi e per non pensare. Rory, quando non voleva pensare si rifugiava nel suo mondo di musica oppure ripeteva le tecniche di arti marziali. Appena scesa dall'autobus si fermò all'entrata della scuola insieme alla sua migliore amica Valery ed improvvisamente notò che quella sensazione strana sparì il che interperò questo segno come un vero fatto passeggero. Salutò Valery con un grande sorriso, la quale contraccambiò con un forte abbraccio ed entrarono a scuola. Quella giornata, dopo scuola, Rory sarebbe dovuta andare a trovare il suo ragazzo con cui aveva passato due anni insieme, perché non si sentivano da tempo e allora voleva fargli una sorpresa. Rory aveva molto paura che il rapporto si fosse raffreddato. Cercò di concentrarsi del tutto sullo studio, siccome era in terza superiore.
Nel frattempo della lezione di algebra, la ragazza si portò una ciocca dei suoi lunghi capelli castani dietro l'orecchio e si mise a fissare fuori dalla finestra, vedendo il cielo ingrigirsi improvvisamente. Eppure stamani sembrava fosse una bella giornata, pensò Rory un po' adirata, ho persino dimenticato il mio ombrello, accidenti!
Uscita fuori aspettò Valery fuori scuola siccome erano in classi diverse, e stranamente percepì di nuovo la stessa sensazione di prima. Non riuscì a spiegarsi questa stranezza, così per distrarsi provò a chiamare il suo ragazzo. Ma rispondeva la segreteria. Stava per buttarsi in preda allo sconforto. Era un po' di tempo che il suo ragazzo la stava trattando senza riguardo, quasi come se la volesse evitare. Quando lo chiamava o non rispondeva oppure, se rispondeva, la liquidava dicendo che aveva del lavoro da sbrigare dopo che erano rimasti a telefono per qualche minuto. Si mise a piovere piano ma fortunatamente subito arrivò Valery che aprì l'ombrello sopra le loro teste.
«Sapevo ti saresti dimenticata, su andiamo!»
Disse sforgiando un bel sorriso e Rory rise, un po' dispiaciuta per la sua sbadataggine.
«Eh beh... che ci vuoi fare...» Le disse, guardando la strada.
Quel sentimento crebbe in lei, la sensazione di essere seguita, al che si girò per guardarsi attorno. Vide i passanti camminare per i marciapiedi, e le macchine andare per le strade; tutto sembrava normale, ma... Tutto ad un tratto si fissò su una figura immobile su una motocicletta nera, in impermeabile anch'esso scuro, che fissava un punto in lontanaza verso Rory. Quell'uomo doveva avere più o meno vent'anni. La ragazza pensò che non poteva trattarsi di lei perché non aveva mai visto quell'uomo prima d'ora così fece una smorfia, inarcò un sopracciglio e se ne andò via sbuffando. Infondo sarebbe dovuta andare dal suo ragazzo, quel pomeriggio.
Arrivata a casa Valery e Rory si separarono e quest'ultima entrò a casa correndo per non arrivarci troppo bagnata dalla pioggia. Salutò i suoi genitori, mangiò in fretta e furia, divorando quello che aveva preparato sua madre. In televisione mandarono ancora in onda le notizie sconcertanti di un Killer che aveva già ucciso diverse persone in zona, ma liquidò quella notizia, siccome aveva troppe cose a cui pensare, e si ficcò in camera a fare gli assegni impossibili di algebra. Era una vera schiappa in matematica.
Rory si preparò dopo un po' e scese dicendo scherzosamente ai suoi genitori che doveva affrontare una "Mission Impossible" e si diresse verso la casa del suo ragazzo di corsa. Aveva troppa voglia di vederlo. Arrivata a destinazione trovò il padre nella sua officina a lavorare, come al solito. Alla vista di Rory sembrò un po' allarmato, al che la ragazza non seppe spiegarsi questa stranezza.
«Finalmente Rory, sei arrivata...» Disse avvicinandosi a lei quasi stesse correndo. «Buon giorno Flavio, Giorgio è di sopra?»
Il signore annuì ma prima che potesse protestare del fatto che stava già correndo per le scale, Rory era già arrivata fuori la porta. Girò lentamente il chiavistello per non farsi sentire. Quando aprì avvertì uno strano odore e dei lamenti. Sconcertata la ragazza che aveva immaginato già cosa stava per accadere si precipitò per accettarsi che quello che aveva fantasticato era soltanto frutto della sua immaginazione... ma purtroppo non fu così.
Il suo ragazzo stava con un'altra ragazza, nel suo letto, abbracciati e lui era sopra di lei. Si baciavano con passione.
«Che stai facendo?» mormorò Rory recuperando tutte le sue energie e il suo coraggio rimaste in corpo. Il ragazzo e la ragazza rimasero paralizzati alla figura, con i capelli spettinati per la corsa, e le scarpe e i lembi del jeans sporchi per le pozzachere di acqua piovana.
«R-Rory... noi...»
«Beh... so bene quello che state facendo.» Disse mostrando la parte più gelida di se, quando in verità voleva solo piangere e fuggire. «Beh, se non mi ami più, potevi anche farmi una chiamata, non ti pare?»
«Aspetta Ro...»
«Non abbiamo più niente da dirci.»
Detto questo si avviò per le scale, facendo la parte dell'impettita. Salutò il padre di Giorgio velocemente e se ne andò correndo per le strade ancora una volta.
Corse più che poté, dopo di che rallentò il passo per piangere. Piangere silenziosamente.
Arrivata a casa si chiuse in camera sua senza neanche dire niente ai suoi genitori e se ne stette lì. Sola.
- Spoiler:
- Kris... tu ne sai qualcosa xD
Ho dei gusti un po' particolari xD
Prima di postare il primo capitolo vorrei un paio di postille. Jeff the killer ha 13 anni nel suo creepypasta. Nella mia storia ne ha più di 20 e diciamo che.. l'ho umanizzato un po'.
Inoltre in questa storia saranno presenti anche parolacce volgari... xD
Detto questo: VIA CON LE CRITICHE RAGAZZI!
Primo capitolo.
Era una fresca giornata d'inverno, c'era un sole mite e una brezza leggera che scompigliava poco i capelli castani di Rory che si avviava per prendere l'autobus dietro l'angolo che la portava fino alla sua scuola. Sentiva una strana sensazione, come se qualcuno la stesse osservando, ma non ci fece caso. Si mise le cuffie di un verde fosforescente alle orecchie e mise una canzone movimentata per svegliarsi e per non pensare. Rory, quando non voleva pensare si rifugiava nel suo mondo di musica oppure ripeteva le tecniche di arti marziali. Appena scesa dall'autobus si fermò all'entrata della scuola insieme alla sua migliore amica Valery ed improvvisamente notò che quella sensazione strana sparì il che interperò questo segno come un vero fatto passeggero. Salutò Valery con un grande sorriso, la quale contraccambiò con un forte abbraccio ed entrarono a scuola. Quella giornata, dopo scuola, Rory sarebbe dovuta andare a trovare il suo ragazzo con cui aveva passato due anni insieme, perché non si sentivano da tempo e allora voleva fargli una sorpresa. Rory aveva molto paura che il rapporto si fosse raffreddato. Cercò di concentrarsi del tutto sullo studio, siccome era in terza superiore.
