MICHAEL E DAVID NORDAHL
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MICHAEL E DAVID NORDAHL
Vi posto questa bellissima intervista a David Nordahl. La trovo meravigliosa.
Fonte: MJj forum. ita post dell'utente Grazia28
Link: http://www.mjjforum.it/forum/conversazione-con-il-pittore-david-nordahl-t17253.html?ref=nf
Che dire......grazie a MJJforum e.... ...(scusate, mi sono commossa)
Fonte: MJj forum. ita post dell'utente Grazia28
Link: http://www.mjjforum.it/forum/conversazione-con-il-pittore-david-nordahl-t17253.html?ref=nf
- Spoiler:
- Conversazione con il pittore David Nordahl
Quando Michael era ancora in vita, Nordahl non aveva la consuetudine di rilasciare interviste ai Media. Più volte hanno cercato di convincerlo (anche con profumati compensi) a parlare male di Michael, ma lui non ha mai accettato.
Adesso Nordahl ricorda il suo amico Michael con amore e affetto, affrontando diverse tematiche con obiettività e rispetto. Offre nel senso più realistico e completa l'autentica persona che era Michael.
"Reflections on the dance" ha intervistato David Nordahl e desidero condividere alcuni stralci di quest'intervista con tutti gli utenti del Forum. Deborah (autrice dell'intervista) fornirà una trascrizione completa al più presto, ma nel frattempo ha fornito l'audio e alcune citazioni dalla sua sorprendente conversazione con Nordahl.
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Nella loro amicizia due geni hanno trovato il giusto legame attraverso interessi comuni e un apprezzamento condiviso per la reciproca arte.
By Deborah L. Kunesh
Copyright 2010 by Deborah L. Kunesh
David Nordahl è conosciuto soprattutto per le opere d'arte commissionate da Michael Jackson. Michael è stato raffigurato dall’artista dal 1988 al 2005. David è un artista riconosciuto a pieno titolo, noto per i suoi dipinti di fantasia, apache e scene sorprendenti commissionate da Michael per la sua casa di Neverland. I dipinti di David sono anche amati e posti nelle case di artisti come Steven Spielberg e altri. Oltre ad essere il ritrattista di Michael e un suo buon amico, David ha trascorso molto tempo con Michael e i suoi figli, accompagnandolo nelle vacanze di famiglia e condiviso molte conversazioni personali con l'uomo conosciuto in tutto il mondo come il Re del Pop.
Sconosciuto a molti, David è stato anche coinvolto nello sviluppo del parco e attrazioni a Neverland, e ha lavorato con Michael in altri progetti. In questa sincera intervista, David apre il suo cuore ricordando un’amicizia di oltre 20 anni.
David ricorda il suo amico Michael
"Michael riceveva tra i 50 e 60 tentativi di estorsione all’anno. La maggior parte di essi erano di paternità. Donne sostenevano che Michael era il padre dei loro bambini, l’altro gruppo riguardava la musica. Qualcuno aveva scritto una canzone o qualcosa del genere ed affermavano che Michael aveva rubato la loro musica o parole. Tutte quelle supposizioni rimanevano fuori dei tribunali perché una volta presentavate davanti al giudici, non potevano sostenerle. "
Non ho mai incontrato nessuno più equilibrato o normale di Michael. Era solo un ragazzo comune. Così intellettuale, brillante e così semplice. Era un padre meraviglioso. Non ho mai conosciuto un genitore buono o migliore di lui. I suoi bambini erano assolutamente deliziosi! Nella mia vita non ho mai visto bambini come i suoi figli. Ho trascorso molto tempo insieme con loro. Non ho mai sentito piangere, implorare per qualcosa, e non ho mai assistito a bizze ... "
Michael offrì oltre 300 milioni di dollari per aiutare i bambini, pagando interventi chirurgici, costruendo nuove parti di ospedali, orfanotrofi, un centro medico per gli ustionati, senza mai interrompere la sua opera di beneficenza. Delle buone azioni che ha fatto non ho mai sentito parlare. Dovevi apprenderle ogni volta dalle persone che stavano vicino a lui, perché Michael era convinto che se hai fatto un atto di carità e poi ne parli o per vantarti o qualcosa del genere, tutto il bene che hai tentato di fare svaniva nel nulla. Così non discuteva mai di queste cose. "Era così sincero, così caloroso e molto affettuoso. In quasi 20 anni, non l’ho mai sentito alzare la voce con nessuno. Non è mai successo. Era solo una persona amorevole e davvero buona dentro."
