Blood on a dancefloor: Interpretazione copertina
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GiulyMJ99
smelly jackson
Your Someone in the Dark
michael my hope
Giuspe
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Blood on a dancefloor: Interpretazione copertina
Blood on a dancefloor: Interpretazione copertina
BLOOD ON THE DANCE FLOOR, CASUALITA’ O PROFEZIA?
Analizziamo brevemente la copertina di "Blood on the Dance Floor":
Quest'album mi aveva già destato dei sospetti dalla sua uscita, nel 1997.
Michael che sforna un cd dopo solo due anni da HIStory che era ancora all'attivo, quando solitamente ce ne impiega ben quattro? Per poi fare uscire solo 5 inediti e tutti remix?!
Nel 1997 è uscito anche il cortometraggio "Ghosts". Allora perché non fare uscire una specie di colonna sonora di "Ghosts" (magari con la stessa copertina), come promozione?
Da notare che all'interno di BOTDF è presente "Morphine", che sembra quasi una predizione della sua morte.
Ma analizziamo la cover del cd.
Michael si trova su una scacchiera. E' forse lui una pedina mossa da qualcuno? Il sistema?
Ai polsi ha delle catene come bracciali. Probabilmente si sente incatenato da qualcosa o qualcuno.
E' la sua prima copertina in cui si "muove", in cui non è in posizione statica o in posa. Come a rivelare che si vuole ribellare a qualcosa.
Il titolo "Blood in the Dance Floor" sembra scritto con il sangue. Lui stesso è vestito di rosso (di sangue), come a simboleggiare che sia la vittima di qualcosa.
Urla come per dire: "Noooo!" e con il braccio destro indica una città dietro di lui. Una città che sembra New York. Una città che sprofonda sotto il "campo di gioco", la scacchiera. Sopra questa città delle nuvole che sembrano la città stessa. Questa volta in polvere e fumo.
E qui mi vengono i brividi perché mi suona tanto di 11 settembre.
Michael sapeva?
Noi non lo sapremo mai.
Inoltre mi viene da chiedermi: ma questa città sprofondata, o meglio, sommersa dall'acqua, potrebbe essere un'altra profezia di un avvenimento non ancora accaduto, magari sempre nella città di New York?
Altra curiosità.
Michael è morto il 25-6-2009. Sommate 25 + 6 + 2009. Il numero che esce vi ricorda qualcosa dell'HIStory Tour?! Coincidenza?
Qualcuno mi ha insegnato che le coincidenze non esistono.
Cliccare la foto per vedere la scritta "MJ - 2040":
Inoltre "Blood on the Dance Floor" si traduce con "Sangue sulla Pista da Ballo". La pista da ballo in questo caso potrebbe essere intesa come palco. Palco dell'Arena O2 di Londra dove doveva tenere 50 concerti del This Is It Tour. Michael muore appena due settimane dall'inizio del tour.
Michael è stato ucciso perché avrebbe fruttato ancora più soldi? E' stato "versato del sangue"?
Continuando ad analizzare la copertina di Blood On The Dance Floor, si può chiaramente notare il pavimento a scacchi.
Il pavimento a scacchi è un simbolo massonico.
Per capire meglio, vi riporto alcuni passaggi presi da un paio di siti.
Tempio massonico.
Dal sito: http://www.satorws.com/scacchi.htm
[…] Si tratta di un gioco antico persiano, il nome deriva dalla parola persiana per re, ovvero Scià (versione in grafia italiana del più corretto Shah) e il termine Scacco Matto, che pone fine al gioco, deriva dalla frase parimenti persiana "Shah Màt", "il re è morto". […]
[…] implicazioni esoteriche che circondano i pezzi e la scacchiera: tuttavia solo ricorrendo a una profonda analisi del simbolismo in essi contenuto è possibile risolvere l'enigma che sta alla base del fascino esercitato in tutti questi millenni. A nostro avviso, pare evidente che le favolette sull'origine degi Scacchi in India o Cina non tengono conto di un fatto lampante, e cioè che già gli Egizi conoscevano un gioco estremamente simile, quantomeno nell'aspetto: un gioco eccezionale, basato su una scacchiera di 30 o 33 caselle, con pezzi bianchi e neri, il cui significato era salvifico prima ancora che ricreativo. […]
[…] La prima raffigurazione del Senet risale al 2600 BCE, con il faraone Hesy, mentre Tutankhamon, nel suo sepolcro, aveva quattro scacchiere ad accompagnarlo nel viaggio verso il Duat. E' questa infatti l'assoluta particolarità di questo gioco: il movimento delle pedine sulla tavola di gioco infatti corrisponde al percorso del defunto nell'Aldilà e il successo garantiva al vincitore la rinascita dopo la morte; nel vincere la sfida verso gli Inferi, in un certo senso si rappresentava la battaglia del Bene contro il Male. […]
[…] Il Libro dei Morti in tal senso è esplicito nell'affermare che il defunto avrebbe dovuto infatti disputare una partita contro un avversario invisibile per poter accedere al Regno dei Morti. […]
[…] Il Bianco rappresenta la Luce, l'anima pura, l'energia sacra che abbiamo al nostro interno. Il Nero invece, alchimisticamente, rappresenta la Nigredo, la Nera Notte dell'Anima, la morte spirituale che dobbiamo affrontare in vista della Resurrezione. La Scacchiera riproduce perfettamente questo dualismo, al punto che il pavimento a scacchi bianchi e neri è presente ancor oggi nei Templi Massonici (nonché nella chiesa di Rennes-le-Château). […]
[…] La chiave di tutto il gioco sono i due Re, bianco e nero. Il Re quindi rappresenta il nostro Io, la parte bianca pura e compassionevole e una nera, quella più istintuale e impura. […]
[…] Se il Re è l'Io, la Regina rappresenta il potere della Sapienza. In un certo senso la Regina rappresenta la Dea che ci aiuta sempre, la coscienza cosmica della Madre Terra. E' il pezzo più potente della Scacchiera, si muove in ogni direzione e a qualunque distanza ed è in grado di spargere il terrore tra le fila nemiche, mangiando le figure una dopo l'altra. Il significato esoterico è quello di indicare la Dea che esiste e ci protegge ovunque, aiutandoci nel nostro cammino: a patto di saperla muovere correttamente, usandola ("evocandola") con saggezza. […]
[…] Le Torri invece hanno un simbolismo fortemente massonico, presenti come sono in tante carte dei Tarocchi. La Torre rappresenta la forza, la protezione, la difesa ed è in grado di proteggere il Re. Ma come gli stessi Tarocchi ci insegnano, la Torre può crollare e questo pezzo che muove ortogonalmente espone il Re a tutti i pericoli. Una "Fortezza di Razionalità" e di convinzioni dietro cui tutti noi umani ci nascondiamo, ma che può crollare e lasciarci nudi e indifesi. […]
Forse queste Torri hanno più importanza di quanto sembra (come vedremo nel post successivo).
