Renato Zero parla di Michael Jackson (La stampa)
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Renato Zero parla di Michael Jackson (La stampa)
Renato Zero "Senza circo
ma sempre un clown"
"A 58 anni mi scopro minimalista. Sul palcoscenico vince il carisma"
GIANCARLO DOTTO
ROMA
Zero ha il magone. Parla lento. Languido. L'aria di chi ha passato la notte a misurare l'assurdità di una notizia, a vegliare su una morte che è di tutti, ma sua più di altri. Lo incontro in un ufficio romano al centro, la mattina dopo. Michael Jackson era in fondo ma anche in superficie uno di loro, lo stesso demone, una strepitosa bestia da palcoscenico, sfigurata dalla calce viva del proprio talento. Renato Zero non aspetta nemmeno la prima domanda. «... Tornavo a casa dopo una cena a Fiumicino con mia sorella, mia nipote, le figlie di mio figlio...».
Suo figlio?
«Roberto, il figlio che ho adottato una decina d'anni fa. Il vantaggio dell'adozione tardiva è che puoi scegliere di volta in volta se essere genitore o figlio...».
Torna a casa e...
«Accendo la radio e sento l'annuncio... Uno choc».
Reazione immediata?
«Buio. Si è spento un faro formidabile. Lui, come Battisti da noi, ha alzato l'educazione artistica del mondo. Con le sue innovazioni sceniche ha costretto lo show business ad adeguarsi ai suoi standard. Penso a Madonna, a tutti gli altri...».
Dopo lo choc?
«Un senso di liberazione. L'idea di una persona che aveva cessato di lottare contro la crudeltà».
Non la immaginavo tanto partecipe.
«La sua storia mi ha coinvolto. Lui ha sempre subito questa ispezione maligna di un'America bigotta che ha bisogno dei mostri per sentirsi rassicurata. Senza mostri non c'è l'America».
Sembra un lutto privato, il suo.
«La fine di Michael Jackson è la fine di tutti noi. Sì, ci restano Michael Bublé, i Dire Straits, John Mayall... Ma lui era unico nella capacità di rubare l'attenzione del mondo, dai bambini agli adulti e questa, un po’, è roba che ci accomuna. Se mi va via lui, va via una parte di Renato».
Hanno accostato spesso in queste ore Michael Jackson a Madonna, tra le divinità pop.
«Lo trovo irriverente nei confronti di Michael. Lui incarna la perfezione di un disegno non solo artistico. Era un nero, non dimentichiamolo. La vittoria dei neri è sempre schiacciante in qualunque epoca. Da Jessie Owens a Barack Obama».
Un nero che si sbiancava.
«Capita quando hai sbagliato culla. La sua famiglia lo sfruttava portandolo in scena a cinque anni. Lui si è messo addosso la felicità di essere Michael Jackson solo il giorno in cui si è liberato di quel padre dittatore».
Popolari ed eccentrici, popolari nonostante la diversità. Anche questo vi accomuna.
«Si può essere stravaganti non per paraculaggine, ma per la felicità liberatoria di comunicare al mondo che sei te stesso finalmente. Ci si sbianca o ci si traveste anche per una sorta di riscatto, per chi come noi viene da una zona d'ombra».
La sua zona d'ombra?
«Quando all'anagrafe ti chiami Renato Fiacchini, hai un destino già assegnato e tu cambi nome, stravolgi le carte, scatta la censura del mondo. Sa una cosa? Solo oggi mi concedo di accarezzare le persone e di farmi accarezzare. Ero sempre in assetto di guerra. Quando m'insultavano, scendevo dal palco, andavo a scovare i vigliacchi, li pizzicottavo e li spogliavo. Li lasciavo in canottiera».
Lei ha sbagliato culla?
«No, per mia fortuna. Io la culla l'ho azzeccata. Quando sono nato, il benvenuto è stato molto rassicurante. A parte la flebo...».
La flebo?
