[ARTICOLO] Michael Jackson: psicoanalisi di un mito
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Giovanni
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[ARTICOLO] Michael Jackson: psicoanalisi di un mito
Michael Jackson: psicoanalisi di un mito
08/09/2009 - 21:11
Il 25 giugno 2009, come spesso accade, mentre l’uomo Michael Jackson perdeva la vita, il suo mito riprendeva vigore. La morte del re del pop ha riportato tristemente la star all’attenzione del mondo, più di quanto avrebbero fatto i concerti in programma. Più o meno fan, tutti abbiamo seguito la sua musica e la sua vita, contribuendo alla costruzione mediatica di un personaggio sotto il cui peso l’uomo Michael Jackson è rimasto schiacciato. Dopo la sua morte riemergono miti e verità degli anni ’80-’90: le mitologiche tecniche per diventare bianco, le accuse di pedofilia, le manie ossessive sull’igiene, le continue operazioni di chirurgia plastica e la pericolosa dipendenza dai farmaci. Sappiamo che una massa non pensa quanto un Io singolo, soprattutto una massa mediatica provocata ad arte, ma dopo la tragica fine della pop star in molti hanno sentito l’esigenza di porre maggiore attenzione al dramma di un uomo, tralasciando il mito mediatico. Scovare le verità è difficile, ma è possibile ricostruire una versione quantomeno plausibile dell’uomo che sta sotto al personaggio, prestando attenzione ad esempio le testimonianze che lo stesso Michael ha sempre cercato di far ascoltare. Michael Jackson ha subito un padre violento e aguzzino, che vedeva in lui un investimento più che un figlio, tanto da impedire il suo sviluppo sia dal punto di vista fisico, dato che gli somministrava ormoni femminili per mantenere la sua famosa voce bianca, sia dal punto di vista psicologico, incastrandolo con violenze di vario tipo in una percezione di sé costantemente inadeguata e passiva. La virilità del piccolo Michael è stata così castrata da entrambi i punti di vista, tanto che pare non essere mai riuscito a sviluppare un vita sessuale adeguata alla sua età, rifugiandosi invece nell’amore infantile verso i bambini, verosimilmente privo di una sessualità adulta alla quale appunto non aveva accesso. L’ansia di castrazione diviene per Michael un timore concreto e contribuisce allo sviluppo di una personalità isterica, caratterizzata da un cospicuo ricorso alla regressione alle fasi infantili. Cerca così le attenzioni accudenti degli altri teatralizzando la sua spiccata emotività infantile, tanto da costruirsi un mondo parallelo come Neverland e impiegare buona parte delle proprie energie per salvare i suoi simili, ovvero i bambini in difficoltà. Nel frattempo la pop star Michael Jackson raggiunge gli apici del successo, visto che la spiccata emotività tipica di questo tipo di personalità si incontra con una fervida e creativa intelligenza, formando una miscela esplosiva. L’isteria è tipicamente caratterizzata dal timore della sessualità, ma anche da una forte attrazione per la stessa, che si risolve emblematicamente in Michael con una potente seduttività del personaggio, contrastante con la timida ritrosia infantile dell’uomo reale. La gente lo adora e Michael pare riuscire a trovare ciò di cui ha fortemente bisogno: affetto e attenzioni continuative. Il bisogno vitale di mantenere le attenzioni su di sé, che contrasta con la sua carente autostima, frutto di una vita di vessazioni da parte del padre, lo costringono ad una anelante ricerca di un modello di perfezione irraggiungibile. Nonostante le continue operazioni di chirurgia estetica, rimane costantemente insoddisfatto del proprio corpo, che d’altro canto non si esime dal metterlo in difficoltà, visto che si ammala di una deturpante malattia che toglie pigmentazione alla pelle: la vitiligine. Diventa quasi completamente bianco, ma rimangono alcune antiestetiche macchie nere sul suo corpo, inoltre deve evitare accuratamente i dannosi raggi del sole. Il suo stile diviene così sempre più bizzarro e il personaggio mediatico prende vita propria, fino ad arrivare all’accusa di molestie su minori, che sopravviveranno all’assoluzione al processo. Michael perde l’equilibrio precario che lo caratterizzava e si rifugia nella regressione di Neverland, ossessionato dall’igiene e dalla contaminazione da parte di quel mondo esterno adulto, ormai troppo minaccioso per poter essere tollerato. L’uomo Michael Jackson muore a 50 anni, senza riuscire ad affrontare di nuovo il suo pubblico e dando vita ad ulteriori miti sul suo personaggio, ma anche all’attenzione di molti all’uomo che è stato.