E forse interpretare Michael come il “Re” (essendo lui il “Re del Pop”), nel gioco degli scacchi sarebbe troppo banale, ma forse…
[…] il pezzo più importante simbolicamente è il pedone. Ve ne sono otto, sono vulnerabili come "carne da cannone", ma sono in grado di vincere la partita e se raggiungono l'estremità opposta della Scacchiera, sono in grado di trasformarsi in un altro pezzo. Rappresentano il microcosmo che diventa macrocosmo, il piccolo che è in grado di modificare, di migliorare l'Universo. I pericoli sono infiniti, la strategia spesso porta a sacrificare queste figure, ma anche una sola è depositaria di un potere notevole: diventare il giustiziere del Re opposto. E' la Speranza del Divino che guida l'Uomo, che lo ispira, che lo fa alzare dal letto ogni mattina. E' questa speranza invisibile che lo porta a battersi, ad affrontare battaglie contro avversari impari e, a volte, di vincere. L'essenza stessa degli Scacchi sta in questo povero pedone, simbolo e rappresentazione dell'essere umano, che partecipa più o meno consapevolmente al dramma cosmico della Lotta tra Bene e Male. […]
[…] Il messaggio che gli Scacchi, dai tempi dei Faraoni, ci lanciano è questo: combattete, combattete per voi stessi, per chi amate, per i vostri ideali. La sorte della partita è ignota, e poi che vinca il Bianco o il Nero, ci sarà sempre un'altra partita. Ma ora stiamo giocando questa, e occorre muoversi con intelligenza e criterio verso l'annullamento dell'avversario. Nel rispetto del Cosmo, delle forze della Natura, di se stessi. E chissà, forse davvero dopo la nostra morte ci sarà una partita a Scacchi con un nemico invisibile… […]
Mi sembra che queste parole si commentano da sole.
L’altro sito invece riposta due cosette curiose: http://www.tradizioneiniziatica.org/pavimento_a_sca...
[…] Altre opposizioni (collegate alle precedenti) sono quelle fra libertà e necessità, volontà e destino, ignoranza e conoscenza, in cui libertà, volontà, conoscenza (bianco) stanno dal lato dell’essenza, del soggetto, mentre necessità, destino, ignoranza (nero) stanno dal lato della sostanza, dell’oggetto, di tutto ciò che, in tutto o in parte, per una insufficienza evidentemente del soggetto, sfugge all’atto conoscitivo, e su cui, di conseguenza, non può esercitarsi liberamente la volontà, così che apparirà come ineluttabilità, come destino. […]
[…] Come nel gioco degli scacchi il giocatore è libero di scegliere la mossa da effettuare, ma ogni mossa comporta una serie di conseguenze, che, di mossa in mossa, limitano sempre più il suo potere di scelta e la sua azione, altrettanto avviene nella vita dove le azioni (anch’esse definite da una forma come gli esseri che le compiono) sono gravide di conseguenze parimenti irreversibili (factum infectum fieri nequit, quel che è fatto è fatto, indietro non si può tornare, è il presupposto oggettivo della responsabilità), ogni effetto essendo causa di un effetto ulteriore, dove la libertà esistente all’inizio della catena causale non ha più possibilità da giocare (o le ha assai minime ed ininfluenti), per cui l’evento che chiude tale catena apparirà come una inevitabile decisione del destino. […]
Ho duplicato la copertina e ho sovrapposto l’originale alla sua immagine speculare, e ho iniziato a muovere una delle due sull’asse orizzontale.
Unendo i due pugni di MJ, sotto di essi appaiono le Torri Gemelle. E’ sicuramente uno scorcio di New York, da come si nota chiaramente nella foto sotto. Sopra le due Torri si può addirittura notare una continuazione in altezza delle stesse, formata con il fumo. Sopra i pugni, la parola “Blood” (“sangue”). Tutto sulla stessa asse verticale.
L’album è stato pubblicato nel 1997.
Forse Michael voleva dirci qualcosa con il suo “HIStory in the Mix”?
Altre interpretazioni:
(Le tecniche dell'immagine speculare sono state anche utilizzate per interpretare i quadri di Leonardo Da Vinci)...
Blood On The Dance Floor.
Brano che dà il titolo all'album in cui è presente la sopra citata "Morphine".