«Sono nato con l'rh negativo di mia madre. Mi hanno dovuto sostituire completamente il sangue. A quei tempi si moriva per molto meno. Rinato... Renato. Credo non sia un caso».
Il concerto per l'Abruzzo a Roma, voluto da lei. Hanno scritto di un mezzo flop.
«Quando rivedi colleghi dopo tanto tempo, c'è la paura della riscoperta. Purtroppo, lo dico con languore, molti di questi miei amici non sono più gli stessi. Hanno creato intorno a sé barriere di manager, parrucchiere, adulatori. Il messaggio non è arrivato alla gente. Ci saremmo dovuti esporre di più nella comunicazione. La magia è scattata solo sul palco».
Il suo ultimo cd è forse il più autorale di sempre.
«Ho sempre lasciato a chi mi ascoltava la liberta di legare i fili dei tanti aquiloni. Stavolta gli ho detto: vieni con me, abbandonati, che ti faccio vedere il panorama dalla vertigine dei miei 58 anni».
«Presente», il titolo. Come una volta, all'appello di scuola.
«Presente vuol dire ci sono. Magari cambiato, ma sempre al tuo fianco. Sono convinto che anche oggi, qualche lustrino, qualche piuma, di straforo si vede sempre su di me. Il clown resta, anche quando ha perso il circo».
Dieci chili e chissà quante malinconie in più.
«Quando si cambia, devi anche assecondare il tuo corpo. Non puoi più pretendere di tornare ai 45 chili di una volta. La gente sotto dieta, quella sì è di una tristezza... Lo sguardo sguincio, l'occhio che cade. E poi, anche volendo, non potrei. Prendo dei metabloccanti che rallentano il metabolismo».
Un malinconico gaudente?
«Bazzico i ristoranti. I dieci chili che mi vengono imputati sono la prova che frequento. Che non sto a casa con l'imbalsamatore che mi dice: Fai il bagno coi sali del Mar Morto o metti 'sta pelle di lucertola che assorbe i grassi e i cattivi umori. Non rinuncio allo spaghetto, ma non prendo il Lexotan».
A nanna senza additivi?
«Dormo bene, quando non sono in tournée. Mi ci vogliono quattro, cinque ore per smaltire l'adrenalina».
Dorme da solo?
«Solo in un letto matrimoniale. Non si sa mai, dovesse arrivare qualcuno.... Chi dorme solo ha il vantaggio che non s'illude, non si fa dipendenze. L'ideale sarebbero due letti molto vicini».
Renato Zero oggi?
«Renato Zero oggi trova che il minimalismo in palcoscenico diventa sempre più interessante. Penso a Gilbert Becaud, Jacques Brel, la stessa Piaf. Per stare in palcoscenico come loro devi avere un carisma pazzesco. Certi musicisti hanno bisogno dei laser, quando non c'è la ciccia».
Renato Zero come Carmelo Bene, predicatore della sottrazione.
«L'ho odiato Carmelo Bene...».
Che le ha fatto?
«Cantavo in un locale a Firenze. La gente attaccata alle tende, aggrappata alle colonne. Si presentò lui, a spettacolo iniziato. Si siede, ascolta due canzoni, si alza e se ne va. L'avrei strangolato. Diceva ad amici comuni di Forte dei Marmi che era un mio estimatore e poi m'ha fatto fare 'sta figura di merda».
Invoca spesso la poesia nel suo ultimo cd. Merce scaduta?
«Un poeta non lo riconosci per la poesia che scrive, ma per la poesia che indossa. Per come si muove, come ti guarda, come sospira. Schifano era un poeta. Il coraggio di darsi senza risparmio».
Un poeta tra i suoi colleghi di oggi?
«Molte volte non diventi poeta perché non te ne rendi conto. La consapevolezza aiuta, non sminuisce. Un esempio? Claudio Baglioni. Un percorso, il suo, di tutto rispetto, ma ci sono pagine sue, sconosciute, di grande lirismo. Come "Gesù è mio fratello" che scrisse per Mia Martini».