Nel frattempo della lezione di algebra, la ragazza si portò una ciocca dei suoi lunghi capelli castani dietro l'orecchio e si mise a fissare fuori dalla finestra, vedendo il cielo ingrigirsi improvvisamente. Eppure stamani sembrava fosse una bella giornata, pensò Rory un po' adirata, ho persino dimenticato il mio ombrello, accidenti!
Uscita fuori aspettò Valery fuori scuola siccome erano in classi diverse, e stranamente percepì di nuovo la stessa sensazione di prima. Non riuscì a spiegarsi questa stranezza, così per distrarsi provò a chiamare il suo ragazzo. Ma rispondeva la segreteria. Stava per buttarsi in preda allo sconforto. Era un po' di tempo che il suo ragazzo la stava trattando senza riguardo, quasi come se la volesse evitare. Quando lo chiamava o non rispondeva oppure, se rispondeva, la liquidava dicendo che aveva del lavoro da sbrigare dopo che erano rimasti a telefono per qualche minuto. Si mise a piovere piano ma fortunatamente subito arrivò Valery che aprì l'ombrello sopra le loro teste.
«Sapevo ti saresti dimenticata, su andiamo!»
Disse sforgiando un bel sorriso e Rory rise, un po' dispiaciuta per la sua sbadataggine.
«Eh beh... che ci vuoi fare...» Le disse, guardando la strada.
Quel sentimento crebbe in lei, la sensazione di essere seguita, al che si girò per guardarsi attorno. Vide i passanti camminare per i marciapiedi, e le macchine andare per le strade; tutto sembrava normale, ma... Tutto ad un tratto si fissò su una figura immobile su una motocicletta nera, in impermeabile anch'esso scuro, che fissava un punto in lontanaza verso Rory. Quell'uomo doveva avere più o meno vent'anni. La ragazza pensò che non poteva trattarsi di lei perché non aveva mai visto quell'uomo prima d'ora così fece una smorfia, inarcò un sopracciglio e se ne andò via sbuffando. Infondo sarebbe dovuta andare dal suo ragazzo, quel pomeriggio.
Arrivata a casa Valery e Rory si separarono e quest'ultima entrò a casa correndo per non arrivarci troppo bagnata dalla pioggia. Salutò i suoi genitori, mangiò in fretta e furia, divorando quello che aveva preparato sua madre. In televisione mandarono ancora in onda le notizie sconcertanti di un Killer che aveva già ucciso diverse persone in zona, ma liquidò quella notizia, siccome aveva troppe cose a cui pensare, e si ficcò in camera a fare gli assegni impossibili di algebra. Era una vera schiappa in matematica.
Rory si preparò dopo un po' e scese dicendo scherzosamente ai suoi genitori che doveva affrontare una "Mission Impossible" e si diresse verso la casa del suo ragazzo di corsa. Aveva troppa voglia di vederlo. Arrivata a destinazione trovò il padre nella sua officina a lavorare, come al solito. Alla vista di Rory sembrò un po' allarmato, al che la ragazza non seppe spiegarsi questa stranezza.
«Finalmente Rory, sei arrivata...» Disse avvicinandosi a lei quasi stesse correndo. «Buon giorno Flavio, Giorgio è di sopra?»
Il signore annuì ma prima che potesse protestare del fatto che stava già correndo per le scale, Rory era già arrivata fuori la porta. Girò lentamente il chiavistello per non farsi sentire. Quando aprì avvertì uno strano odore e dei lamenti. Sconcertata la ragazza che aveva immaginato già cosa stava per accadere si precipitò per accettarsi che quello che aveva fantasticato era soltanto frutto della sua immaginazione... ma purtroppo non fu così.
Il suo ragazzo stava con un'altra ragazza, nel suo letto, abbracciati e lui era sopra di lei. Si baciavano con passione.
«Che stai facendo?» mormorò Rory recuperando tutte le sue energie e il suo coraggio rimaste in corpo. Il ragazzo e la ragazza rimasero paralizzati alla figura, con i capelli spettinati per la corsa, e le scarpe e i lembi del jeans sporchi per le pozzachere di acqua piovana.
«R-Rory... noi...»
«Beh... so bene quello che state facendo.» Disse mostrando la parte più gelida di se, quando in verità voleva solo piangere e fuggire. «Beh, se non mi ami più, potevi anche farmi una chiamata, non ti pare?»
«Aspetta Ro...»
«Non abbiamo più niente da dirci.»
Detto questo si avviò per le scale, facendo la parte dell'impettita. Salutò il padre di Giorgio velocemente e se ne andò correndo per le strade ancora una volta.
Corse più che poté, dopo di che rallentò il passo per piangere. Piangere silenziosamente.
Arrivata a casa si chiuse in camera sua senza neanche dire niente ai suoi genitori e se ne stette lì. Sola.
Ultima modifica di RORYJACKSON il Ven Ott 19, 2012 6:37 pm - modificato 3 volte.
RORYJACKSON- INVINCIBLE
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Re: FanFiction su CreepyPasta. (Jeff il killer)
- Spoiler:
- Eccome se lo so, Rory XD
OMG!!!! Quel brutto maiale schifoso e senza vergogna di Giorgio!!!! Non ha avuto nemmeno il coraggio di spiegare a Rory che non provava più niente per lei
Quella figura in nero m'intriga
KrisMichael- Greatest Entertainer of All Time
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Re: FanFiction su CreepyPasta. (Jeff il killer)
Chissà chi è xDDD Ti ringrazio Kris, non pensavo che saresti stata la prima a commentare alla prossima con il seguito
RORYJACKSON- INVINCIBLE
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Re: FanFiction su CreepyPasta. (Jeff il killer)
E invece l'ho letto subito xkè ero curiosa XD E proprio adesso sto leggendo la storia di Jeff Stavo leggendo la parte in cui il ragazzo racconta di quanto vede Jeff dalla finestra e in quell'istante mia ugina x farmi uno scherzo bussa alla finestra Mi sn presa un colpo
KrisMichael- Greatest Entertainer of All Time
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Re: FanFiction su CreepyPasta. (Jeff il killer)
xDDDDDD Povera Io l'ho letta due volte la sua storia, la prima volta mi sembrò veramente paurosa. Quando l'ho letta la seconda volta non ho potuto fare a meno di pensare: oh povero Jeffino!
RORYJACKSON- INVINCIBLE
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Re: FanFiction su CreepyPasta. (Jeff il killer)
Heyy che bella!!! ^^
P.S: Gallery stuff if you're interested
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Re: FanFiction su CreepyPasta. (Jeff il killer)
Grazie Very vado!
RORYJACKSON- INVINCIBLE
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Re: FanFiction su CreepyPasta. (Jeff il killer)
Letto il primo capitolo, molto interessante complimenti
2 Bad- Greatest Entertainer of All Time
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Re: FanFiction su CreepyPasta. (Jeff il killer)
Ale, tu lo conosci Jeff?