Se diamo un'occhiata al videoclip, si può notare che il cuore dolorante è presente più volte:
fig.1 intro e fine: il disegno del cuore accoltellato. Il cuore sanguina ed è circondato da un filo spinato. Dal'arteria coronaria esce una fiamma (è evidentemente una rappresentazione del Sacro Cuore di Gesù - figg.5-6).
fig.2-4 Michael più volte nel video si tocca il cuore, come se fosse attaccato da un malore. Da notare che ogni volta Michael è sdraiato per terra.
fig.3 l'inquadrature successiva al primo piano delle mani che toccano il cuore (fig.2) è seguita da un'espressione di "Susie" molto particolare.
Ovviamente tutto questo potrebbe essere contestualizzato e romanzato nella “storia d’amore” descritta nel testo. Anche se io non credo che sia una storia d’amore. Né tantomeno che si parli di una donna. Forse Michael voleva che leggessimo tra le righe.
“It's not about love and romance
And now you're gonna get it
Every hot man is out takin' a chance
It's not about love and romance
And now you do regret it”
Fonte: someplace-else.myblog.it
BLOOD ON THE DANCE FLOOR, CASUALITA’ O PROFEZIA?
Analizziamo brevemente la copertina di "Blood on the Dance Floor":
Quest'album mi aveva già destato dei sospetti dalla sua uscita, nel 1997.
Michael che sforna un cd dopo solo due anni da HIStory che era ancora all'attivo, quando solitamente ce ne impiega ben quattro? Per poi fare uscire solo 5 inediti e tutti remix?!
Nel 1997 è uscito anche il cortometraggio "Ghosts". Allora perché non fare uscire una specie di colonna sonora di "Ghosts" (magari con la stessa copertina), come promozione?
Da notare che all'interno di BOTDF è presente "Morphine", che sembra quasi una predizione della sua morte.
Ma analizziamo la cover del cd.
Michael si trova su una scacchiera. E' forse lui una pedina mossa da qualcuno? Il sistema?
Ai polsi ha delle catene come bracciali. Probabilmente si sente incatenato da qualcosa o qualcuno.
E' la sua prima copertina in cui si "muove", in cui non è in posizione statica o in posa. Come a rivelare che si vuole ribellare a qualcosa.
Il titolo "Blood in the Dance Floor" sembra scritto con il sangue. Lui stesso è vestito di rosso (di sangue), come a simboleggiare che sia la vittima di qualcosa.
Urla come per dire: "Noooo!" e con il braccio destro indica una città dietro di lui. Una città che sembra New York. Una città che sprofonda sotto il "campo di gioco", la scacchiera. Sopra questa città delle nuvole che sembrano la città stessa. Questa volta in polvere e fumo.
E qui mi vengono i brividi perché mi suona tanto di 11 settembre.
Michael sapeva?
Noi non lo sapremo mai.
Inoltre mi viene da chiedermi: ma questa città sprofondata, o meglio, sommersa dall'acqua, potrebbe essere un'altra profezia di un avvenimento non ancora accaduto, magari sempre nella città di New York?
Altra curiosità.
Michael è morto il 25-6-2009. Sommate 25 + 6 + 2009. Il numero che esce vi ricorda qualcosa dell'HIStory Tour?! Coincidenza?
Qualcuno mi ha insegnato che le coincidenze non esistono.
Cliccare la foto per vedere la scritta "MJ - 2040":
Inoltre "Blood on the Dance Floor" si traduce con "Sangue sulla Pista da Ballo". La pista da ballo in questo caso potrebbe essere intesa come palco. Palco dell'Arena O2 di Londra dove doveva tenere 50 concerti del This Is It Tour. Michael muore appena due settimane dall'inizio del tour.
Michael è stato ucciso perché avrebbe fruttato ancora più soldi? E' stato "versato del sangue"?
Continuando ad analizzare la copertina di Blood On The Dance Floor, si può chiaramente notare il pavimento a scacchi.
Il pavimento a scacchi è un simbolo massonico.
Per capire meglio, vi riporto alcuni passaggi presi da un paio di siti.
Tempio massonico.
