Il cuore di MJ aveva ricominciato a battere per 10 minuti

MJ aveva ripreso a respirare per 10 minuti in seguito ai tentativi di rianimazione praticatigli all’UCLA.

La scioccante rivelazione è emersa dai documenti legali presentati da Joe Jackson nella causa per morte ingiusta intentata ai danni di Murray.

Il Dr. Richelle Cooper ed il suo team sarebbero riusciti a ripristinare una debole attività cardiaca e respiratoria un’ora dopo che MJ era andato in arresto cardiaco.

Un estratto del documento pubblicato sul “News Of The World”riporta:

“Alle 13:21, gli infermieri e i medici all’UCLA riscontrarono un debole polso femorale ed una debole attività cardiaca. Alle 13:22 Michael Jackson mostrava attività cardiaca. Alle 13:33 mostrava un ritmo ventricolare debole.”

Il dottor Cooper ha inoltre riportato che dopo esser stato intubato, MJ presentava inizialmente un ritmo cardiaco ampio e lento. Alle 13:52 sarebbero stati registrati 53 battiti al minuto e ad un certo punto la pressione diastolica sarebbe passata da 20 a 40, a volte anche 60.

Malgrado questi tentativi, il cuore di MJ non ha ripreso a battere autonomamente, pertanto è stato dichiarato morto alle 14:26.

Nella sua causa legale, Joe Jackson accusa Murray di aver causato la morte di Michael per avergli somministrato farmaci e per non averlo portato prima in ospedale. Allo stesso modo, Murray avrebbe compromesso i tentativi di rianimazione per non aver da subito informato i paramedici del potente farmaco che aveva somministrato ad MJ (Propofol). All’UCLA il medico avrebbe inoltre dichiarato al Dr. Cooper che Michael non era stato di recente malato, quando invece dall’autopsia è emerso che il cantante fosse affetto da polmonite, bronchite e gonfiore cerebrale.

Fonte: http://www.sawfnews.com/Gossip/63256.aspx