RORYJACKSON- INVINCIBLE
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Re: FanFiction su CreepyPasta. (Jeff il killer)
Qualcosina, anche se non ho mai letto la sua storia
2 Bad- Greatest Entertainer of All Time
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Re: FanFiction su CreepyPasta. (Jeff il killer)
Eheheh... Okay, oggi posto il secondo
RORYJACKSON- INVINCIBLE
- Numero di messaggi : 5072
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Re: FanFiction su CreepyPasta. (Jeff il killer)
Questi capitoli sono molto corti... Ma va beh... xD
Era passata una settimana da quando si era lasciata con il suo fidanzato e Rory ancora non aveva trovato le sue forze. Era lì, spenta, con la faccia sprofondata nel cuscino a piangere. Erano due anni che stavano insieme, porca miseria, e lui la tradiva in questo modo? E' mai possibile che si poteva distruggere un rapporto così, come se niente fosse?
Aveva persino saltato gli allenamenti di arti marziali, che frequentava già da due anni, era persino riuscita a diventare in tempo record cintura marrone. Le mancava solo la cintura nera, il che era solo questione di giorni.
Valery la andava a trovare ogni giorno dopo la scuola finché un giorno non le propose un'uscita per fare un po' di shopping insieme. Rory annuì silenziosamente, aveva bisogno di distrarsi, non poteva stare così per sempre. Stranamente pero' quando rimise piede fuori casa, ancora quella maledetta sensazione, ma anche sta volta non ci fece troppo caso e continuò a camminare. Infondo se qualcuno avesse voluto avvicinarsi per farle qualcosa lei avrebbe saputo difendersi.
Si presentarono tre ragazzini loro coetanei a prenderle in giro, con un pallone da calcio. Le ragazze non diedero loro troppa importanza. Rory non aveva le forze per contrabbattere qualche teppistello idiota, quando improvvisamente tirarono il pallone dietro la nuca di Rory. Fu allora che la sua pazienza scomparve e si avvicinò verso tre ragazzi con noncuranza.
«Se volete che vi spacchi il culo potete anche dirlo.» Disse e cominciò a picchiare violentemente uno di loro sotto gli occhi increduli di Valery. Gli altri due cercarono di proteggere l'amico e uno di loro si scagliò su di Rory che fu più veloce di lui. Afferrò la sua mano e lo bloccò scaraventandolo a terra, a pancia in giu, tenendolo sempre per il polso.
«Potrei anche spezzarti il braccio... che vuoi fare, bastardino?»
«Putta*a, lasciami andare!»
Detto questo Rory lo prese per i capelli e gli abbassò la testa a terra violentemente facendolo svenire.
«BASTA, Rory!!» Esclamò Valery che la prese per le spalle, e per un momento lei cercò di fuggire dalla presa, poteva, perché Valery non faceva arti marziali come lei, ma non lo fece e subito si calmò. Guardò i tre con aria affranta, uno di loro svenuto, uno a terra e l'altro in preda al panico. Rory avrebbe voluto dire che le dispiaceva per quello che è successo ma, troppo sconvolta per quello che aveva fatto, non disse niente.
Presero il tram in silenzio. Nessuna delle due voleva proferire parola quindi arrivarono alla stazione senza neanche aver accennato un sorriso.
Quando il treno arrivò a destinazione Rory e Valery furono trascinate dalla folla e quindi separate, e per raggiungerla Rory andò a sbattere contro qualcuno e cadde a terra.
«Mi scusi tanto signore...» Disse rialzandosi da terra, massaggiandosi la testa.
Vide che gli era caduta la valigetta quindi gliela prese da terra e gliela porse. Quando lo vide rimase scioccata ma cercò di rimanere impassibile. Era lo stesso uomo con l'impermeabile scuro, col cappello che gli copriva i capelli, ma Rory riuscì a capire che erano neri, siccome che qualche ciocca gli cadeva sulla sciarpa che gli copriva la bocca. Indossava un paio di occhiali scuri. La cosa che sconcertò di più Rory fu che quell'uomo aveva una strana pelle, troppo chiara, quasi cadaverica e nonostrante gli occhiali fossero molto scuri riuscì a scorgere gli occhi dell'uomo. Erano di un colore tremendamente scuro e opaco, quasi non riuscì a distinguerne l'iride ed erano aperti in modo strano, quasi li tenesse spalancati ed erano cerchiati in nero. Assomiglia a qualcuno, pensò in quel preciso istante e quando riuscì a ricordare dove avesse già visto quel viso rimase spiazzata...
«Ecco tenga.» Disse facendo un sorriso cortese ma altrettanto attento. L'uomo la prese e Rory vide che aveva contratto le guance, e capì che aveva sorriso. Ma prima che potesse dire qualcosa Valery si avvicinò e lui si allontanò senza dire niente. Valery, che rimase perplessa chiese chi fosse quell'uomo e lei disse che era solo uno sconosciuto, e stranamente piegò appena appena le labbra in un sorrisetto, anche se aveva capito che quel tizio era una persona molto pericolosa non sarebbe andata dalla polizia a denunciare l'accaduto.
Passò una bellissima giornata con Valery, e fecero un bel po' di compere tra negozi e bancarelle. Riuscì finalmente a non pensare all'accaduto di una settimana prima...
continua
Capitolo II
Era passata una settimana da quando si era lasciata con il suo fidanzato e Rory ancora non aveva trovato le sue forze. Era lì, spenta, con la faccia sprofondata nel cuscino a piangere. Erano due anni che stavano insieme, porca miseria, e lui la tradiva in questo modo? E' mai possibile che si poteva distruggere un rapporto così, come se niente fosse?
Aveva persino saltato gli allenamenti di arti marziali, che frequentava già da due anni, era persino riuscita a diventare in tempo record cintura marrone. Le mancava solo la cintura nera, il che era solo questione di giorni.
Valery la andava a trovare ogni giorno dopo la scuola finché un giorno non le propose un'uscita per fare un po' di shopping insieme. Rory annuì silenziosamente, aveva bisogno di distrarsi, non poteva stare così per sempre. Stranamente pero' quando rimise piede fuori casa, ancora quella maledetta sensazione, ma anche sta volta non ci fece troppo caso e continuò a camminare. Infondo se qualcuno avesse voluto avvicinarsi per farle qualcosa lei avrebbe saputo difendersi.
Si presentarono tre ragazzini loro coetanei a prenderle in giro, con un pallone da calcio. Le ragazze non diedero loro troppa importanza. Rory non aveva le forze per contrabbattere qualche teppistello idiota, quando improvvisamente tirarono il pallone dietro la nuca di Rory. Fu allora che la sua pazienza scomparve e si avvicinò verso tre ragazzi con noncuranza.
«Se volete che vi spacchi il culo potete anche dirlo.» Disse e cominciò a picchiare violentemente uno di loro sotto gli occhi increduli di Valery. Gli altri due cercarono di proteggere l'amico e uno di loro si scagliò su di Rory che fu più veloce di lui. Afferrò la sua mano e lo bloccò scaraventandolo a terra, a pancia in giu, tenendolo sempre per il polso.
«Potrei anche spezzarti il braccio... che vuoi fare, bastardino?»
«Putta*a, lasciami andare!»
Detto questo Rory lo prese per i capelli e gli abbassò la testa a terra violentemente facendolo svenire.