Dal sito: http://www.satorws.com/scacchi.htm
[…] Si tratta di un gioco antico persiano, il nome deriva dalla parola persiana per re, ovvero Scià (versione in grafia italiana del più corretto Shah) e il termine Scacco Matto, che pone fine al gioco, deriva dalla frase parimenti persiana "Shah Màt", "il re è morto". […]
[…] implicazioni esoteriche che circondano i pezzi e la scacchiera: tuttavia solo ricorrendo a una profonda analisi del simbolismo in essi contenuto è possibile risolvere l'enigma che sta alla base del fascino esercitato in tutti questi millenni. A nostro avviso, pare evidente che le favolette sull'origine degi Scacchi in India o Cina non tengono conto di un fatto lampante, e cioè che già gli Egizi conoscevano un gioco estremamente simile, quantomeno nell'aspetto: un gioco eccezionale, basato su una scacchiera di 30 o 33 caselle, con pezzi bianchi e neri, il cui significato era salvifico prima ancora che ricreativo. […]
[…] La prima raffigurazione del Senet risale al 2600 BCE, con il faraone Hesy, mentre Tutankhamon, nel suo sepolcro, aveva quattro scacchiere ad accompagnarlo nel viaggio verso il Duat. E' questa infatti l'assoluta particolarità di questo gioco: il movimento delle pedine sulla tavola di gioco infatti corrisponde al percorso del defunto nell'Aldilà e il successo garantiva al vincitore la rinascita dopo la morte; nel vincere la sfida verso gli Inferi, in un certo senso si rappresentava la battaglia del Bene contro il Male. […]
[…] Il Libro dei Morti in tal senso è esplicito nell'affermare che il defunto avrebbe dovuto infatti disputare una partita contro un avversario invisibile per poter accedere al Regno dei Morti. […]
[…] Il Bianco rappresenta la Luce, l'anima pura, l'energia sacra che abbiamo al nostro interno. Il Nero invece, alchimisticamente, rappresenta la Nigredo, la Nera Notte dell'Anima, la morte spirituale che dobbiamo affrontare in vista della Resurrezione. La Scacchiera riproduce perfettamente questo dualismo, al punto che il pavimento a scacchi bianchi e neri è presente ancor oggi nei Templi Massonici (nonché nella chiesa di Rennes-le-Château). […]
[…] La chiave di tutto il gioco sono i due Re, bianco e nero. Il Re quindi rappresenta il nostro Io, la parte bianca pura e compassionevole e una nera, quella più istintuale e impura. […]
[…] Se il Re è l'Io, la Regina rappresenta il potere della Sapienza. In un certo senso la Regina rappresenta la Dea che ci aiuta sempre, la coscienza cosmica della Madre Terra. E' il pezzo più potente della Scacchiera, si muove in ogni direzione e a qualunque distanza ed è in grado di spargere il terrore tra le fila nemiche, mangiando le figure una dopo l'altra. Il significato esoterico è quello di indicare la Dea che esiste e ci protegge ovunque, aiutandoci nel nostro cammino: a patto di saperla muovere correttamente, usandola ("evocandola") con saggezza. […]
[…] Le Torri invece hanno un simbolismo fortemente massonico, presenti come sono in tante carte dei Tarocchi. La Torre rappresenta la forza, la protezione, la difesa ed è in grado di proteggere il Re. Ma come gli stessi Tarocchi ci insegnano, la Torre può crollare e questo pezzo che muove ortogonalmente espone il Re a tutti i pericoli. Una "Fortezza di Razionalità" e di convinzioni dietro cui tutti noi umani ci nascondiamo, ma che può crollare e lasciarci nudi e indifesi. […]
Forse queste Torri hanno più importanza di quanto sembra (come vedremo nel post successivo).
E forse interpretare Michael come il “Re” (essendo lui il “Re del Pop”), nel gioco degli scacchi sarebbe troppo banale, ma forse…
[…] il pezzo più importante simbolicamente è il pedone. Ve ne sono otto, sono vulnerabili come "carne da cannone", ma sono in grado di vincere la partita e se raggiungono l'estremità opposta della Scacchiera, sono in grado di trasformarsi in un altro pezzo. Rappresentano il microcosmo che diventa macrocosmo, il piccolo che è in grado di modificare, di migliorare l'Universo. I pericoli sono infiniti, la strategia spesso porta a sacrificare queste figure, ma anche una sola è depositaria di un potere notevole: diventare il giustiziere del Re opposto. E' la Speranza del Divino che guida l'Uomo, che lo ispira, che lo fa alzare dal letto ogni mattina. E' questa speranza invisibile che lo porta a battersi, ad affrontare battaglie contro avversari impari e, a volte, di vincere. L'essenza stessa degli Scacchi sta in questo povero pedone, simbolo e rappresentazione dell'essere umano, che partecipa più o meno consapevolmente al dramma cosmico della Lotta tra Bene e Male. […]
[…] Il messaggio che gli Scacchi, dai tempi dei Faraoni, ci lanciano è questo: combattete, combattete per voi stessi, per chi amate, per i vostri ideali. La sorte della partita è ignota, e poi che vinca il Bianco o il Nero, ci sarà sempre un'altra partita. Ma ora stiamo giocando questa, e occorre muoversi con intelligenza e criterio verso l'annullamento dell'avversario. Nel rispetto del Cosmo, delle forze della Natura, di se stessi. E chissà, forse davvero dopo la nostra morte ci sarà una partita a Scacchi con un nemico invisibile… […]
Mi sembra che queste parole si commentano da sole.
L’altro sito invece riposta due cosette curiose: http://www.tradizioneiniziatica.org/pavimento_a_sca...
[…] Altre opposizioni (collegate alle precedenti) sono quelle fra libertà e necessità, volontà e destino, ignoranza e conoscenza, in cui libertà, volontà, conoscenza (bianco) stanno dal lato dell’essenza, del soggetto, mentre necessità, destino, ignoranza (nero) stanno dal lato della sostanza, dell’oggetto, di tutto ciò che, in tutto o in parte, per una insufficienza evidentemente del soggetto, sfugge all’atto conoscitivo, e su cui, di conseguenza, non può esercitarsi liberamente la volontà, così che apparirà come ineluttabilità, come destino. […]
[…] Come nel gioco degli scacchi il giocatore è libero di scegliere la mossa da effettuare, ma ogni mossa comporta una serie di conseguenze, che, di mossa in mossa, limitano sempre più il suo potere di scelta e la sua azione, altrettanto avviene nella vita dove le azioni (anch’esse definite da una forma come gli esseri che le compiono) sono gravide di conseguenze parimenti irreversibili (factum infectum fieri nequit, quel che è fatto è fatto, indietro non si può tornare, è il presupposto oggettivo della responsabilità), ogni effetto essendo causa di un effetto ulteriore, dove la libertà esistente all’inizio della catena causale non ha più possibilità da giocare (o le ha assai minime ed ininfluenti), per cui l’evento che chiude tale catena apparirà come una inevitabile decisione del destino. […]
Ho duplicato la copertina e ho sovrapposto l’originale alla sua immagine speculare, e ho iniziato a muovere una delle due sull’asse orizzontale.
