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[LIBRO] Jermaine Jackson "You are not alone: Michael: Through a Brother's Eyes"

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Messaggio Da Giuspe Gio Mar 17, 2011 2:39 pm

Promemoria primo messaggio :

Jermaine Jackson scriverà una biografia sul fratello.

[LIBRO] Jermaine Jackson "You are not alone: Michael: Through a Brother's Eyes" - Pagina 7 43453_s

Jermaine Jackson ha firmato un contratto per scrivere le memorie del fratello minore, il re del pop Michael Jackson .

Questo Mercoledi' le edizioni Touchstone hanno annunciato l'intenzione di pubblicare il libro You Are Not Alone, Michael: Through a Brother's Eyes , biografia sui problemi personali e l'incredibile carriera di Michael. Dovrebbe essere commercializzato il prossimo autunno.

Jermaine , che attualmente ha una montagna di problemi finanziari sulle spalle, promette di ritracciare l'infanzia del re del pop, ripercorrendo il processo per molestie su minori, fino alla sua morte nel giugno del 2009 all'età di 50 anni .

Nel frattempo, il dottor Conrad Murray è in attesa di processo per omicidio colposo. La corte accusa il medico di aver somministrato una dose letale di propofol alla star, un potente anestetico e vari sedativi.

"Non vogliamo che la vita di Michael e la sua morte siano un eterno mistero", ha detto Jermaine in un comunicato questa settimana.

"Questa è la verità così come la conosciamo. Ho letto tanto cosa pensa la gente su Michael, il libro racconta cosa è veramente successo. Spero che sarà significativo e si comprenderà il mondo di mio fratello".
Conclude Jermaine "La gente dice su di noi 'tutto e niente', ma non possono fare a meno di parlare. Adesso è il nostro turno".

ninapeople.com

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* CONTENUTI CAPITOLI DAL LIBRO: "You Are Not Alone: Michael, Through A Brother's Eyes"

Introduzione:

Spoiler:


Capitolo 1:

Spoiler:


Capitolo 2:

Spoiler:


Capitolo 3:

Spoiler:


Capitolo 4:
Spoiler:
....

CAPITLO 5:

Spoiler:


Capitolo 6:

Spoiler:


CAPITOLO 7:

Spoiler:

CAPITOLO 8:

Spoiler:


Capitolo 9:

Spoiler:


CAPITLO 10:

Spoiler:


Capitolo 11:

Spoiler:


CAPITLO 12:

Spoiler:


CAPITLO 13:

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Capitolo 14:

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Capitolo 15:

Spoiler:


CAPITLO 16:

Spoiler:


Capitolo 17:

Spoiler:


Capitolo 18:
Spoiler:



Ultima modifica di Giuspe il Mar Feb 19, 2013 2:11 pm - modificato 21 volte.

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Messaggio Da Giuspe Lun Ott 31, 2011 11:43 am



MICHAEL JACKSON: LA BIOGRAFIA SCRITTA DAL FRATELLO ESCE IN ITALIA

[LIBRO] Jermaine Jackson "You are not alone: Michael: Through a Brother's Eyes" - Pagina 7 Jackson

Jermaine Jackson, 56 anni, quarto dei nove fratelli, prima di intraprendere la carriera solista è stato bassista dei Jackson Five. È stato lui, in una conferenza stampa, ad annunciare ai media la morte del fratello la sera del 25 giugno 2009 ed è stato lui a cantare fra le lacrime la canzone preferita di Michael, al suo funerale. Ed oggi è lui, attraverso un libro che uscirà a novembre in contemporanea internazionale, a provare a raccontare la verità di Michael. In Italia è pubblicato da Rizzoli e s’intitola You are not alone (Non sei solo) Michael.

Aneddoti e retroscena compongono l’ossatura della biografia del Re del pop vista con gli occhi del fratello che gli fu più vicino, quello che ha vissuto con lui la gloria e la caduta. Come quel processo per molestie su minori, che portò Michael nel 2005 a quella che lui definisce una vera e propria “disintegrazione” fisica e mentale. Laddove esteriormente manteneva la sua immagine forte “distaccato, inespressivo, quasi freddo”, ma internamente “le staffe bullonate che lo tenevano assieme scricchiolavano sotto la pressione, una per una”. E scrive: “La settimana scorsa, ho assistito alla sua disintegrazione fisica. A 46 anni, il suo corpo magro da ballerino è appassito in una struttura fragile. La sua camminata è diventata una dolorosa, incerta andatura, il suo bagliore è ridotto a quel sorriso forzato; è scarno, emaciato”.