«BASTA, Rory!!» Esclamò Valery che la prese per le spalle, e per un momento lei cercò di fuggire dalla presa, poteva, perché Valery non faceva arti marziali come lei, ma non lo fece e subito si calmò. Guardò i tre con aria affranta, uno di loro svenuto, uno a terra e l'altro in preda al panico. Rory avrebbe voluto dire che le dispiaceva per quello che è successo ma, troppo sconvolta per quello che aveva fatto, non disse niente.
Presero il tram in silenzio. Nessuna delle due voleva proferire parola quindi arrivarono alla stazione senza neanche aver accennato un sorriso.
Quando il treno arrivò a destinazione Rory e Valery furono trascinate dalla folla e quindi separate, e per raggiungerla Rory andò a sbattere contro qualcuno e cadde a terra.
«Mi scusi tanto signore...» Disse rialzandosi da terra, massaggiandosi la testa.
Vide che gli era caduta la valigetta quindi gliela prese da terra e gliela porse. Quando lo vide rimase scioccata ma cercò di rimanere impassibile. Era lo stesso uomo con l'impermeabile scuro, col cappello che gli copriva i capelli, ma Rory riuscì a capire che erano neri, siccome che qualche ciocca gli cadeva sulla sciarpa che gli copriva la bocca. Indossava un paio di occhiali scuri. La cosa che sconcertò di più Rory fu che quell'uomo aveva una strana pelle, troppo chiara, quasi cadaverica e nonostrante gli occhiali fossero molto scuri riuscì a scorgere gli occhi dell'uomo. Erano di un colore tremendamente scuro e opaco, quasi non riuscì a distinguerne l'iride ed erano aperti in modo strano, quasi li tenesse spalancati ed erano cerchiati in nero. Assomiglia a qualcuno, pensò in quel preciso istante e quando riuscì a ricordare dove avesse già visto quel viso rimase spiazzata...
«Ecco tenga.» Disse facendo un sorriso cortese ma altrettanto attento. L'uomo la prese e Rory vide che aveva contratto le guance, e capì che aveva sorriso. Ma prima che potesse dire qualcosa Valery si avvicinò e lui si allontanò senza dire niente. Valery, che rimase perplessa chiese chi fosse quell'uomo e lei disse che era solo uno sconosciuto, e stranamente piegò appena appena le labbra in un sorrisetto, anche se aveva capito che quel tizio era una persona molto pericolosa non sarebbe andata dalla polizia a denunciare l'accaduto.
Passò una bellissima giornata con Valery, e fecero un bel po' di compere tra negozi e bancarelle. Riuscì finalmente a non pensare all'accaduto di una settimana prima...
continua
RORYJACKSON- INVINCIBLE
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Re: FanFiction su CreepyPasta. (Jeff il killer)
La descrizione degli occhi mi ha fatto impressione, dico sul serio
Mi sa proprio che questa FF sarà una dura prova contro la paura, Rory
Mi sa proprio che questa FF sarà una dura prova contro la paura, Rory
KrisMichael- Greatest Entertainer of All Time
- Numero di messaggi : 15394
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Re: FanFiction su CreepyPasta. (Jeff il killer)
xD allora preparati per il prossimo xD
RORYJACKSON- INVINCIBLE
- Numero di messaggi : 5072
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Re: FanFiction su CreepyPasta. (Jeff il killer)
Oh mio Dio!!! Me ne starò per sempre rannicchiata in un angolo come una pazza a causa di questa storia
KrisMichael- Greatest Entertainer of All Time
- Numero di messaggi : 15394
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Re: FanFiction su CreepyPasta. (Jeff il killer)
Nah... L'ho scritto no? Nella mia storia Jeff è molto più... umano. Quindi niente scene Horror... almeno non ora xD
RORYJACKSON- INVINCIBLE
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Data d'iscrizione : 21.08.09
Re: FanFiction su CreepyPasta. (Jeff il killer)
Ahahahaahaha quel "almeno non ora" mi fa preoccupare
KrisMichael- Greatest Entertainer of All Time
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Re: FanFiction su CreepyPasta. (Jeff il killer)
Torna a dormire Kris... Torna a dormire.
xDDDD
A proposito, come ti è sembrata poi la storia?
xDDDD
A proposito, come ti è sembrata poi la storia?
RORYJACKSON- INVINCIBLE
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Re: FanFiction su CreepyPasta. (Jeff il killer)
Devo ancora continuare a leggerla visto che sono stata impegnata
Però appena avrò voglia di leggere qualcosa di horror me lo pappo tutto il racconto...sai com'è, mi ci vuole un po' di tempo x riprendermi dalle fissazioni paurose
Però appena avrò voglia di leggere qualcosa di horror me lo pappo tutto il racconto...sai com'è, mi ci vuole un po' di tempo x riprendermi dalle fissazioni paurose
KrisMichael- Greatest Entertainer of All Time
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Re: FanFiction su CreepyPasta. (Jeff il killer)
Con calma, figurati xDKRISMICHAEL'96 ha scritto:Devo ancora continuare a leggerla visto che sono stata impegnata
Però appena avrò voglia di leggere qualcosa di horror me lo pappo tutto il racconto...sai com'è, mi ci vuole un po' di tempo x riprendermi dalle fissazioni paurose
RORYJACKSON- INVINCIBLE
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Re: FanFiction su CreepyPasta. (Jeff il killer)
Letto anche il secondo capitolo. Secondo me Rory si pentirà di aver lasciato andare quell'uomo misterioso u.u
2 Bad- Greatest Entertainer of All Time
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Re: FanFiction su CreepyPasta. (Jeff il killer)
Bene vi lascio questo capitolo... dopo di che, perdonatemi, ma la scuola mi sta tenendo più impegnata del previsto.
Questo qui è lunghetto rispetto agli altri due... Ma spero vi piaccia lo stesso
Era sera, e proprio quella sera sarebbe dovuta rimanere da sola a casa, siccome che i genitori le dissero che quella notte l'avrebbero trascorsa fuori, ma non le dissero perché.
La casa, in solitudine, sembrava davvero spettrale e così Rory si mise a leggere un buon libro perché non riusciva a dormire. Appena sentì che le palpebre le si chiudevano, spense le luci e posò il libro. Aprì il cellulare e come sempre andò a rileggersi i messaggi. I messaggi che scambiava con il suo ex.
Una lacrima rigò il suo viso come un fiocco di neve sciolto dalla pelle calda e s'addormentò nel tormento di quei ricordi.
Dopo un po' sentì dei rumori alla finestra di camera sua, ma non aveva la forza di lasciare il letto ne la voglia. Rimase lì a piangere aspettando il momento propizio. Sapeva che era solo questione di tempo e quel tempo era arrivato. Rimase di spalle alla finestra, che ormai era aperta e sentì l'uomo entrare e avvicinarsi. L'uomo capì che la ragazza non stava dormendo per i perpetui rumori che faceva col naso. Aveva una tremenda voglia di uccidere, di affondare la sua lama in quel corpo, lo desiderava ardentemente, come mai era arrivato a desiderare di uccidere qualcuno. Eppure quei lamenti... Si avvicinò al suo orecchio e sussurò: «Torna a dormire.»
Rory si girò piano e Jeff finalmente è riuscito a vederla per bene. Aveva la faccia rossa e gli occhi gonfi dal pianto. Rimase di soppiatto nel guardarla così, perché di solito sembrava sempre così forte e vivace, ma questo non bastò a placare la sua sete di sangue. Rory tirò su col naso ancora una volta e si asciugò meglio che poté gli occhi con una calma impressionante, al che il ragazzo rimase ancora di più stranito perché s'aspettava che urlasse.