Unendo i due pugni di MJ, sotto di essi appaiono le Torri Gemelle. E’ sicuramente uno scorcio di New York, da come si nota chiaramente nella foto sotto. Sopra le due Torri si può addirittura notare una continuazione in altezza delle stesse, formata con il fumo. Sopra i pugni, la parola “Blood” (“sangue”). Tutto sulla stessa asse verticale.
L’album è stato pubblicato nel 1997.
Forse Michael voleva dirci qualcosa con il suo “HIStory in the Mix”?
Altre interpretazioni:
(Le tecniche dell'immagine speculare sono state anche utilizzate per interpretare i quadri di Leonardo Da Vinci)...
Blood On The Dance Floor.
Brano che dà il titolo all'album in cui è presente la sopra citata "Morphine".
Se diamo un'occhiata al videoclip, si può notare che il cuore dolorante è presente più volte:
fig.1 intro e fine: il disegno del cuore accoltellato. Il cuore sanguina ed è circondato da un filo spinato. Dal'arteria coronaria esce una fiamma (è evidentemente una rappresentazione del Sacro Cuore di Gesù - figg.5-6).
fig.2-4 Michael più volte nel video si tocca il cuore, come se fosse attaccato da un malore. Da notare che ogni volta Michael è sdraiato per terra.
fig.3 l'inquadrature successiva al primo piano delle mani che toccano il cuore (fig.2) è seguita da un'espressione di "Susie" molto particolare.
Ovviamente tutto questo potrebbe essere contestualizzato e romanzato nella “storia d’amore” descritta nel testo. Anche se io non credo che sia una storia d’amore. Né tantomeno che si parli di una donna. Forse Michael voleva che leggessimo tra le righe.
“It's not about love and romance
And now you're gonna get it
Every hot man is out takin' a chance
It's not about love and romance
And now you do regret it”
Fonte: someplace-else.myblog.it
Giuspe- INVINCIBLE
- Numero di messaggi : 5581
Data d'iscrizione : 22.03.10
Re: Blood on a dancefloor: Interpretazione copertina
Grazie ! é vero ???
michael my hope- INVINCIBLE
- Numero di messaggi : 8856
Età : 33
Località : Verona
Data d'iscrizione : 13.11.10
Re: Blood on a dancefloor: Interpretazione copertina
Grazie mille analisi interessantissime e che mettono i brividiii
Your Someone in the Dark- INVINCIBLE
- Numero di messaggi : 1762
Età : 39
Località : Marche
Data d'iscrizione : 26.06.11
Re: Blood on a dancefloor: Interpretazione copertina
Grazie...io sono sempre molto razionale, ma quel 2040 sulla navicella di Scream mi lascia alquanto perplessa....
smelly jackson- INVINCIBLE
- Numero di messaggi : 1810
Età : 51
Località : TRENTO
Data d'iscrizione : 02.12.10
Re: Blood on a dancefloor: Interpretazione copertina
Anche a me 2040.... -.O Comunque.. grazie mille. Mi è venuta la pelle d'oca
GiulyMJ99- INVINCIBLE
- Numero di messaggi : 853
Età : 25
Località : Neverland
Data d'iscrizione : 17.08.11
Re: Blood on a dancefloor: Interpretazione copertina
Michael Jackson "Blood on a dancefloor" 15 anni dopo...
La storia di una hit globale, che supera una decade proprio oggi (21/03/1997)Di Joseph Vogel
Il 6 giugno 1990, il produttore / musicista Teddy Riley avrebbe dovuto essere con il suo amico per festeggiare il compleanno del collega e membro della sua band.
Invece, trascorse la notte nello Soundworks Studio al 23rd Avenue nel Queens, lavorando per un altra persona..... il Re del Pop, Michael Jackson.
"Ho detto [al gruppo] che avevo un sacco di lavoro da fare" ricorda Riley.
"Michael era la mia priorità. Stavo in California e dovevo incontrarlo, lui mi voleva per produrre il suo miglior lavoro". E 'stata una decisione casuale.
Più tardi quella sera, Riley aveva appreso che qualcuno era stato ucciso in discoteca, durante la festa a cui non aveva partecipato. Era scosso. A soli 23 anni di età, violenza e morte erano già diventate un tema ricorrente nella sua vita. In quello stesso anno, il suo amico e fratellastro era stato assassinato.
Riley fu sconvolto nel leggere in seguito il titolo del brano di Jackson: "Blood on the Dance Floor". "Sapeva di cosa trattava ancora prima di dirgli quello che era successo quella notte."
La traccia ritmica su cui Riley aveva lavorato quella notte era aggressiva, minacciosa. Ma non aveva parole, nessun titolo e nessuna melodia.
Il Sabato successivo si recò a Neverland Ranch per incontrare Michael Jackson.
Riley era nervoso. Jackson aveva già provato una manciata di persone per sostituire il leggendario produttore, Quincy Jones, tra cui LA Reid, Babyface e Bryan Loren. Nessuno rimase.
Jackson aveva grandi speranze, tuttavia, per Teddy Riley, era stato colpito dal suo stile New Jack Swing brillantemente fuso al jazz, gospel, R & B e hip hop. Anzi, forse il suo più grande interesse era colmare il divario tra R & B e hip hop, un ponte, per inciso, che Jackson aveva sperato di trovare lavorando su 'Bad'.
Jackson ha ascoltato con attenzione i nastri che Riley aveva portato con sé e ha subito amato quello che ha sentito. I brani utilizzavano diversi accordi più di quanto fosse abituato. I ritmi erano freschi e taglienti. I battiti oscillavano con velocità e colpivano come dei martelli.