Interessanti sono i racconti dell’infanzia di Michael, e che spiegano molto di quello che sarebbe diventato, nel bene e nel male. Dalla quarta di copertina: “A sette anni, il piccolo Michael si attaccava alla finestra per riempirsi gli occhi delle luci che il Natale portava nel quartiere. La rigida educazione imposta dal padre non prevedeva la presenza dell’albero in casa, tantomeno di regali. E neppure di un cagnolino per Michael, che così sfamava di nascosto un topo (avrebbe sempre amato moltissimo gli animali e Il libro della giungla sarebbe sempre stato una delle sue letture preferite). Per avere finalmente tutto ciò che da bambino gli era stato negato, e non per folle megalomania, una volta diventato il Re del pop, Michael avrebbe costruito il gigantesco parco divertimenti-zoo di Neverland”.


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Messaggio Da silvia80 Mar Nov 01, 2011 3:01 am

Dal 2 novembre però perchè io l'ho cercata oggi nelle librerie e non l'ho trovata

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Messaggio Da silvia80 Sab Nov 05, 2011 2:51 am

Io l'ho preso e ve lo consiglio.
A parte qualche analisi semplicistica su alcuni comportamenti di Michael ad esempio il distacco dalla famiglia che lui imputa al suo genio creativo (e noi invece sospettiamo che non sia così...), il suo stato d'animo dopo il processo ossia che secondo lui Michael è morto dentro dopo quell'esperienza ( sì era distrutto ma a me pare che abbia avuto dei momenti felici in Irlanda e vedo che ha passato l'ultimo Natale della sua vita felice con i suoi figli e si evince dalle foto di Carrie Fisher), e in ultimo sostiene di non essere mai stato geloso della fama di Michael. In parte è vero ma forse da bambino un pò sì ed anche negli anni 80 quando Thriller ha avuto un successo fenomenale per questo secondo me lui e MIchael litigavano spesso, Jermaine stesso ammette la sua natura competitiva con se stesso

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Messaggio Da smelly jackson Dom Nov 06, 2011 11:57 pm

Grazie, sto pensando di prenderlo anch'io... spero solo che sia il più possibile veritiero e che non abbia l'intento di cercare di pilotare il pensiero dei fans...
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Messaggio Da silvia80 Lun Nov 07, 2011 12:19 am

Abbastanza veritiero ma non mi convince la presunta messa in scena della carrozzella 2008 (la foto scattata). Perchè Jermaine sostiene che era una messa in scena in previsione dei concerti del TII ma la foto risale a giugno 2008 quando i concerti erano lontani dalla sua mente e la lavorazione del presunto album sospesa.

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Messaggio Da Giuspe Gio Dic 01, 2011 12:47 pm

1/12/11

Jermaine: "Murray è colpevole ma non ha ucciso da solo"


A poche ore dalla sentenza che ha condannato il medico parla Jermaine, il fratello maggiore del re del pop. "Quattro anni di prigione sono pochi. Produrremo le prove e ci sarà un nuovo processo entro settembre

dal nostro inviato GIUSEPPE VIDETTI

CALABASAS (Los Angeles) - "Quattro anni di prigione? Troppo pochi. Ma anche se gli avessero dato l'ergastolo Michael non sarebbe qui oggi, questa è la realtà. Io dico che il dottor Murray è solo il dito di una mano che resta impunita. Ci sono altre persone coinvolte in questo che per me è "omicidio" tout court. Produrremo le evidenze e ci sarà un altro processo entro settembre". Jermaine Jackson, 57 anni, era in aula martedì quando il giudice Pastor ha comminato a Conrad Murray il massimo della pena: quattro anni di prigione per aver ucciso con un'eccessiva dose di Propofol Michael Jackson il 25 giugno 2009. È Halima Rashid, la terza moglie (afghana di Kabul) sposata dopo la conversione all'Islam, a rendere possibile poche ore dopo la sentenza un incontro con il fratello maggiore di Michael, ex bassista e cantante dei Jackson 5. Jermaine ha da poco pubblicato Michael (Ed. Rizzoli), che raccoglie le memorie all'ombra del re del pop. "Noi Jackson abbiamo tutti una voce femminile, che mostruosità quando si diceva che papà somministrasse ormoni a Michael per conservargli il registro alto".