Il poeta che è in lei.
«Da giovane bazzicavo Ventotene. Su quell'isola mi resi conto che quella parte di me andava curata e preservata».
Il pezzo che più somiglia alla sua pelle.
«"Il cielo". Fotografia amara e meravigliosa di questo '900. La speranza e la disperazione. Lo scrissi proprio a Ventotene».
«I migliori anni della nostra vita» è il preferito di molti di noi.
«Un giorno viene da me Maurizio Fabrizio, compositore straordinario, e mi fa: "Rena' senti 'sto pezzo". Era un cd logoro per quanto l'aveva fatto girare. Lo ascolto: un capolavoro. "Lo interpreto" dico io. E lui: "Sono contento, non l'ha voluto nessuno". E mi fa un elenco di nomi impressionanti».
Andreotti e la moglie lo ascoltano alla televisione, teneramente intimi sul divano, ne «Il divo» di Sorrentino.
«Un film girato da Dio. Mi chiamò Sorrentino: vuoi venire a vedere la sequenza, prima di dirmi no? Rimasi scioccato. Una scena di una potenza assoluta».
Ha appoggiato Giovanni Galli, candidato sindaco di Firenze.
«Siamo amici da sempre. Lo stimo. Basta con queste congreghe dei partiti. T'appioppano delle liste di gente senza volto e senza storia. Tu devi scegliere la persona. Il mio fornaio sotto casa lo manderei subito a Montecitorio».
Berlusconi dice: gli italiani mi amano e mi vogliono così.
«Essere amati con i soldi suoi è facile. L'amore è credibile quando non frequenta le banche e i centri di potere. La verità è che arriveremo a ottant'anni senza aver capito niente dell'amore».
Canta anche: «Vorrei fermarmi ma questo attrezzo non vuole... Dottore caro mi sento depresso, già condannato all'ennesimo amplesso».
«Attribuire al sesso tanta importanza è un paravento per certe nevrosi. Per non dire del ricorso idiota a certi farmaci».
Un monumento musicale di oggi.
«Ornella Vanoni. Meravigliosa».
Un monumento di ieri?
«Lucio Battisti. Aveva un carattere difficile ma, una volta che riuscivi a passare lo sbarramento, eri suo, ti faceva sentire a casa».
A lei capitò?
«Una volta fu bellissimo. Stavamo alla mensa dell'Rca. Lui da solo, io pure. Mi fa: vie' qua. Parlammo delle cose più disparate. Mi raccontò pure qualche barzelletta. Non benissimo, devo dire. Però sorrisi lo stesso, perché era tenero, da lui non te lo aspettavi».
http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/spettacoli/200906articoli/45015girata.asp
ma sempre un clown"
"A 58 anni mi scopro minimalista. Sul palcoscenico vince il carisma"
GIANCARLO DOTTO
ROMA
Zero ha il magone. Parla lento. Languido. L'aria di chi ha passato la notte a misurare l'assurdità di una notizia, a vegliare su una morte che è di tutti, ma sua più di altri. Lo incontro in un ufficio romano al centro, la mattina dopo. Michael Jackson era in fondo ma anche in superficie uno di loro, lo stesso demone, una strepitosa bestia da palcoscenico, sfigurata dalla calce viva del proprio talento. Renato Zero non aspetta nemmeno la prima domanda. «... Tornavo a casa dopo una cena a Fiumicino con mia sorella, mia nipote, le figlie di mio figlio...».
Suo figlio?
«Roberto, il figlio che ho adottato una decina d'anni fa. Il vantaggio dell'adozione tardiva è che puoi scegliere di volta in volta se essere genitore o figlio...».
Torna a casa e...
«Accendo la radio e sento l'annuncio... Uno choc».
Reazione immediata?
«Buio. Si è spento un faro formidabile. Lui, come Battisti da noi, ha alzato l'educazione artistica del mondo. Con le sue innovazioni sceniche ha costretto lo show business ad adeguarsi ai suoi standard. Penso a Madonna, a tutti gli altri...».