«Finalmente sei venuto...» Mormorò un po' intimorita, ma non lo diede a vedere. «Jeffrey, il killer.»
«Mi conosci...?» Mormorò il ragazzo un po' intontito e allentò piano la presa della lama. La ragazza annuì con un semplice cenno del capo.
«Ti avevo riconosciuto alla stazione, ieri...» Continuò a dire. Ma prima che potesse continuare Jeff ripeté la sua fatidica frase.
«Torna a dormire...» Si avventò su di lei, brandendo il suo lungo coltello ma Rory riscì a scansarsi e saltò giu dal letto. Si guardarono per un momento, che per la ragazza sembrò un'eternità.
«Ti prego Jeff, voglio solo parlarti.» Poi Jeff cercò di nuovo di affondare ma Rory lo scansò di nuovo. Scappare non serviva a niente, pensò Rory. Lui prova piacere quando la gente ha paura di lui, pensò poi, quindi doveva fare qualcosa per spiazzarlo sul serio... Si scaraventò su di lui portandolo al muro e lo abbracciò, affondando il viso sulla sua felpa bianca, e sentì che aveva un buon odore. Al che Jeff veramente rimase di sasso, tanto che non riuscì a fare più niente. Era una sensazione strana, era da tempo che qualcuno, anche per una ragione stupida, lo abbracciava.
«Ti prego Jeff... Voglio solo parlarti. Solo questo davvero!» Mormorò poi, incerta. «Solo parlarti, prendilo come l'ultimo desiderio della tua vittima... Poi dopo puoi farmi tutto quello che vuoi.» Alzò il viso e vide che Jeff era molto alto rispetto a lei. Rory praticamente gli arrivava al mento.
Jeff non disse niente, in segno di approvazione. Infondo doveva solo aspettare qualche minuto...
Rory tirò un sospiro di sollievo e accese il lumetto.
«Se ti preoccupi che ho acceso la luce in modo che si svegliasse qualcuno, non farlo... Tanto non c'è nessuno.» Disse con noncuranza, cercando in tutti modi di mantenere il suo Self Control. «Accomodati.» Disse poi ammiccando un sorriso.
Jeff si sedette sul letto accanto a lei. Si sentiva decisamente strano. Era la prima volta che parlava con una sua vittima perché anche di solito tutti coloro che aveva ucciso o avevano troppa paura per parlare, o urlavano appena lo vedevano... Sapeva che non era una ragazza comune, pero' arrivare fino a quel punto, gli sembrava esagerato.
«N-Non hai paura di me?» Chiese poi senza capire bene il perché. Si sentì uno stupido nel farle una domanda del genere.
«Si.» Disse lei. Al che Jeff la guardò affondo, allargando il suo sorriso. Doveva ammetterlo, gli piaceva quando la gente aveva paura di lui, pero' non sopportava che quella ragazza avesse tanto forza di volontà da riuscire a mantenere il controllo dell'emozioni. «Ma più che di te, Jeff, ho paura per quell'oggetto che impugni nella mano destra.» Continuò riferendosi alla grossa lama che aveva. Jeff la guardò anche lui, poi rivolse il suo sguardo di nuovo verso la sua vittima.
«Quindi... io non ti faccio... paura?» Mormorò. Rory sorrise debolmente, le chiazze rosse stavano piano piano scomparendo si accorse Jeff, ma gli occhi rimanevano ugualmente gonfi. Il colore dei suoi occhi alla luce soffusa, avevano delle belle ombre scure e chiare di verde.
«Ti riferisci al tuo viso?» Chiese lei, sapendo già la risposta. Chi non avrebbe avuto paura di un ragazzo con un viso tanto contorto? Jeff annuì.
«Se ti dicessi che hai tantissime Fan mi crederesti?» Disse la ragazza allargando il suo sorriso, nel modo più credibile possibile.
Okay, questa non è una ragazza normale, pensò istantaneamente Jeff che la guardò sconcertato e perplesso, Io ho delle... fan? Rory vedendo la reazione del suo aggressore, capì che non credeva alle sue parole.
«Su deviantart ci sono tantissimi disegni fatti dai tuoi fan. E le più frequenti sono quelle delle ragazze che ti abbracciano. Dovresti leggere i commen...»
«Quindi tu mi trovi bello?» La bloccò lui. In effetti si aspettava già che lei dicesse un “Si” bugiardo. E invece lei lo guardò affondo e disse: «Non sei il ritratto della bellezza.» Ammise con fare stranamente serio. Aveva detto la verità, aveva osato dire la verità. Quella verità che nessuno era mai riuscito a dirgli. Ma prima che Jeff potesse dire qualcosa Rory lo bloccò di soppiatto dicendo: «Ma mi piaci.» S'inginocchiò di fronte a lui, mentre lui rimase seduto a letto. Jeff la guardò a fondo cercando di scorgere qualche segno del suo turbamento, o se provasse anche un minimo di paura, ma non ci riuscì. Se avesse potuto piegare le labbra verso il basso l'avrebbe fatto in quel momento, ma il suo sorriso gli impediva di mostrare altre emozioni. Perché si sentiva così? Aveva voglia di uccidere, ne aveva ancora e poteva mettere fine a tutto questo. Era di fronte a lui, a pochi centimetri di distanza, avrebbe potuto alzare il coltello e ucciderla... Eppure non ci riusciva. Non in quel momento. Distolse lo sguardo da lei. Non poteva cadere in quella trappola, non poteva non ucciderla, altrimenti sarebbe sicuramente andata alla polizia a spifferare tutto. No, non poteva permetterlo.
«Non è bello ciò che è bello, è bello ciò che piace, no?» disse poi Rory sempre sorridendo interpretando lo smarrimento di lui come un segno che non poteva ancora credere a tali affermazioni.
«Non prendermi in giro.» Mormorò Jeff, a voce sommessa. «Sei una falsa, come tutte le altre persone che ho incontrato nella mia vita. Come tutti.»
«Che cosa ne sai di me?» Disse Rory con voce leggermente alterata. Si alzò e avvicinò il suo viso a quello di Jeff. Voleva che lui la guardasse negli occhi. «Che cosa ne sai tu di me, eh?» Ripetè con voce ferma. Si guardarono negli occhi e per un momento nessuno dei due parlò. Entrambi furono catturati dallo sguardo dell'altro. Jeff contrasse le sopracciglia in un'espressione adirata, e si accorse che anche quell'emozione era da tempo che non la provava. Da tempo concentrava la sua vita solo sul pensiero di uccidere, credendo magari che in questo modo potesse dimenticare il passato, ma quegli occhi l'avevano ipnotizzato. Non gli era mai capitato prima d'ora.
«Sai che io appendo i disegni in camera mia perché le mura sono sudicie? Sai che mio padre ha problemi di salute e che io non posso fare niente per aiutarlo? Sai che mia madre è sempre adirata con me e con tutti per tutti i problemi che abbiamo in famiglia? Sai che il mio ragazzo non aveva le palle di dirmi che non mi amava più e l'ho colto in flagrante che stava facendo sesso con un'altra, eh? Questo lo sapevi, Jeff?» Disse tutto d'un fiato. Aveva voglia di cacciare quelle parole più di qualsiasi cosa, aveva voglia di sputarle al vento perché non ce la faceva più a tenersi tutto dentro.