Tra le diverse tracce ascoltate da Jackson quel giorno ci fu il solco a cui Riley aveva lavorato la notte della festa. Jackson non aveva alcuna idea sul contesto. "Non ne sapeva nulla", dice Riley. "Non ho mai detto nulla al riguardo."
Un paio di settimane più tardi, tuttavia, Riley dice di essere rimasto scioccato dall'apprendere il titolo che Jackson aveva scelto per il brano: "Blood on the Dance Floor". A Riley è venuta la pelle d'oca. "Era come se profetizzò la registrazione. Si sentiva il suo stato d'animo."
Nel corso dei mesi successivi, Jackson e Riley iniziarono a lavorare febbrilmente su una varietà di traccie, a volte separatamente, a volte insieme ai Larabee Studios di Los Angeles. "Mi ricordo che tornò nuovamente con questa melodia, 'Blood on the dance floor.' Ero in uno stato di 'Wow!'
Lui si avvicinò con questi testi e armonie. Poi abbiamo iniziato a costruire, strato dopo strato. "
Riley ha usato una drum machine d'epoca (il MPC 3000) per il battito. La musica è stata compressa per renderla pop ("Voglio asciugare la sua faccia," diceva Jackson).
Era un suono che hanno usato in tutto l'album Dangerous. "Ascolta 'Remember the Time,'", dice Riley. "E 'molto simile."
In definitiva, tuttavia, "Blood on the Dance Floor" non fini' su 'Dangerous'.
"Non era ancora terminata", dice Riley. "C'erano ancora alcune parti vocali mancanti. Michael amava la canzone, ma voleva ascoltarla e dire 'mi piace quello che hai fatto qui, ma abbiamo ancora bisogno di questo... Era un perfezionista ".
Mentre le sessioni per "Dangerous" andavano avanti, altre tracce hanno cominciato a prendere la priorità, tra cui "Remember The Time" e "In the Closet". Jackson non riprese il lavoro su "Blood" fino a quasi sette anni dopo.
Gennaio 1997: Jackson era nel bel mezzo del suo HIStory World Tour, e aveva deciso di visitare Montreux, in Svizzera durante una pausa tra la prima e seconda Leg (secondo le notizie dell'epoca, cercò anche di acquistare la casa del suo idolo da lungo tempo, Charlie Chaplin).
Qui, ai Mountain Studios, Jackson lavorò sulla demo precedente.
"Abbiamo inserito Teddy ai DAT (Digital Audio Tape) e abbiamo lavorato con quattro uomini dell'equipe", ricorda il musicista Brad Buxer. Al termine la multi-traccia fu progettata e mixata da Mick Guzauski, e l'ultima versione è stata modellata e registrata molto da vicino dallo stesso Riley e da Jackson.
"Quando ho finito, avrei voluto sapere se fosse davvero completata", dice Riley.
"Ma Michael sa quello che vuole e lui era soddisfatto."
Era in qualche modo una canzone dance insolita. Come "Billie Jean", il suo oggetto era buio e inquietante (in questo caso, il racconto di essere pugnalato alla schiena nel luogo meno sospetto - la pista da ballo). Jackson è distrutto, ha la voce roca ed evoca un senso di presagio, in stile electro-industrial, evoca un ambiente urbano moderno. Eppure, la canzone è tutt'altro che desolante. Il battito spacca dagli altoparlanti come una frusta e l'aggancio è irresistibile.
Michael Jackson e Riley credevano che il brano sarebbe stato uno "smash" (hit).
"Se il ritmo di una canzone rimane in classifica per una settimana o due signfica che è un successo, ma la canzone è rimasta lì per ben sei settimane!", dice Riley.
"Si sentiva che 'Blood on the Dance Floor' era un 'grande successo'".
"Blood on the Dance Floor" è stato rilasciato il 21 marzo 1997. Stranamente, la canzone non era nemmeno promossa come singolo negli Stati Uniti, ma Riley dice che a Jackson non importava in questo caso.
"Ha capito che la gente in America lo trovava ugualmente se davvero lo voleva. Non era preoccupato".
Globalmente, tuttavia, la canzone ha ben prosperato, raggiungendo la Top Ten in 15 Paesi e raggiunto la N.1 in tre (compreso il Regno Unito). Inoltre il remix veniva trasmesso di frequente nei club e di routine nelle discoteche.
Dopo due album in studio più importanti di quel decennio, "Blood" ironicamente divenne uno dei brani ritmici di Jackson più durevoli degli anni '90.
Quindici anni dopo, cosa rende questa canzone unica? Chiedo a Riley.
"E' stata presa una direzione, un sound aggressivo per Michael. Ha sempre voluto qualcosa di più forte. Ma la cosa che è stata davvero incredibile era l'energia premeditata del brano. Sapeva di cosa trattasse ancor prima di dirgli quello che era successo quella notte. Non ho mai assistito a niente e nessuno più potente di Michael".
theatlantic.com
La storia di una hit globale, che supera una decade proprio oggi (21/03/1997)Di Joseph Vogel
Il 6 giugno 1990, il produttore / musicista Teddy Riley avrebbe dovuto essere con il suo amico per festeggiare il compleanno del collega e membro della sua band.
Invece, trascorse la notte nello Soundworks Studio al 23rd Avenue nel Queens, lavorando per un altra persona..... il Re del Pop, Michael Jackson.
"Ho detto [al gruppo] che avevo un sacco di lavoro da fare" ricorda Riley.
"Michael era la mia priorità. Stavo in California e dovevo incontrarlo, lui mi voleva per produrre il suo miglior lavoro". E 'stata una decisione casuale.