Dopo lo choc?
«Un senso di liberazione. L'idea di una persona che aveva cessato di lottare contro la crudeltà».
Non la immaginavo tanto partecipe.
«La sua storia mi ha coinvolto. Lui ha sempre subito questa ispezione maligna di un'America bigotta che ha bisogno dei mostri per sentirsi rassicurata. Senza mostri non c'è l'America».
Sembra un lutto privato, il suo.
«La fine di Michael Jackson è la fine di tutti noi. Sì, ci restano Michael Bublé, i Dire Straits, John Mayall... Ma lui era unico nella capacità di rubare l'attenzione del mondo, dai bambini agli adulti e questa, un po’, è roba che ci accomuna. Se mi va via lui, va via una parte di Renato».
Hanno accostato spesso in queste ore Michael Jackson a Madonna, tra le divinità pop.
«Lo trovo irriverente nei confronti di Michael. Lui incarna la perfezione di un disegno non solo artistico. Era un nero, non dimentichiamolo. La vittoria dei neri è sempre schiacciante in qualunque epoca. Da Jessie Owens a Barack Obama».
Un nero che si sbiancava.
«Capita quando hai sbagliato culla. La sua famiglia lo sfruttava portandolo in scena a cinque anni. Lui si è messo addosso la felicità di essere Michael Jackson solo il giorno in cui si è liberato di quel padre dittatore».
Popolari ed eccentrici, popolari nonostante la diversità. Anche questo vi accomuna.
«Si può essere stravaganti non per paraculaggine, ma per la felicità liberatoria di comunicare al mondo che sei te stesso finalmente. Ci si sbianca o ci si traveste anche per una sorta di riscatto, per chi come noi viene da una zona d'ombra».
La sua zona d'ombra?
«Quando all'anagrafe ti chiami Renato Fiacchini, hai un destino già assegnato e tu cambi nome, stravolgi le carte, scatta la censura del mondo. Sa una cosa? Solo oggi mi concedo di accarezzare le persone e di farmi accarezzare. Ero sempre in assetto di guerra. Quando m'insultavano, scendevo dal palco, andavo a scovare i vigliacchi, li pizzicottavo e li spogliavo. Li lasciavo in canottiera».
Lei ha sbagliato culla?
«No, per mia fortuna. Io la culla l'ho azzeccata. Quando sono nato, il benvenuto è stato molto rassicurante. A parte la flebo...».
La flebo?
«Sono nato con l'rh negativo di mia madre. Mi hanno dovuto sostituire completamente il sangue. A quei tempi si moriva per molto meno. Rinato... Renato. Credo non sia un caso».
Il concerto per l'Abruzzo a Roma, voluto da lei. Hanno scritto di un mezzo flop.
«Quando rivedi colleghi dopo tanto tempo, c'è la paura della riscoperta. Purtroppo, lo dico con languore, molti di questi miei amici non sono più gli stessi. Hanno creato intorno a sé barriere di manager, parrucchiere, adulatori. Il messaggio non è arrivato alla gente. Ci saremmo dovuti esporre di più nella comunicazione. La magia è scattata solo sul palco».
Il suo ultimo cd è forse il più autorale di sempre.
«Ho sempre lasciato a chi mi ascoltava la liberta di legare i fili dei tanti aquiloni. Stavolta gli ho detto: vieni con me, abbandonati, che ti faccio vedere il panorama dalla vertigine dei miei 58 anni».
«Presente», il titolo. Come una volta, all'appello di scuola.
«Presente vuol dire ci sono. Magari cambiato, ma sempre al tuo fianco. Sono convinto che anche oggi, qualche lustrino, qualche piuma, di straforo si vede sempre su di me. Il clown resta, anche quando ha perso il circo».
Dieci chili e chissà quante malinconie in più.