Murray: un criminale o un professionista negligente?
"Entrambe le cose. E, lo ripeto, non ha agito da solo. Ci sono domande che restano senza risposta: perché hanno cancellato tutti i nastri delle telecamere di sorveglianza? Perché registrò la voce affaticata di mio fratello se non per farne in seguito un uso fraudolento, magari l'ennesima estorsione?".

Frank Cascio, ex personal manager, ha scritto un libro (Il mio amico Michael) in cui rivela che suo fratello faceva uso di Propofol dal 1999.
"Io so solo che Michael lo odiava al punto da non farlo entrare in casa. Altro che amico! Si rifiutò di testimoniare al processo pur sapendo che Michael non avrebbe mai sfiorato un bambino. E poi, anche se usava il Propofol, mio fratello non voleva morire ma solo dormire. Aveva firmato la sera prima un contratto per l'acquisto di una casa a Las Vegas, altro che suicidio".

Quando ha visto suo fratello per l'ultima volta?
"Un mese prima della morte. Era entusiasta e in buona salute. Quando l'ho rivisto nella camera mortuaria non credevo ai miei occhi, dimagrito di almeno dieci chili, sembrava anoressico. Gridai: 'Sei diventato il numero uno, ma quanto l'hai pagata cara!'. Cosa è successo in quelle settimane? In che modo i boss della Aeg (il team produttivo di This is it, ndr) hanno esasperato la sua tensione? Abbiamo prove che Michael si era rivolto a un altro dottore lamentando sensazioni di gelo in tutto il corpo. Come mai nessuno non informò la famiglia? Questi saranno i capitoli del prossimo processo. Le priorità erano il tour e lo show, le priorità l'hanno ucciso".

In che rapporto era con Michael nel periodo in cui è morto?
"Ottimo. Michael era il settimo di nove figli. Dormivamo uno sopra l'altro nella piccola casa di Gary, 11 persone in 50 metri quadri. Io sono nato nel 1954, all'epoca un genitore non era considerato violento se prendeva a cinghiate suo figlio, come Joseph faceva con noi quando eravamo indisciplinati. Michael ha cominciato a lavorare a 4 anni. Infanzia negata? Son cose che si dicono adesso, col senno di poi. Si metta nei panni di una famiglia afroamericana proletaria dell'Indiana alla fine degli anni 60, quando negli stati del Sud rifiutavano di far dormire i Jackson 5 negli alberghi dei bianchi. Michael era il più piccolo e dunque quel che più soffrì la disciplina che Joseph c'imponeva, ma da qui a sostenere che fosse un padre che abusava... Non ci andava leggero con le mani, ma ci ha inculcato sani principi. Come mia madre, fervente testimone di Geova. I media hanno lavorato senza sosta per spezzare l'unità della nostra famiglia, ma dove sono oggi i figli di Michael? Con la nonna. E giocano con i cugini".

Eppure quando viveva a Neverland, Michael teneva alla larga la famiglia. Più volte vi fu negato l'ingresso.
"Era manipolato. Costretto a fidarsi di chi aveva occhio solo per il business, e gli suggeriva di alimentare il gossip anziché stroncarlo. Cosa fai per trarre profitto da una persona ricca e fragile? La isoli dai suoi punti fermi".

Non pensa che la vulnerabilità di Michael sia cresciuta quando da superstar di una boyband è diventato un'icona internazionale?
"Eravamo tranquilli, era cresciuto alla Motown con Berry Gordy, il più scaltro discografico dell'epoca, sapeva quel che voleva e come orientare la carriera. Ma avevamo sottovalutato la sua solitudine".

Che era immensa...
"Michael viveva ossessivamente il fatto di non aver avuto un'infanzia normale, questo lo portò ad avere un senso di pietà e compassione nei confronti dei bambini poveri che diventò quasi patologico, e diede origine a quella che io chiamo 'la montagna di bugie'. Non voglio dimostrare che Michael fosse una persona 'normale', non è questo il punto. Nella sua mente, Neverland era il luogo ideale dove far crescere i suoi figli e dove molti altri bambini sfortunati potessero vivere momenti felici come in un libro di fiabe. È una bizzarria? Forse, ma Michael coltivava il bambino che aveva dentro, come coltivava la sua parte femminile. Da qui a bollarlo come pedofilo ce ne passa. Dopo giorni di agonia fu completamente scagionato da 14 capi d'imputazione. Si era trattato di vistosi casi di estorsione. Ma a quel punto era fiaccato, devastato, non sarebbe più stato lo stesso".