«Se credi di impietosirmi, ti sbagli.» Disse lui indurendo la mascella e fece l'espressione più macabra che poté.
«Ascoltami bene Jeffray il killer, io non ti chiederò mai come una miserabile di non uccidermi, è chiaro?»
Al che Jeff si avventò su di lei e la scaraventò a terra, il coltello appoggiato sulla guancia di lei, e con un'espressione imperturbabile le disse: «Ti ho permesso di parlarmi, non di fare la gradassa, mi hai capito?» In quel momento voleva più di qualsiasi cosa al mondo farle avere paura, voleva vedere stampato in faccia l'espressione del terrore totale. S'innervosì per il fatto che Rory non mostrò niente di tutto ciò, anzi, contrasse le sopracciglia tanto da corrugare la fronte e in tono sommesso ma deciso disse: «sei solo uno stupido Killer che non pensa ad altro che ad uccidere e guardare non oltre il suo naso.» Sputò quelle parole con disprezzo, poi con una tecnica insegnatale dal suo maestro di arti marziali, con una mano prese il polso destro e con l'altra afferrò la base del collo e con agilità ribaltò la situazione. In quel momento era lei che fu sopra di lui.
Ancora silenzio.
«Ti nascondi dietro questo sorriso stampato. Potrai fare di tutto sulla tua faccia ma con quel coltello non riuscirai a fassarci sopra la felicità!» Disse Rory in preda alla rabbia. «I tipi come te li detesto. Sei solo un vigliacco. Un vigliacco che ha persino paura di vivere!» Esclamò con tutta la forza che aveva. Alzò il pugno quasi stesse aspettando il momento opportuno per tirarglielo. Lui la guardò, e sogghignò maligno. Stava ridendo ma le parole che aveva appena subito gli facevano male. Potevano mai le parole di una sconosciuta fare così male?
«Su forza, fallo.» Disse, allargando il suo sorriso «Colpiscimi. Infondo ti ho visto fare a botte con quei tre...»
Rory era su procinto di farlo, ma si fermò un'istante prima dal toccare il suo naso. Vide che aveva distolto lo sguardo e corrucciato quel poco di palpebre che gli restava per proteggersi gli occhi, ma Rory aprì lentamente la mano e gliela passò lievemente sulla guancia. La sua pelle era dura e ruvida. A quel gesto Jeff la guardò incredulo.
«Si, potrei farlo... ma non mi perdonerei se facessi del male proprio a te...» Disse, e una lacrima scorse il viso di Rory. Si alzò e s'avviò a letto, alzò le coperte e si coprì.
Jeff, rimasto a terra la fissava stupito. E' il momento, si disse. Ma la sua voglia di uccidere era stranamente scemata. Avanzò piano verso di lei e si sistemò a cavalcioni adagio su di lei.
«Non dirlo ancora una volta, l'ho già sentito due volte. Torno a dormire.» Borbottò Rory distogliendo lo sguardo da lui.
«N-Non cerchi di fermarmi?»
«No.»
«Perché?»
«Perché ho smesso di contare sulle persone. Se vuoi uccidermi fallo. Io non ti fermerò.» Detto questo chiuse gli occhi e aspettò.
Jeff alzò il coltello, impugnandolo con entrambi le mani. In quel momento fu invaso da tantissime sensazioni contraddittorie. Voleva, la voleva uccidere, in un modo così ardente... Ma allo stesso tempo qualcuno, nella sua coscienza, gli diceva di non farlo, di lasciarla vivere. Eppure, perché?
Era lì, immobile. Avrebbe potuto farle tutto quello che voleva. Infondo lei non l'avrebbe fermato...
Era rimasto così immobile per diverso tempo, finché non mormorò: «Non ci riesco...»
Abbassò il coltello e lo fece cadere sul tappeto, quasi fosse sfinito. Rory non poteva credere a quello che aveva appena sentito.
«Cosa?»
«Non ci riesco! Perché?» disse scagliando i due pugni ai lati del viso di Rory, affondandoli nel cuscino. Si ricompose, si alzò dal letto, prese il coltello e s'avviò velocemente alla finestra. Adesso non rimaneva ache andarmene, pensò. Tanto andrà a denunciare tutto alla polizia. Devo scappare.
«Aspetta!» Rory saltò dal letto, e afferrò un lembo della felpa di Jeff. «Se posso chiederti un altro desiderio, vorrei tanto rivederti, Jeff.»
Jeff rimase immobile per un attimo, poi si girò e si avvicinò a lei. Erano ad una distanza di mezzo palmo.
«Vorresti rivedermi? E perché?»
A quella domanda Rory non riuscì a rispondere. Non sapeva neanche lei perché gliel'aveva chiesto.
«Potrei ucciderti.» Continuò Jeff.
«Non m'importa.» Rispose prontamente Rory e a tale affermazione vide gli occhi di Jeff spalancarsi e la bocca aprirsi un po', per lo sconcerto. Se avesse potuto sbatterli, l'avrebbe fatto più volte, osservò Rory, perché vide che il bordo nero si dilatava e si rimpiccioliva a mo' di battito di ciglio. «Vorrei esserti amica, e capirti Jeff. Solo questo.»
Jeff girò il volto di lato, lo sguardo fisso sul pavimento e fece un cenno col capo in segno di approvazione. Dopo di che se ne andò, sotto gli occhi tristi di Rory.
continua...
Questo qui è lunghetto rispetto agli altri due... Ma spero vi piaccia lo stesso
Capitolo III
Era sera, e proprio quella sera sarebbe dovuta rimanere da sola a casa, siccome che i genitori le dissero che quella notte l'avrebbero trascorsa fuori, ma non le dissero perché.
La casa, in solitudine, sembrava davvero spettrale e così Rory si mise a leggere un buon libro perché non riusciva a dormire. Appena sentì che le palpebre le si chiudevano, spense le luci e posò il libro. Aprì il cellulare e come sempre andò a rileggersi i messaggi. I messaggi che scambiava con il suo ex.
Una lacrima rigò il suo viso come un fiocco di neve sciolto dalla pelle calda e s'addormentò nel tormento di quei ricordi.
Dopo un po' sentì dei rumori alla finestra di camera sua, ma non aveva la forza di lasciare il letto ne la voglia. Rimase lì a piangere aspettando il momento propizio. Sapeva che era solo questione di tempo e quel tempo era arrivato. Rimase di spalle alla finestra, che ormai era aperta e sentì l'uomo entrare e avvicinarsi. L'uomo capì che la ragazza non stava dormendo per i perpetui rumori che faceva col naso. Aveva una tremenda voglia di uccidere, di affondare la sua lama in quel corpo, lo desiderava ardentemente, come mai era arrivato a desiderare di uccidere qualcuno. Eppure quei lamenti... Si avvicinò al suo orecchio e sussurò: «Torna a dormire.»