«Quando si cambia, devi anche assecondare il tuo corpo. Non puoi più pretendere di tornare ai 45 chili di una volta. La gente sotto dieta, quella sì è di una tristezza... Lo sguardo sguincio, l'occhio che cade. E poi, anche volendo, non potrei. Prendo dei metabloccanti che rallentano il metabolismo».
Un malinconico gaudente?
«Bazzico i ristoranti. I dieci chili che mi vengono imputati sono la prova che frequento. Che non sto a casa con l'imbalsamatore che mi dice: Fai il bagno coi sali del Mar Morto o metti 'sta pelle di lucertola che assorbe i grassi e i cattivi umori. Non rinuncio allo spaghetto, ma non prendo il Lexotan».
A nanna senza additivi?
«Dormo bene, quando non sono in tournée. Mi ci vogliono quattro, cinque ore per smaltire l'adrenalina».
Dorme da solo?
«Solo in un letto matrimoniale. Non si sa mai, dovesse arrivare qualcuno.... Chi dorme solo ha il vantaggio che non s'illude, non si fa dipendenze. L'ideale sarebbero due letti molto vicini».
Renato Zero oggi?
«Renato Zero oggi trova che il minimalismo in palcoscenico diventa sempre più interessante. Penso a Gilbert Becaud, Jacques Brel, la stessa Piaf. Per stare in palcoscenico come loro devi avere un carisma pazzesco. Certi musicisti hanno bisogno dei laser, quando non c'è la ciccia».
Renato Zero come Carmelo Bene, predicatore della sottrazione.
«L'ho odiato Carmelo Bene...».
Che le ha fatto?
«Cantavo in un locale a Firenze. La gente attaccata alle tende, aggrappata alle colonne. Si presentò lui, a spettacolo iniziato. Si siede, ascolta due canzoni, si alza e se ne va. L'avrei strangolato. Diceva ad amici comuni di Forte dei Marmi che era un mio estimatore e poi m'ha fatto fare 'sta figura di merda».
Invoca spesso la poesia nel suo ultimo cd. Merce scaduta?
«Un poeta non lo riconosci per la poesia che scrive, ma per la poesia che indossa. Per come si muove, come ti guarda, come sospira. Schifano era un poeta. Il coraggio di darsi senza risparmio».
Un poeta tra i suoi colleghi di oggi?
«Molte volte non diventi poeta perché non te ne rendi conto. La consapevolezza aiuta, non sminuisce. Un esempio? Claudio Baglioni. Un percorso, il suo, di tutto rispetto, ma ci sono pagine sue, sconosciute, di grande lirismo. Come "Gesù è mio fratello" che scrisse per Mia Martini».
Il poeta che è in lei.
«Da giovane bazzicavo Ventotene. Su quell'isola mi resi conto che quella parte di me andava curata e preservata».
Il pezzo che più somiglia alla sua pelle.
«"Il cielo". Fotografia amara e meravigliosa di questo '900. La speranza e la disperazione. Lo scrissi proprio a Ventotene».
«I migliori anni della nostra vita» è il preferito di molti di noi.
«Un giorno viene da me Maurizio Fabrizio, compositore straordinario, e mi fa: "Rena' senti 'sto pezzo". Era un cd logoro per quanto l'aveva fatto girare. Lo ascolto: un capolavoro. "Lo interpreto" dico io. E lui: "Sono contento, non l'ha voluto nessuno". E mi fa un elenco di nomi impressionanti».
Andreotti e la moglie lo ascoltano alla televisione, teneramente intimi sul divano, ne «Il divo» di Sorrentino.
«Un film girato da Dio. Mi chiamò Sorrentino: vuoi venire a vedere la sequenza, prima di dirmi no? Rimasi scioccato. Una scena di una potenza assoluta».
Ha appoggiato Giovanni Galli, candidato sindaco di Firenze.
«Siamo amici da sempre. Lo stimo. Basta con queste congreghe dei partiti. T'appioppano delle liste di gente senza volto e senza storia. Tu devi scegliere la persona. Il mio fornaio sotto casa lo manderei subito a Montecitorio».