È vero che lei aveva studiato un piano per farlo riparare in Bahrein se le cose al processo si fossero messe male?
"Era tutto pronto, aereo e pilota. L'avrei rapito, preso in braccio come un bambino...".

Fu l'ossessione di restare bambino che gli impedì di avere una famiglia normale usando invece madri surrogate?
"Credo che mio fratello amasse davvero Lisa Marie Presley, il loro matrimonio sarebbe stato felice se avesse acconsentito a dargli dei figli. Ma lei non volle e la relazione naufragò".

Si è parecchio speculato sul fatto che non fosse lui il vero padre dei ragazzi.
"Sono in grado di smentire: Prince e Paris hanno segni di vitiligine. L'autopsia ha confermato che Michael non aveva fatto chissà quali cure per schiarirsi la pelle: aveva vitiligine su tutto il corpo. Con la chirurgia plastica di sicuro ci era andato pesante, ma chi può impedire a un uomo ricco e famoso di usare il denaro per cancellare quel che di sé non ama? Furono medici spregiudicati - come il dottor Murray - a consigliarlo. Ancora una volta: money, money, money!".

Ha rimpianti?
"Se qualcuno mi avesse chiamato quando non si sentiva bene mi sarei precipitato, il tour sarebbe stato cancellato e lui ricoverato in ospedale. E mi dispiace che non sia stato sepolto a Neverland, il posto al mondo che amava di più. Ma mia madre ha voluto diversamente, e io appartengo a una generazione che ai genitori non dice mai di no".

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Messaggio Da Sette di Nove Gio Dic 01, 2011 12:56 pm

Grazie Giuspe....... Sad **
.......anche se pure Jermaine in quanto al discorso "money money money"!......però mi ha intristito......
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Messaggio Da lila Gio Dic 01, 2011 4:56 pm

Io sto leggendo il libro di Jermaine. Ne ho letto un terzo circa perchè è un bel mattone. Finora lo trovo troppo bello! Ogni giorno non vedo l'ora di trovare un po' di tempo per leggere qualche pagina.
Aneddoti e ricordi affettuosi e sereni.
E la conferma di un Michael con una indole molto molto particolare e diversa dagli altri fratelli come sappiamo.
Certo tutto quanto già raccontato in Moonwalk, ma mentre lì è stringatissimo (si sa che Michael non svelava molto) qui è ben dettagliato. Certo avrà raccontato quello che ha voluto, ma ha raccontato tanto e sempre con grande affetto. E poi da sempre i panni sporchi si lavano in casa!
In fin dei conti è anche la sua storia. E' la sua famiglia, anche dopo che si sono separati.
Lo avrà fatto di sicuro anche per soldi, io dico sempre che non si campa d'aria e si attinge in quanto è nelle ns possibilità, ma credo che abbia voluto ristabilire un po' le cose e mai traspare altro se non affetto .
Vengono chiariti tanti dubbi.
Almeno finora mi piace molto.
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Messaggio Da MOMO Gio Dic 01, 2011 5:07 pm

mah... io non mi sento di giudicare quella famiglia ma, sinceramente, fatico un po' a capire...
probabilmente siamo molto distanti da loro, sia fisicamente dato che ci divide l'oceano, che di mentalità, quindi difficile sapere con esattezza come vanno o sono andate le cose, però:
Jermaine, se non ricordo male, in un libro precedente scrisse ben altro;
Joe me lo ricordo bene quando nella Mexico Deposition fu codepositario nella causa contro Michel;
e adesso Katherine appare a XFactor USA, e mo' chi c'é alle sue spalle bello e sorridente?
niente pòpòdimeno cheee ...Branca! Credevo fossero in conflitto...

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Messaggio Da lila Gio Dic 01, 2011 5:26 pm

Io non conosco molto le storie che tu dici Momo. Ho cominciato ad approfondire Michael solo dopo la sua morte.
Credo che la famiglia solo pace e gioia come si vorrebbe non esiste. Da nessuna parte. I conflitti ci sono eccome, e dappertutto.
Ieri sera un geometra mi raccontava di una famiglia qui del mio paese alle prese con i capelli davanti al notaio per dividersi quasi...nulla!
Figuriamoci quando ci sono una barca di soldi di mezzo se nascono i conflitti! e nel retro di copertina lui lo dice. Ancora non sono arrivata a questo punto però.