Il 25 giugno 2009, come spesso accade, mentre l’uomo Michael Jackson perdeva la vita, il suo mito riprendeva vigore. La morte del re del pop ha riportato tristemente la star > 21:11 del 08/09/2009
08/09/2009 - 21:11
Il 25 giugno 2009, come spesso accade, mentre l’uomo Michael Jackson perdeva la vita, il suo mito riprendeva vigore. La morte del re del pop ha riportato tristemente la star all’attenzione del mondo, più di quanto avrebbero fatto i concerti in programma. Più o meno fan, tutti abbiamo seguito la sua musica e la sua vita, contribuendo alla costruzione mediatica di un personaggio sotto il cui peso l’uomo Michael Jackson è rimasto schiacciato. Dopo la sua morte riemergono miti e verità degli anni ’80-’90: le mitologiche tecniche per diventare bianco, le accuse di pedofilia, le manie ossessive sull’igiene, le continue operazioni di chirurgia plastica e la pericolosa dipendenza dai farmaci. Sappiamo che una massa non pensa quanto un Io singolo, soprattutto una massa mediatica provocata ad arte, ma dopo la tragica fine della pop star in molti hanno sentito l’esigenza di porre maggiore attenzione al dramma di un uomo, tralasciando il mito mediatico. Scovare le verità è difficile, ma è possibile ricostruire una versione quantomeno plausibile dell’uomo che sta sotto al personaggio, prestando attenzione ad esempio le testimonianze che lo stesso Michael ha sempre cercato di far ascoltare. Michael Jackson ha subito un padre violento e aguzzino, che vedeva in lui un investimento più che un figlio, tanto da impedire il suo sviluppo sia dal punto di vista fisico, dato che gli somministrava ormoni femminili per mantenere la sua famosa voce bianca, sia dal punto di vista psicologico, incastrandolo con violenze di vario tipo in una percezione di sé costantemente inadeguata e passiva. La virilità del piccolo Michael è stata così castrata da entrambi i punti di vista, tanto che pare non essere mai riuscito a sviluppare un vita sessuale adeguata alla sua età, rifugiandosi invece nell’amore infantile verso i bambini, verosimilmente privo di una sessualità adulta alla quale appunto non aveva accesso. L’ansia di castrazione diviene per Michael un timore concreto e contribuisce allo sviluppo di una personalità isterica, caratterizzata da un cospicuo ricorso alla regressione alle fasi infantili. Cerca così le attenzioni accudenti degli altri teatralizzando la sua spiccata emotività infantile, tanto da costruirsi un mondo parallelo come Neverland e impiegare buona parte delle proprie energie per salvare i suoi simili, ovvero i bambini in difficoltà. Nel frattempo la pop star Michael Jackson raggiunge gli apici del successo, visto che la spiccata emotività tipica di questo tipo di personalità si incontra con una fervida e creativa intelligenza, formando una miscela esplosiva. L’isteria è tipicamente caratterizzata dal timore della sessualità, ma anche da una forte attrazione per la stessa, che si risolve emblematicamente in Michael con una potente seduttività del personaggio, contrastante con la timida ritrosia infantile dell’uomo reale. La gente lo adora e Michael pare riuscire a trovare ciò di cui ha fortemente bisogno: affetto e attenzioni continuative. Il bisogno vitale di mantenere le attenzioni su di sé, che contrasta con la sua carente autostima, frutto di una vita di vessazioni da parte del padre, lo costringono ad una anelante ricerca di un modello di perfezione irraggiungibile. Nonostante le continue operazioni di chirurgia estetica, rimane costantemente insoddisfatto del proprio corpo, che d’altro canto non si esime dal metterlo in difficoltà, visto che si