Più tardi quella sera, Riley aveva appreso che qualcuno era stato ucciso in discoteca, durante la festa a cui non aveva partecipato. Era scosso. A soli 23 anni di età, violenza e morte erano già diventate un tema ricorrente nella sua vita. In quello stesso anno, il suo amico e fratellastro era stato assassinato.
Riley fu sconvolto nel leggere in seguito il titolo del brano di Jackson: "Blood on the Dance Floor". "Sapeva di cosa trattava ancora prima di dirgli quello che era successo quella notte."
La traccia ritmica su cui Riley aveva lavorato quella notte era aggressiva, minacciosa. Ma non aveva parole, nessun titolo e nessuna melodia.
Il Sabato successivo si recò a Neverland Ranch per incontrare Michael Jackson.
Riley era nervoso. Jackson aveva già provato una manciata di persone per sostituire il leggendario produttore, Quincy Jones, tra cui LA Reid, Babyface e Bryan Loren. Nessuno rimase.
Jackson aveva grandi speranze, tuttavia, per Teddy Riley, era stato colpito dal suo stile New Jack Swing brillantemente fuso al jazz, gospel, R & B e hip hop. Anzi, forse il suo più grande interesse era colmare il divario tra R & B e hip hop, un ponte, per inciso, che Jackson aveva sperato di trovare lavorando su 'Bad'.
Jackson ha ascoltato con attenzione i nastri che Riley aveva portato con sé e ha subito amato quello che ha sentito. I brani utilizzavano diversi accordi più di quanto fosse abituato. I ritmi erano freschi e taglienti. I battiti oscillavano con velocità e colpivano come dei martelli.
Tra le diverse tracce ascoltate da Jackson quel giorno ci fu il solco a cui Riley aveva lavorato la notte della festa. Jackson non aveva alcuna idea sul contesto. "Non ne sapeva nulla", dice Riley. "Non ho mai detto nulla al riguardo."
Un paio di settimane più tardi, tuttavia, Riley dice di essere rimasto scioccato dall'apprendere il titolo che Jackson aveva scelto per il brano: "Blood on the Dance Floor". A Riley è venuta la pelle d'oca. "Era come se profetizzò la registrazione. Si sentiva il suo stato d'animo."
Nel corso dei mesi successivi, Jackson e Riley iniziarono a lavorare febbrilmente su una varietà di traccie, a volte separatamente, a volte insieme ai Larabee Studios di Los Angeles. "Mi ricordo che tornò nuovamente con questa melodia, 'Blood on the dance floor.' Ero in uno stato di 'Wow!'
Lui si avvicinò con questi testi e armonie. Poi abbiamo iniziato a costruire, strato dopo strato. "
Riley ha usato una drum machine d'epoca (il MPC 3000) per il battito. La musica è stata compressa per renderla pop ("Voglio asciugare la sua faccia," diceva Jackson).
Era un suono che hanno usato in tutto l'album Dangerous. "Ascolta 'Remember the Time,'", dice Riley. "E 'molto simile."
In definitiva, tuttavia, "Blood on the Dance Floor" non fini' su 'Dangerous'.
"Non era ancora terminata", dice Riley. "C'erano ancora alcune parti vocali mancanti. Michael amava la canzone, ma voleva ascoltarla e dire 'mi piace quello che hai fatto qui, ma abbiamo ancora bisogno di questo... Era un perfezionista ".
Mentre le sessioni per "Dangerous" andavano avanti, altre tracce hanno cominciato a prendere la priorità, tra cui "Remember The Time" e "In the Closet". Jackson non riprese il lavoro su "Blood" fino a quasi sette anni dopo.
Gennaio 1997: Jackson era nel bel mezzo del suo HIStory World Tour, e aveva deciso di visitare Montreux, in Svizzera durante una pausa tra la prima e seconda Leg (secondo le notizie dell'epoca, cercò anche di acquistare la casa del suo idolo da lungo tempo, Charlie Chaplin).
Qui, ai Mountain Studios, Jackson lavorò sulla demo precedente.
"Abbiamo inserito Teddy ai DAT (Digital Audio Tape) e abbiamo lavorato con quattro uomini dell'equipe", ricorda il musicista Brad Buxer. Al termine la multi-traccia fu progettata e mixata da Mick Guzauski, e l'ultima versione è stata modellata e registrata molto da vicino dallo stesso Riley e da Jackson.
"Quando ho finito, avrei voluto sapere se fosse davvero completata", dice Riley.
"Ma Michael sa quello che vuole e lui era soddisfatto."
Era in qualche modo una canzone dance insolita. Come "Billie Jean", il suo oggetto era buio e inquietante (in questo caso, il racconto di essere pugnalato alla schiena nel luogo meno sospetto - la pista da ballo). Jackson è distrutto, ha la voce roca ed evoca un senso di presagio, in stile electro-industrial, evoca un ambiente urbano moderno. Eppure, la canzone è tutt'altro che desolante. Il battito spacca dagli altoparlanti come una frusta e l'aggancio è irresistibile.
Michael Jackson e Riley credevano che il brano sarebbe stato uno "smash" (hit).
"Se il ritmo di una canzone rimane in classifica per una settimana o due signfica che è un successo, ma la canzone è rimasta lì per ben sei settimane!", dice Riley.
"Si sentiva che 'Blood on the Dance Floor' era un 'grande successo'".
"Blood on the Dance Floor" è stato rilasciato il 21 marzo 1997. Stranamente, la canzone non era nemmeno promossa come singolo negli Stati Uniti, ma Riley dice che a Jackson non importava in questo caso.
"Ha capito che la gente in America lo trovava ugualmente se davvero lo voleva. Non era preoccupato".