Berlusconi dice: gli italiani mi amano e mi vogliono così.
«Essere amati con i soldi suoi è facile. L'amore è credibile quando non frequenta le banche e i centri di potere. La verità è che arriveremo a ottant'anni senza aver capito niente dell'amore».
Canta anche: «Vorrei fermarmi ma questo attrezzo non vuole... Dottore caro mi sento depresso, già condannato all'ennesimo amplesso».
«Attribuire al sesso tanta importanza è un paravento per certe nevrosi. Per non dire del ricorso idiota a certi farmaci».
Un monumento musicale di oggi.
«Ornella Vanoni. Meravigliosa».
Un monumento di ieri?
«Lucio Battisti. Aveva un carattere difficile ma, una volta che riuscivi a passare lo sbarramento, eri suo, ti faceva sentire a casa».
A lei capitò?
«Una volta fu bellissimo. Stavamo alla mensa dell'Rca. Lui da solo, io pure. Mi fa: vie' qua. Parlammo delle cose più disparate. Mi raccontò pure qualche barzelletta. Non benissimo, devo dire. Però sorrisi lo stesso, perché era tenero, da lui non te lo aspettavi».
http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/spettacoli/200906articoli/45015girata.asp
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Re: Renato Zero parla di Michael Jackson (La stampa)
Grazie..anche se l'intervistatore la frase "un nero che si sbiancava" poteva anche evitarla!
Ultima modifica di .Silvy. il Ven Set 04, 2009 10:53 pm - modificato 1 volta.
Applehead1993- Greatest Entertainer of All Time
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Re: Renato Zero parla di Michael Jackson (La stampa)
Prego ! Sono contento vi sia piaciuta
BlackOrWhite85- INVINCIBLE
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Roby990- INVINCIBLE
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Re: Renato Zero parla di Michael Jackson (La stampa)
Grazie . Peccato che creda alla storia dello sbiancamento ... per il resto solo belle parole.
Sposto in TESTIMONIANZE.
Sposto in TESTIMONIANZE.
Re: Renato Zero parla di Michael Jackson (La stampa)
Grazie! Piccola pecca: "Un nero che si sbiancava"..non so più se ridere o arrabbiarmi!
Dream88- The Wiz
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Re: Renato Zero parla di Michael Jackson (La stampa)
Giovanni ha scritto:Grazie . Peccato che creda alla storia dello sbiancamento ... per il resto solo belle parole.
Sposto in TESTIMONIANZE.
Ma dello sbiancamento non ne ha parlato lui. E Renato sa benissimo dei problemi della vitiligine.
BlackOrWhite85- INVINCIBLE
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Re: Renato Zero parla di Michael Jackson (La stampa)
Dream88 ha scritto:Grazie! Piccola pecca: "Un nero che si sbiancava"..non so più se ridere o arrabbiarmi!
E' il giornalista...
BlackOrWhite85- INVINCIBLE
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Re: Renato Zero parla di Michael Jackson (La stampa)
BlackOrWhite85 ha scritto:Dream88 ha scritto:Grazie! Piccola pecca: "Un nero che si sbiancava"..non so più se ridere o arrabbiarmi!
E' il giornalista...
infatti...ma perchè non lo vogliono capire che ha la vitiligine?
Applehead1993- Greatest Entertainer of All Time
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Re: Renato Zero parla di Michael Jackson (La stampa)
Grazie,belle le parole di Renato Zero.
Claudia71- INVINCIBLE
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Re: Renato Zero parla di Michael Jackson (La stampa)
non pensavo che anche uno come Renato Zero (molto amato da mia madre tra l'altro), un grande per noi in Italia, potesse avere delle belle parole per il nostro Michael, anche se possono essere considerate di circostanza, ma in queste situazioni uno non sa cosa dire e opta nel dire cose belle che non dovrebbero avere fraintendimenti, come quello che riguarda lo "sbiancamento"... ma vabbè!