Rory si girò piano e Jeff finalmente è riuscito a vederla per bene. Aveva la faccia rossa e gli occhi gonfi dal pianto. Rimase di soppiatto nel guardarla così, perché di solito sembrava sempre così forte e vivace, ma questo non bastò a placare la sua sete di sangue. Rory tirò su col naso ancora una volta e si asciugò meglio che poté gli occhi con una calma impressionante, al che il ragazzo rimase ancora di più stranito perché s'aspettava che urlasse.
«Finalmente sei venuto...» Mormorò un po' intimorita, ma non lo diede a vedere. «Jeffrey, il killer.»
«Mi conosci...?» Mormorò il ragazzo un po' intontito e allentò piano la presa della lama. La ragazza annuì con un semplice cenno del capo.
«Ti avevo riconosciuto alla stazione, ieri...» Continuò a dire. Ma prima che potesse continuare Jeff ripeté la sua fatidica frase.
«Torna a dormire...» Si avventò su di lei, brandendo il suo lungo coltello ma Rory riscì a scansarsi e saltò giu dal letto. Si guardarono per un momento, che per la ragazza sembrò un'eternità.
«Ti prego Jeff, voglio solo parlarti.» Poi Jeff cercò di nuovo di affondare ma Rory lo scansò di nuovo. Scappare non serviva a niente, pensò Rory. Lui prova piacere quando la gente ha paura di lui, pensò poi, quindi doveva fare qualcosa per spiazzarlo sul serio... Si scaraventò su di lui portandolo al muro e lo abbracciò, affondando il viso sulla sua felpa bianca, e sentì che aveva un buon odore. Al che Jeff veramente rimase di sasso, tanto che non riuscì a fare più niente. Era una sensazione strana, era da tempo che qualcuno, anche per una ragione stupida, lo abbracciava.
«Ti prego Jeff... Voglio solo parlarti. Solo questo davvero!» Mormorò poi, incerta. «Solo parlarti, prendilo come l'ultimo desiderio della tua vittima... Poi dopo puoi farmi tutto quello che vuoi.» Alzò il viso e vide che Jeff era molto alto rispetto a lei. Rory praticamente gli arrivava al mento.
Jeff non disse niente, in segno di approvazione. Infondo doveva solo aspettare qualche minuto...
Rory tirò un sospiro di sollievo e accese il lumetto.
«Se ti preoccupi che ho acceso la luce in modo che si svegliasse qualcuno, non farlo... Tanto non c'è nessuno.» Disse con noncuranza, cercando in tutti modi di mantenere il suo Self Control. «Accomodati.» Disse poi ammiccando un sorriso.
Jeff si sedette sul letto accanto a lei. Si sentiva decisamente strano. Era la prima volta che parlava con una sua vittima perché anche di solito tutti coloro che aveva ucciso o avevano troppa paura per parlare, o urlavano appena lo vedevano... Sapeva che non era una ragazza comune, pero' arrivare fino a quel punto, gli sembrava esagerato.
«N-Non hai paura di me?» Chiese poi senza capire bene il perché. Si sentì uno stupido nel farle una domanda del genere.
«Si.» Disse lei. Al che Jeff la guardò affondo, allargando il suo sorriso. Doveva ammetterlo, gli piaceva quando la gente aveva paura di lui, pero' non sopportava che quella ragazza avesse tanto forza di volontà da riuscire a mantenere il controllo dell'emozioni. «Ma più che di te, Jeff, ho paura per quell'oggetto che impugni nella mano destra.» Continuò riferendosi alla grossa lama che aveva. Jeff la guardò anche lui, poi rivolse il suo sguardo di nuovo verso la sua vittima.
«Quindi... io non ti faccio... paura?» Mormorò. Rory sorrise debolmente, le chiazze rosse stavano piano piano scomparendo si accorse Jeff, ma gli occhi rimanevano ugualmente gonfi. Il colore dei suoi occhi alla luce soffusa, avevano delle belle ombre scure e chiare di verde.
«Ti riferisci al tuo viso?» Chiese lei, sapendo già la risposta. Chi non avrebbe avuto paura di un ragazzo con un viso tanto contorto? Jeff annuì.
«Se ti dicessi che hai tantissime Fan mi crederesti?» Disse la ragazza allargando il suo sorriso, nel modo più credibile possibile.
Okay, questa non è una ragazza normale, pensò istantaneamente Jeff che la guardò sconcertato e perplesso, Io ho delle... fan? Rory vedendo la reazione del suo aggressore, capì che non credeva alle sue parole.
«Su deviantart ci sono tantissimi disegni fatti dai tuoi fan. E le più frequenti sono quelle delle ragazze che ti abbracciano. Dovresti leggere i commen...»
«Quindi tu mi trovi bello?» La bloccò lui. In effetti si aspettava già che lei dicesse un “Si” bugiardo. E invece lei lo guardò affondo e disse: «Non sei il ritratto della bellezza.» Ammise con fare stranamente serio. Aveva detto la verità, aveva osato dire la verità. Quella verità che nessuno era mai riuscito a dirgli. Ma prima che Jeff potesse dire qualcosa Rory lo bloccò di soppiatto dicendo: «Ma mi piaci.» S'inginocchiò di fronte a lui, mentre lui rimase seduto a letto. Jeff la guardò a fondo cercando di scorgere qualche segno del suo turbamento, o se provasse anche un minimo di paura, ma non ci riuscì. Se avesse potuto piegare le labbra verso il basso l'avrebbe fatto in quel momento, ma il suo sorriso gli impediva di mostrare altre emozioni. Perché si sentiva così? Aveva voglia di uccidere, ne aveva ancora e poteva mettere fine a tutto questo. Era di fronte a lui, a pochi centimetri di distanza, avrebbe potuto alzare il coltello e ucciderla... Eppure non ci riusciva. Non in quel momento. Distolse lo sguardo da lei. Non poteva cadere in quella trappola, non poteva non ucciderla, altrimenti sarebbe sicuramente andata alla polizia a spifferare tutto. No, non poteva permetterlo.
«Non è bello ciò che è bello, è bello ciò che piace, no?» disse poi Rory sempre sorridendo interpretando lo smarrimento di lui come un segno che non poteva ancora credere a tali affermazioni.
«Non prendermi in giro.» Mormorò Jeff, a voce sommessa. «Sei una falsa, come tutte le altre persone che ho incontrato nella mia vita. Come tutti.»
«Che cosa ne sai di me?» Disse Rory con voce leggermente alterata. Si alzò e avvicinò il suo viso a quello di Jeff. Voleva che lui la guardasse negli occhi. «Che cosa ne sai tu di me, eh?» Ripetè con voce ferma. Si guardarono negli occhi e per un momento nessuno dei due parlò. Entrambi furono catturati dallo sguardo dell'altro. Jeff contrasse le sopracciglia in un'espressione adirata, e si accorse che anche quell'emozione era da tempo che non la provava. Da tempo concentrava la sua vita solo sul pensiero di uccidere, credendo magari che in questo modo potesse dimenticare il passato, ma quegli occhi l'avevano ipnotizzato. Non gli era mai capitato prima d'ora.