Poi c'è da dire che chi sa stare negli affare ha due modi di porsi. Quando difende gli affari lo fa con le unghie e coi denti e poi fuori da questo diventano persone amabili e con comportamenti diversi. Per me è difficile essere così e mal sopporto chi lo è. Joe era sicuramente uno di questi.
Se leggi il libro Momo comprendi come nè MJ nè i Jachson 5 sarebbero stati quello che sono stati senza Joseph. E Michael lo ha sempre detto. Naturalmente, tanto ha anche un grande rovescio. La pagnotta intera non esiste:un pezzetto manca sempre.
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Messaggio Da MOMO Gio Dic 01, 2011 5:51 pm

...si Lila sono d'accordo con te, anche perché la nostra realtà é inserita in un contesto ben diverso da quello vissuto dai Jackson.
E non solo, MJ si é creato un contesto diverso da quello della sua famiglia.
Ed infatti, mi ripeto, é per questo che non li ho mai giudicati.
Ma nemmeno idealizzati.
Il mio post sopra esprime una riflessione scaturita non di per sé dal libro, nei confronti del quale non ho alcun preconcetto, ma dall'intervista che ha posto Giuspe...
e mi é venuto spontaneo risalire con la mente a tante cose, notandone evidenti contraddizioni...
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Messaggio Da lila Gio Dic 01, 2011 6:13 pm

Nemmeno io li idealizzo. Anzi a volte penso "caspita, ma questo cose succedono proprio in tutte le famiglie, hanno avuto gli stessi problemi di tutti, solo più rapportati ai loro patrimoni".
Quello che però ammiro è quel timor di Dio che la mamma ha loro inculcato. A me sembrano basi solide che hanno fatto loro da zaino per la vita. Anche se poi i figli da un certo punto sono responsabili di se stessi e volano da soli. E poi ci sono certi eventi che non sempre sono direzionabili.
Però c'è qualcosa di diverso. Nessuno ha perso la testa totalmente.
Katherine che dice che la disgrazia ha riunito la famiglia (perchè è questo che dovrebbe succedere nelle famiglie unite) le zie che si occupano dei nipoti, la nonna che fa da genitore. Te lo immagini fosse successo nella famiglia di Madonna?? fosse successo a Demi Moore? dove andavano i figli? lo star system è attraente per molti ma ha insidie considerevoli.
Questi si ritrovavano anche per i compleanni!!! Figurati.....
A me hanno sempre fanno un po' l'effetto di quelli della porta accanto! con i loro pregi e difetti.....
Io vedo un buon senso diverso. Quello che ha fatto dire a Carrie Fisher nel suo libro " I suoi figli sono belli, molto educati, equilibrati, e in sostanza non erano bambini viziati."
Ecco, questa costante di buon senso e impegno nel libro secondo me traspare in continuazione e viene dai genitori.
Io volevo dire questo.
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Messaggio Da lila Sab Dic 03, 2011 5:08 pm

Scusate per il doppio post...
Qualcuno che ha letto il libro ha capito chi è la sig.ra che vedono dal buco del camerino a Londra?? Question o secondo voi non sottintende chi è?
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Messaggio Da silvia80 Mar Dic 13, 2011 3:36 am

Però secondo me Frank e Jermaine non si sono mai potuti vedere, perchè anche Jermaine conferma tante cose sul loro rapporto da un punto di vista diverso. Quello che J non dice è che alla fine Michael si è chiarito con Frank. Forse sono stati molto protettivi con Michael vedevano loro stessi pericoli ovunque intorno a lui, tanto che se una persona gli faceva del male si trasformavano in tigri protettive.

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Messaggio Da Naila Mar Dic 13, 2011 9:45 am

Ho appena finito sia questolibro che quello di Cascio.
Entrambi belli.
Ma parlando fuori dai denti ho avuto la nettissima impressione che gli aneddoti sinceri di Jermaine si fermino al Victory tour.
Tutto il resto, ogni virgola, mi ha ricordato un po troppo articoletti, foto o filmati noti e stranoti visti su youtube in cui Jermaine non c'era, rimaneggiati, o peggio spesso usati come spunto x un bell'aneddoto inventato!