Globalmente, tuttavia, la canzone ha ben prosperato, raggiungendo la Top Ten in 15 Paesi e raggiunto la N.1 in tre (compreso il Regno Unito). Inoltre il remix veniva trasmesso di frequente nei club e di routine nelle discoteche.
Dopo due album in studio più importanti di quel decennio, "Blood" ironicamente divenne uno dei brani ritmici di Jackson più durevoli degli anni '90.
Quindici anni dopo, cosa rende questa canzone unica? Chiedo a Riley.
"E' stata presa una direzione, un sound aggressivo per Michael. Ha sempre voluto qualcosa di più forte. Ma la cosa che è stata davvero incredibile era l'energia premeditata del brano. Sapeva di cosa trattasse ancor prima di dirgli quello che era successo quella notte. Non ho mai assistito a niente e nessuno più potente di Michael".
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Giuspe- INVINCIBLE
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michael my hope- INVINCIBLE
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Re: Blood on a dancefloor: Interpretazione copertina
Ho trovato questo video che sembra ribadire le stesse cose sull'11 settembre,in più ci sono anche altre cose che non avevo mai sentito,ad es la forma della luna e la posizione delle braccia di Michael che indicherebbe l'ora dello schianto nella prima torre....
a me sembra tutto un pò inverosimile,però molto affascinante
lorejacksina- INVINCIBLE
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Re: Blood on a dancefloor: Interpretazione copertina
Concordo, affascinante ma inverosimile.
2 Bad- Greatest Entertainer of All Time
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Re: Blood on a dancefloor: Interpretazione copertina
e dobbiamo anche credere che conoscendo in anticipo un evento così avrebbe fatto le serate al Madison Square Garden?? in quella città, proprio così vicino al pericolo??
lila- INVINCIBLE
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Re: Blood on a dancefloor: Interpretazione copertina
infatti e inverosimile come cosa, ma molto interessante
luna7MiKE- INVINCIBLE
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Re: Blood on a dancefloor: Interpretazione copertina
Ciao a tutti, mi son appena iscritto per informarvi che questa sera su Mistero Adam Kadmon ha affrontato questo argomento..
Vi aggiungo alcune cose tratte dal programma:
-il vestito rosso in alcune sette rappresenta il sacrificio,
-il braccio (con la fascia nera di lutto) con la mano va esattamente sopra una delle torri gemelle,
-il fumo sullo sfondo è simile alla nube di detriti sollevata dal crollo delle torri,
-le braccia indicano l'ora in cui è stata colpita la prima torre (08:46)
-la luna rappresenta l'esatta fase lunare nel perioodo dell'attentato
-le catene rappresentano la "prigionia" al sistema
Vi aggiungo alcune cose tratte dal programma:
-il vestito rosso in alcune sette rappresenta il sacrificio,
-il braccio (con la fascia nera di lutto) con la mano va esattamente sopra una delle torri gemelle,
-il fumo sullo sfondo è simile alla nube di detriti sollevata dal crollo delle torri,
-le braccia indicano l'ora in cui è stata colpita la prima torre (08:46)
-la luna rappresenta l'esatta fase lunare nel perioodo dell'attentato
-le catene rappresentano la "prigionia" al sistema
marci90- Giovane Promessa
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Data d'iscrizione : 01.06.12
Re: Blood on a dancefloor: Interpretazione copertina
smelly jackson ha scritto:Grazie...io sono sempre molto razionale, ma quel 2040 sulla navicella di Scream mi lascia alquanto perplessa....
Anche a me E anche l'interpretazione del video mette i brividi
Chiara superfly sister- INVINCIBLE
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Data d'iscrizione : 17.01.11
Re: Blood on a dancefloor: Interpretazione copertina
Puntata di "Mistero" del 31/05/2012, "Adam Kadmon" ci illustra le coincidenze e le teorie sulla copertina dell'album "Blood on a dancefloor"
http://www.video.mediaset.it/video/mistero/full/305196/puntata-del-31-maggio.html
http://www.video.mediaset.it/video/mistero/full/305196/puntata-del-31-maggio.html
Giuspe- INVINCIBLE
- Numero di messaggi : 5581
Data d'iscrizione : 22.03.10
Re: Blood on a dancefloor: Interpretazione copertina
boh....che vi devo dire, io sono totalmente scettica, ma la cosa, è inutile dirlo, mette ansia.
Grazie per il link
Grazie per il link
lila- INVINCIBLE
- Numero di messaggi : 5042
Età : 70
Località : toscana
Data d'iscrizione : 11.01.10
Re: Blood on a dancefloor: Interpretazione copertina
già, anch'io sono scettica, che dire..mistero!!
luna7MiKE- INVINCIBLE
- Numero di messaggi : 2756
Età : 37
Data d'iscrizione : 08.09.10
Re: Blood on a dancefloor: Interpretazione copertina
Giuspe ha scritto:Puntata di "Mistero" del 31/05/2012, "Adam Kadmon" ci illustra le coincidenze e le teorie sulla copertina dell'album "Blood on a dancefloor"
http://www.video.mediaset.it/video/mistero/full/305196/puntata-del-31-maggio.html
Caspita! Questa me la sono persa! Mannaggia allo switch off!
Edit: sul significato della figura di Baphomet ci sono parecchie controversie perché al suo interno ci sono due serpenti che avvolgono il bastone e ciò si contrappone al simbolo del serpente che si morde la coda. Probabilmente al giorno d'oggi rappresenta più una figura maligna che benigna ma è tutto da verificare.
MusicIsPower- INVINCIBLE
- Numero di messaggi : 1094
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