«Sai che io appendo i disegni in camera mia perché le mura sono sudicie? Sai che mio padre ha problemi di salute e che io non posso fare niente per aiutarlo? Sai che mia madre è sempre adirata con me e con tutti per tutti i problemi che abbiamo in famiglia? Sai che il mio ragazzo non aveva le palle di dirmi che non mi amava più e l'ho colto in flagrante che stava facendo sesso con un'altra, eh? Questo lo sapevi, Jeff?» Disse tutto d'un fiato. Aveva voglia di cacciare quelle parole più di qualsiasi cosa, aveva voglia di sputarle al vento perché non ce la faceva più a tenersi tutto dentro.
«Se credi di impietosirmi, ti sbagli.» Disse lui indurendo la mascella e fece l'espressione più macabra che poté.
«Ascoltami bene Jeffray il killer, io non ti chiederò mai come una miserabile di non uccidermi, è chiaro?»
Al che Jeff si avventò su di lei e la scaraventò a terra, il coltello appoggiato sulla guancia di lei, e con un'espressione imperturbabile le disse: «Ti ho permesso di parlarmi, non di fare la gradassa, mi hai capito?» In quel momento voleva più di qualsiasi cosa al mondo farle avere paura, voleva vedere stampato in faccia l'espressione del terrore totale. S'innervosì per il fatto che Rory non mostrò niente di tutto ciò, anzi, contrasse le sopracciglia tanto da corrugare la fronte e in tono sommesso ma deciso disse: «sei solo uno stupido Killer che non pensa ad altro che ad uccidere e guardare non oltre il suo naso.» Sputò quelle parole con disprezzo, poi con una tecnica insegnatale dal suo maestro di arti marziali, con una mano prese il polso destro e con l'altra afferrò la base del collo e con agilità ribaltò la situazione. In quel momento era lei che fu sopra di lui.
Ancora silenzio.
«Ti nascondi dietro questo sorriso stampato. Potrai fare di tutto sulla tua faccia ma con quel coltello non riuscirai a fassarci sopra la felicità!» Disse Rory in preda alla rabbia. «I tipi come te li detesto. Sei solo un vigliacco. Un vigliacco che ha persino paura di vivere!» Esclamò con tutta la forza che aveva. Alzò il pugno quasi stesse aspettando il momento opportuno per tirarglielo. Lui la guardò, e sogghignò maligno. Stava ridendo ma le parole che aveva appena subito gli facevano male. Potevano mai le parole di una sconosciuta fare così male?
«Su forza, fallo.» Disse, allargando il suo sorriso «Colpiscimi. Infondo ti ho visto fare a botte con quei tre...»
Rory era su procinto di farlo, ma si fermò un'istante prima dal toccare il suo naso. Vide che aveva distolto lo sguardo e corrucciato quel poco di palpebre che gli restava per proteggersi gli occhi, ma Rory aprì lentamente la mano e gliela passò lievemente sulla guancia. La sua pelle era dura e ruvida. A quel gesto Jeff la guardò incredulo.
«Si, potrei farlo... ma non mi perdonerei se facessi del male proprio a te...» Disse, e una lacrima scorse il viso di Rory. Si alzò e s'avviò a letto, alzò le coperte e si coprì.
Jeff, rimasto a terra la fissava stupito. E' il momento, si disse. Ma la sua voglia di uccidere era stranamente scemata. Avanzò piano verso di lei e si sistemò a cavalcioni adagio su di lei.
«Non dirlo ancora una volta, l'ho già sentito due volte. Torno a dormire.» Borbottò Rory distogliendo lo sguardo da lui.
«N-Non cerchi di fermarmi?»
«No.»
«Perché?»
«Perché ho smesso di contare sulle persone. Se vuoi uccidermi fallo. Io non ti fermerò.» Detto questo chiuse gli occhi e aspettò.
Jeff alzò il coltello, impugnandolo con entrambi le mani. In quel momento fu invaso da tantissime sensazioni contraddittorie. Voleva, la voleva uccidere, in un modo così ardente... Ma allo stesso tempo qualcuno, nella sua coscienza, gli diceva di non farlo, di lasciarla vivere. Eppure, perché?
Era lì, immobile. Avrebbe potuto farle tutto quello che voleva. Infondo lei non l'avrebbe fermato...
Era rimasto così immobile per diverso tempo, finché non mormorò: «Non ci riesco...»
Abbassò il coltello e lo fece cadere sul tappeto, quasi fosse sfinito. Rory non poteva credere a quello che aveva appena sentito.
«Cosa?»
«Non ci riesco! Perché?» disse scagliando i due pugni ai lati del viso di Rory, affondandoli nel cuscino. Si ricompose, si alzò dal letto, prese il coltello e s'avviò velocemente alla finestra. Adesso non rimaneva ache andarmene, pensò. Tanto andrà a denunciare tutto alla polizia. Devo scappare.
«Aspetta!» Rory saltò dal letto, e afferrò un lembo della felpa di Jeff. «Se posso chiederti un altro desiderio, vorrei tanto rivederti, Jeff.»
Jeff rimase immobile per un attimo, poi si girò e si avvicinò a lei. Erano ad una distanza di mezzo palmo.
«Vorresti rivedermi? E perché?»
A quella domanda Rory non riuscì a rispondere. Non sapeva neanche lei perché gliel'aveva chiesto.
«Potrei ucciderti.» Continuò Jeff.
«Non m'importa.» Rispose prontamente Rory e a tale affermazione vide gli occhi di Jeff spalancarsi e la bocca aprirsi un po', per lo sconcerto. Se avesse potuto sbatterli, l'avrebbe fatto più volte, osservò Rory, perché vide che il bordo nero si dilatava e si rimpiccioliva a mo' di battito di ciglio. «Vorrei esserti amica, e capirti Jeff. Solo questo.»
Jeff girò il volto di lato, lo sguardo fisso sul pavimento e fece un cenno col capo in segno di approvazione. Dopo di che se ne andò, sotto gli occhi tristi di Rory.
continua...
RORYJACKSON- INVINCIBLE
- Numero di messaggi : 5072
Età : 28
Data d'iscrizione : 21.08.09
Re: FanFiction su CreepyPasta. (Jeff il killer)
Davvero molto bello questo terzo capitolo, mi piace il modo in cui scrivi, complimenti
2 Bad- Greatest Entertainer of All Time
- Numero di messaggi : 12424
Età : 31
Località : Monopoli (BA)
Data d'iscrizione : 22.04.11
Re: FanFiction su CreepyPasta. (Jeff il killer)
Grazie Ale Questa storia non è niente di che... con le trame non sono molto brava, purtroppo xD
Spero che andando andando non diventi subito una Love Story tra lui e Rory... Speriamo
Spero che andando andando non diventi subito una Love Story tra lui e Rory... Speriamo
RORYJACKSON- INVINCIBLE
- Numero di messaggi : 5072
Età : 28
Data d'iscrizione : 21.08.09
Re: FanFiction su CreepyPasta. (Jeff il killer)
Di nulla Beh, già leggendo questo terzo capitolo ho pensato che si sarebbe arrivati ad una love story tra i due, tuttavia se non vuoi che arrivi la love story, o che comunque non arrivi subito, hai molte possibilità narrative per portare la storia a qualunque direzione, dato che è ancora all'inizio
2 Bad- Greatest Entertainer of All Time
- Numero di messaggi : 12424
Età : 31
Località : Monopoli (BA)
Data d'iscrizione : 22.04.11
Pagina 1 di 5 • 1, 2, 3, 4, 5
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