Vabbeh...... La prima parte é splendida!
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Messaggio Da smelly jackson Mar Dic 13, 2011 11:35 am

Spero di potermi prendere presto anche il libro di Jermaine...intanto lascio decantare quello di Frank appena letto...
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Messaggio Da MICHAELINMYHEART Mer Dic 14, 2011 2:35 am

smelly jackson ha scritto:Spero di potermi prendere presto anche il libro di Jermaine...intanto lascio decantare quello di Frank appena letto...

faccio altrettanto ... c'e' proprio bisogno di farlo decantare !

Non che il suo libro mi ispiri chissà quale fiducia ... infatti mi sono presa l' altro!
Chissà , forse sbagliando, il fatto che Frank sia rimasto sempre nell' ombra me lo fa apparire piu' sincero.
Ma voglio dare a Jermaine il beneficio del dubbio ...
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Messaggio Da Giuspe Mar Dic 20, 2011 11:26 am

20/12/11

COPERTINA DELL'EDIZIONE FRANCESE DEL LIBRO



[LIBRO] Jermaine Jackson "You are not alone: Michael: Through a Brother's Eyes" - Pagina 7 471952109

Fonte: Twitter - Jermaine Jackson

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[LIBRO] Jermaine Jackson "You are not alone: Michael: Through a Brother's Eyes" - Pagina 7 Empty Re: [LIBRO] Jermaine Jackson "You are not alone: Michael: Through a Brother's Eyes"