ammala di una deturpante malattia che toglie pigmentazione alla pelle: la vitiligine. Diventa quasi completamente bianco, ma rimangono alcune antiestetiche macchie nere sul suo corpo, inoltre deve evitare accuratamente i dannosi raggi del sole. Il suo stile diviene così sempre più bizzarro e il personaggio mediatico prende vita propria, fino ad arrivare all’accusa di molestie su minori, che sopravviveranno all’assoluzione al processo. Michael perde l’equilibrio precario che lo caratterizzava e si rifugia nella regressione di Neverland, ossessionato dall’igiene e dalla contaminazione da parte di quel mondo esterno adulto, ormai troppo minaccioso per poter essere tollerato. L’uomo Michael Jackson muore a 50 anni, senza riuscire ad affrontare di nuovo il suo pubblico e dando vita ad ulteriori miti sul suo personaggio, ma anche all’attenzione di molti all’uomo che è stato.
Il 25 giugno 2009, come spesso accade, mentre l’uomo Michael Jackson perdeva la vita, il suo mito riprendeva vigore. La morte del re del pop ha riportato tristemente la star > 21:11 del 08/09/2009
*Ciccia76mj*- INVINCIBLE
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Re: [ARTICOLO] Michael Jackson: psicoanalisi di un mito
Non so ... non mi piace molto quest'articolo.
Re: [ARTICOLO] Michael Jackson: psicoanalisi di un mito
Giovanni ha scritto:Non so ... non mi piace molto quest'articolo.
badboy87- INVINCIBLE
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Re: [ARTICOLO] Michael Jackson: psicoanalisi di un mito
non piace neanche a me alcune cose non sono neanche vere secondo me
sissy993- INVINCIBLE
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Re: [ARTICOLO] Michael Jackson: psicoanalisi di un mito
sissy993 ha scritto:non piace neanche a me alcune cose non sono neanche vere secondo me
eh si
jacksina97- INVINCIBLE
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Re: [ARTICOLO] Michael Jackson: psicoanalisi di un mito
Infatti...l'ho postato apposta, per capire se ero io che non riuscivo a comprendere o era effettivamente quello che c'è scritto che non quadra...voglio dire che Michael fosse stato maltrattato dal padre, che fosse un "eterno bambino" ci stà; ma che fosse fragile, isterico, con un precario equilibrio ecc...a me non risulta. Mi fa piacere che non sono io la matta ma loro.
*Ciccia76mj*- INVINCIBLE
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Re: [ARTICOLO] Michael Jackson: psicoanalisi di un mito
bè si...poteva avere dei problemi a livello personale dato quello che ha sopportato nell'infantia ma l'articolo mi sembra un po' esagerato..
michela- INVINCIBLE
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Re: [ARTICOLO] Michael Jackson: psicoanalisi di un mito
Ho letto la prima frase..mi fermo qui...già non mi piace...mah...quand'è che scriveranno un articolo serio su di lui...adesso oltre a fare i giornalisti si riscoprono pure psicanalisti?Ma lo sanno almeno che è la psicoanalisi? >.<
Applehead1993- Greatest Entertainer of All Time
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Re: [ARTICOLO] Michael Jackson: psicoanalisi di un mito
concordo pienamente con .Silvy. ....
celeste- INVINCIBLE
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Re: [ARTICOLO] Michael Jackson: psicoanalisi di un mito
badboy87 ha scritto:Giovanni ha scritto:Non so ... non mi piace molto quest'articolo.
ri
Roby990- INVINCIBLE
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Re: [ARTICOLO] Michael Jackson: psicoanalisi di un mito
Psicanalisi da quattro soldi,fatta da un psicanalista che vale ancora meno....
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