Invincible89- INVINCIBLE
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Re: Renato Zero parla di Michael Jackson (La stampa)
se lo becco a roma glielo dico io...gli dico "A Renà viè un pò quaaa che te devo di na cooosaaa......!"Giovanni ha scritto:Grazie . Peccato che creda alla storia dello sbiancamento ... per il resto solo belle parole.
Sposto in TESTIMONIANZE.
PS: comunque Zero è un grande
Re: Renato Zero parla di Michael Jackson (La stampa)
raga non vi arrabbiate con renato al concerto ha fatto un bel tributo a michael e non solo c'erano le fasce da una parte dobleface una con renato presente zeronovetour dall'altra michael jackson:the immortal triumph of the king of the pop jacko forever ( che la custodirò gelosamente) e vi dico l'ha fatto col cuore grande renato per me il più sincero di tutti
elena- BAD
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Località : anzio
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Re: Renato Zero parla di Michael Jackson (La stampa)
Non c'è niente da fare...la storia dello "sbianacmento della pelle" ritorna sempre incalzante!!
E' inutile, si può dire, dimostrare, mostrare, ribasire e gridare che Michael aveva la vitiligine...ma i giornalisti continueranno con la versione che fa più "scoop", quella dello sbiancamento!
Che rabbia mi viene!!!!!La peggior cosa che si possa dire ad un nero è di non volerlo essere; chiunque ama ed ha orgoglio della sua "razza" (se così si può chiamare), ma credo che per le persone di colore questo discorso vale ancora di più er quello che hanno passato nel corso dei secoli e per il riscatto che hanno avuto...come si può dire che Michael ripudiasse la sua razza??Scusate lo sfogo....ma ce l'aveva qua.....!!!
E' inutile, si può dire, dimostrare, mostrare, ribasire e gridare che Michael aveva la vitiligine...ma i giornalisti continueranno con la versione che fa più "scoop", quella dello sbiancamento!
Che rabbia mi viene!!!!!La peggior cosa che si possa dire ad un nero è di non volerlo essere; chiunque ama ed ha orgoglio della sua "razza" (se così si può chiamare), ma credo che per le persone di colore questo discorso vale ancora di più er quello che hanno passato nel corso dei secoli e per il riscatto che hanno avuto...come si può dire che Michael ripudiasse la sua razza??Scusate lo sfogo....ma ce l'aveva qua.....!!!
Simona83- Talento Motown
- Numero di messaggi : 70
Età : 41
Località : Milano
Data d'iscrizione : 25.11.09
Re: Renato Zero parla di Michael Jackson (La stampa)
MICHAEL AVEVA LA VITILIGINEEEE LO VOLETE CAPIREEE
King Of Pop 4ever- Giovane Promessa
- Numero di messaggi : 1
Data d'iscrizione : 25.11.09
Re: Renato Zero parla di Michael Jackson (La stampa)
King Of Pop 4ever ha scritto:MICHAEL AVEVA LA VITILIGINEEEE LO VOLETE CAPIREEE
Ciao, prima di navigare dovresti presentarti in PRESENTAZIONI, e soprattutto leggere il REGOLAMENTO
Re: Renato Zero parla di Michael Jackson (La stampa)
bellissime parole quelle di renato!!!
<3...billie jean...<3- Bad Tour
- Numero di messaggi : 387
Età : 32
Località : catania e con il cuore e con la mente appollaiata in uno spicchio di luna con michael!!!
Data d'iscrizione : 15.11.09
Re: Renato Zero parla di Michael Jackson (La stampa)
RENATO ZERO canta insieme a Lionel Richie, Joe Cocker e Pavarotti WE ARE THE WORLD.
https://www.youtube.com/watch?v=nbcpPxn3Ti8
Sei unico Renato
https://www.youtube.com/watch?v=nbcpPxn3Ti8
Sei unico Renato
BlackOrWhite85- INVINCIBLE
- Numero di messaggi : 937
Età : 39
Località : Calabria
Data d'iscrizione : 04.09.09
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