Messaggio Da Giuspe Mer Dic 21, 2011 1:00 pm

Michael Jackson raccontato da Jermaine Jackson. Dietro il mito

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«Io conosco il bambino dietro la maschera della superstar, quello che abitava con me al 2300 di Jackson street a Gary, nell’Indiana. Siamo in sintonia dall’infanzia e la nostra intesa è sopravvissuta a tutto. Al sogno, ai Jackson 5, alla celebrità, al distacco, ai contrasti, alle sofferenze, agli scandali, alle pressioni insostenibili. Conosco il suo carattere e la sua mente come si può conoscere solo il sangue del tuo sangue». Parla al presente Jermaine Jackson. Come se Michael fosse ancora qui. Non è così, lo sa bene, ma lui, quel fratello tormentato, lo fa ora rivivere nelle pagine di un libro, Michael, la vita del re del pop vista attraverso gli occhi di suo fratello (edizioni Rcs), che rivela il lato nascosto della popstar, quello messo nella lente d’ingrandimento dalla parte dell’inner circle familiare. Un’operazione memoria per accendere un faro su una vicenda umana e artistica popolata di bugie, accuse, leggende metropolitane e scomode verità.
L’obiettivo di Jermaine è mettere punti fermi, raccontare una vita straordinaria in tutto il suo incredibile svolgimento. A cominciare dal sibilo sinistro della cinghia dell’inflessibile papà manager Joseph, ribattezzato in famiglia «l’uomo del rispetto».
«Quando si arrabbiava, gli bastava un’occhiata per rimetterci in riga. Sulla guancia aveva un neo grande come una moneta da 10 centesimi, e ancora adesso me lo rivedo davanti agli occhi: se perdeva davvero le staffe, tutta la sua faccia e il neo si corrugavano, come un cielo che si oscura prima della tempesta. Poi, arrivava il tuono: “Aspettami in camera tua”, seguito dal fulmine: la fitta incandescente della sua cintura di cuoio sulla pelle nuda. La punizione ordinaria era di 10 scudisciate. Le chiamavamo così, perché la cintura fischiava in aria come uno scudiscio. Io mi sgolavo a implorare l’intercessione di Dio, della mamma, chiedevo aiuto a chiunque mi venisse in mente, ma Joseph urlava più di me, ripetendo il motivo del castigo. Quando venivamo puniti, Michael sentiva le nostre urla, e quando andavamo a dormire vedeva i segni rossi che la cintura ci aveva impresso sulla pelle. Le une e gli altri gli misero in corpo la paura del castigo molto prima di sperimentarlo di persona. La disciplina di Joseph lo traumatizzò prima ancora di sfiorarlo».
Non mentiva dunque Jackson quando raccontava al mondo incredulo di un’infanzia e un’adolescenza all’insegna del terrore e del timore reverenziale per un padre padrone. Così come non mentiva quando tentava invano di convincere i media che non aveva mai fatto nulla per trasformarsi in un uomo bianco. Ma ormai le voci erano diventate certezze e, un giorno, durante una pausa del processo per molestie sessuali (verrà poi assolto da tutte le accuse), decide di fare chiarezza. Almeno con le persone che gli stanno vicino, racconta Jermaine.
«Michael si sbottona la giacca, non riesce a sfilare le maniche. La giacca gli cade dalle spalle, rimanendo incastrata sui gomiti e scoprendo il suo petto nudo. Sta singhiozzando. “Guardatemi! Eccomi qui. Sono la persona più incompresa del mondo”. Scoppia in un pianto dirotto. È in piedi davanti a noi, a testa bassa, come se si vergognasse. È la prima volta che vedo con i miei occhi la gravità della malattia che gli ha colpito la pelle, e resto scioccato. Lui è talmente riservato che finora aveva tenuto nascosto il suo corpo persino alla famiglia. Ha il torace marrone chiaro, con grandi chiazze bianche che si estendono su tutto il petto; una gli ricopre la cassa toracica e lo stomaco, un’altra gli scende sul fianco, altre ancora si allargano sulla spalla e intorno al bicipite. Il suo colore naturale è quasi sparito: sembra un bianco macchiato di caffè. Sono gli effetti della vitiligine».
Quella che racconta Jermaine è una vita senza normalità, sempre in bilico fra trionfi e discese agli inferi:
«Mi sono sempre domandato dove si nascondesse il limite di sopportazione di Michael, perché sapevo che il bambino di Gary che inveiva contro papà Joseph era da qualche parte dentro di lui. In fondo, aspettavo da sempre il momento in cui mio fratello avrebbe gridato e spaccato tutto». Quel momento arrivò: «Alle 8.30 del 18 novembre 2003 il procuratore Tom Sneddon (l’accusatore di Michael nel processo per molestie a minorenni, ndr) inviò la sua cavalleria a Neverland con un mandato di perquisizione volto all’arresto. Quando Michael sentì che c’erano circa 70 agenti al ranch, esplose. Nella sua suite d’albergo prese i piatti dal carrello del servizio in camera e li scagliò contro le pareti, colpì due lampade, buttò giù una scultura, rovesciò un tavolino e gettò all’aria ogni sorta di oggetto dai tavoli. “Perché? Mi arresteranno? Per cosa? Non possono farmi questo! Non ho fatto niente” ripeteva mentre camminava a grandi passi nella stanza».
Affrontò il lungo processo, con grande disciplina, ma un giorno, ricorda Jermaine,
«si stancò di tutte le regole e le formalità che avevano dominato la sua vita per quasi 5 mesi. Ero seduto dietro di lui quando alzò la mano titubante rivolto al giudice, come il bambino che in classe interrompe la lezione per fare una domanda, solo che Michael voleva gentilmente chiedere di potere andare in bagno. Il giudice non si accorse mai del suo gesto. Stanco di passare inosservato, visto che la sua vescica aveva raggiunto il limite, Michael si alzò silenziosamente, si voltò e mi diede un colpetto sulla spalla. Lo seguii fuori e, circondati dagli uomini della sicurezza, percorremmo il corridoio e salimmo le scale verso il bagno. Lasciammo una guardia alla porta, dopodiché entrammo e Michael orinò come un cavallo da corsa. “Non ci si crede” gridò. “Io cerco di richiamare la sua attenzione e lui mi ignora. Che cosa voleva che facessi? Che pisciassi in aula?”».
Venne assolto, provò a riprendersi il trono di re del pop accettando di tenere 50 concerti a Londra a partire da luglio 2009. Tutti i biglietti vennero venduti in 4 ore, ma durante le prove qualcosa non andò per il verso giusto.
«Aveva difficoltà a finire una canzone e qualche volta necessitava di un suggeritore per le parole. Inoltre aveva bisogno di aiuto per salire e scendere dalle rampe e dalle scale» ricorda Jermaine.
Un lento ma inesorabile declino che s’interruppe bruscamente il 25 giugno:
«Quando Michael tornò a casa dalle prove, si sforzò di dormire con il dottor Conrad Murray al suo fianco. Entro le successive 12 ore sarebbe morto».
Per quella fine Murray è stato riconosciuto colpevole di omicidio colposo e condannato a 4 anni di carcere per avere somministrato a Jackson una dose letale di un potentissimo anestetico, il Propofol. Caso chiuso, quindi? Non per Jermaine Jackson.
«Come famiglia, e per la pace della mente, vorremmo sapere chi altri entrò e lasciò la casa di Michael la notte della sua morte ma, anche se la polizia di Los Angeles indaga per omicidio, i suoi investigatori hanno deciso di considerare solo i 4 minuti di registrazione delle telecamere a circuito chiuso che mostrano il previsto arrivo del dottor Murray. A meno che le autorità non ci sorprendano, pare che ogni altra ripresa sia stata cancellata. Ci è difficile comprendere perché tali cruciali immagini possano essere state cancellate. La nostra unica speranza è che, alla fine, la giustizia non deluda Michael, come pare abbiano fatto tutti gli altri».

Fonte: BLOG Panorama.it

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Messaggio Da lila Mer Dic 21, 2011 4:36 pm

A me il libro di Jarmaine è piaciuto molto.
L'ho trovato dettagliato descrittivo e oserei dire anche umile e onesto da parte sua.
Di sicuro pieno di affetto.
Certo ci saranno stati attriti nel corso della vita come in qualsiasi altra famiglia e lui non se ne discolpa mai.
Tanti fatti si conoscevano, altri vengono chiariti.
Comprendo i Jacksons che lasciati soli si sentono persi dopo una vita in team e capisco Michael che ha avuto voglia di volare con piena ragione.
L'unica cosa che non ho capito è perchè non abbia chiesto aiuto alla sua famiglia quando si è sentito perso alla fine.
Io l'ho sempre visti come una famiglia (cosa rara in quel mondo). Con tutte i pregi e i difetti di tante famiglie. Ed è proprio così che Jermaine racconta.
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Messaggio Da onthefloorM Dom Dic 25, 2011 3:35 am

non ha chiesto aiuto forse perchè erano poche le persone di cui si fidava nella sua famiglia,katherine janet e randy forse, ma gli altri non ispirano fiducia.
Poi se chiedeva aiuto magari avrebbero chiesto soldi non so,ma la famiglia jackson è molto malata di soldi e michael è la vittima preferita pultroppo
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Messaggio Da lila Dom Dic 25, 2011 8:51 pm

onthefloorM ha scritto:non ha chiesto aiuto forse perchè erano poche le persone di cui si fidava nella sua famiglia,katherine janet e randy forse, ma gli altri non ispirano fiducia.
Poi se chiedeva aiuto magari avrebbero chiesto soldi non so,ma la famiglia jackson è molto malata di soldi e michael è la vittima preferita pultroppo

No, non credo affatto che stia così. Michael amava la sua famiglia e viceversa, pur con gli screzi che si creano dentro qualsiasi famiglia.
Ho sempre pensato invece che volesse dimostrare di essere capace di fare da solo, che volesse far vedere che ce la faceva anche senza il loro aiuto. Il fatto è che in verità non ce la faceva. Infatti i buoni come lui mancano di quella scaltrezza che spesso salva. Gli scaltri sono maliziosi e non si fidano.
Lui era un buono, si fidava e lo raggiravano ben bene, parlo economicamente. Con lo scorrere degli anni lo hanno prosciugato. Se avesse avuto Joseph accanto non ce l'avrebbero fatta! Mai!...lui si sarebbe scocciato di brutto, ma credo che le sanguisughe l'avrebbero presa in tasca (scusate)!
Mentre sul lato talento non aveva rivali. E giustamente non doveva ascoltare nessuno.
Mi pare di capire che la sua famiglia sapendo bene quale fosse il suo tallone di Achille probabilmente glielo facesse notare e a lui desse fastidio. Così come ha sempre cercato di nascondere loro le sue dipendenze. In poche parole alla famiglia non si dicono le ns debolezze perché ci brontolano, anche se sono brontolate che colpiscono nel segno e a ragione. Non si vuole apparire deboli e perdenti. E si instaura un forma di braccio di ferro.
La storia che odiasse la sua famiglia è la storia che i fans amano raccontare come se a salvarlo da tutto fossero loro. Il fatto è che Michael era un uomo con le sue debolezze come tutti noi.
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Messaggio Da Giovanni Lun Dic 26, 2011 2:04 am

Io davvero fatico a credere che avesse difficoltà a salire una rampa di scale quando poi in This Is It lo vediamo fare le sue coreografie. Per me è un mistero.
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Messaggio Da onthefloorM Lun Dic 26, 2011 3:20 am

è vero
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Messaggio Da Giovanni Mer Dic 28, 2011 1:16 am

Oggi ho iniziato a leggere questo libro, e devo dire che mi sta appassionando non poco. Scorre che è una meraviglia, sinora ne sono rimasto piacevolmente colpito.
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