"Gli chiesi: ' Michael, come puoi fare quello? Come si può trascorrere del tempo con questi bambini che stanno morendo e poi presentarsi sul palco e fare queste performance? ' Lui rispose: ' Come posso non farlo? Se questi bambini vogliono vedermi. Io non sono importante, ma Michael Jackson la stella, lo è, e se posso prolungare la vita un bambino anche per un minuto o un'ora o un giorno o un mese, ne sarà valsa la pena, no? '
Michael è sempre stato così. Se riceveva una telefonata da qualcuno per un bambino che stava morendo, saliva su un aereo e andava da lui e poi diceva: ' Tornerò tra due settimane per rivederti' molte volte ha allungato la vita dei bambini in questo modo. Dette loro un motivo per cui combattere per il futuro. Bisogna ammirare un atto del genere. "
"Oh Dio, no. Abbiamo avuto molte conversazioni al riguardo (il suo aspetto). Aveva quella luce interiore e sempre considerò se stesso come molto brutto. Affermava che non era un bell’uomo ' E’ per questo motivo che non rilascio interviste e non partecipo ai talk show.' Sosteneva ' In primo luogo, la mia vita non è interessante, lavoro tutto il tempo' (e quello è ciò che fece, lavorare per tutto il tempo).
Non comprese mai veramente di possedere quella luce interiore.
Sedersi e parlare con Michael... guardavo i suoi occhi e potevo vedere oltre 1.000 km più lontano. Aveva degli occhi incredibili. Si possono osservare bene nei suoi film, ma niente di simile è come di persona. In realtà quando ero seduto di fronte a lui, guardandolo... quegli occhi erano sorprendenti. Ci sono stati momenti che mi ipnotizzavano e ci sono stati momenti in cui stando vicino a lui dimenticavo chi era e poi mi rendevo conto e pensavo... ' Sono seduto qui, accanto a Michael Jackson.' Non ho mai realmente superato questo stato d'animo. C’erano momenti che faceva dei passi veloci ed erano come un raggio di sole. Era così appena veloce, così preciso, semplicemente talmente straordinario".Michael apprezzava le sue benedizioni e non dette mai nulla per scontato.
"Michael sosteneva: 'Mi sento così fortunato che Dio mi abbia scelto per avere questo talento e devo usarlo nel modo giusto. ' Ha sempre detto: 'Non potrei lavorare in un distributore di benzina. ' Era sempre grato e sentiva di essere privilegiato per il talento ricevuto e desiderava utilizzare il dono offerto nella forma giusta, cosa che fece, e lo ha fatto per tutta la vita. "Neverland
"Amava il ranch. Neverland, era il luogo ideale, dove poteva muoversi tranquillamente. Aveva un'estensione di circa 2700 - 2800 ettari. Potevamo guidare, condurre caddy, passeggiare nei boschi, senza preoccuparsi dei fans che lo inseguivano o cose del genere. Poteva essere se stesso. "
"Era molto divertente stare in sua compagnia. Non era mai noioso. Ridevamo molto. Aveva un grande senso dell'umorismo, gli piacevano gli scherzi .... Stavamo camminando e improvvisamente cominciava a cantare. Ma non come Michael Jackson. Cantava soltanto per piacere personale, come se stesse sotto la doccia. Non sopportavo vedere come la gioia era uscita dalla sua vita perché era una persona molto allegra. Una persona felice con la quale semplicemente era molto divertente stare insieme. "Il primo incontro
Indossava una camicia di velluto rossa, pantaloni neri e mocassini. Questo è il modo nel quale vestiva la maggior parte delle volte, quando l'ho incontrato. Durante la vita privata, viveva con tanta semplicità. Michael non ha mai indossato gioielli, anelli, cinture, orologi o qualsiasi altra cosa, mai. L'unico momento in cui portava quegli accessori era sul palco. Ero così impressionato dal modo molto semplice in cui viveva.
(A proposito di una Bentley color crema donata dal Governo della Corea e la vera natura di Michael): Quando David gli domandò se l'aveva guidata qualche volta..." no, no, no, non l'ho mai guidata. "
"Era troppo appariscente. Quello non era proprio lo stile di Michael. Non era il modo di essere Michael".'Field of Dreams' posto nella sala da pranzo di Michael
Non era una persona egoista. Pensava sempre agli altri
"Non ho mai, mai, sentito Michael lamentarsi di se stesso o per la sua salute o per qualunque altra cosa. L’unica preoccupazione che aveva era sempre per i suoi figli. Perfino quando stava rischiando il carcere nell’ultimo processo, era talmente preoccupato. Ogni volta che parlava di quella vicenda, era così impensierito 'cosa accadrà ai miei figli? ' Ma non una volta disse 'Che cosa mi succederà?' ' Che sarà di me? ' Lui non era un tipo egoista. Pensava sempre agli altri. "Lo scopo di Michael
"Michael mi disse, 'tutti siamo posti sulla terra per fare qualcosa' ", continuò dicendo, 'Il mio compito è aiutare i bambini'. Quando lo incontrai per la prima volta aveva 29 anni, quello era lo scopo della sua vita, ed è ciò che fece. E' stato il senso della sua vita fino al momento della sua morte. Michael non è mai cambiato. Michael aveva un’empatia incredibile, soprattutto verso i bambini feriti, malati o bisognosi. C'erano persone povere e senza fissa dimora e loro sono sempre state nei suoi pensieri per tutta la vita. Poi essere stato accusato di qualcosa di così orribile, giusto fu fermato nel suo intento, ma 10 anni dopo venne nuovamente accusato, e lui fu annientato, completamente devastato. "
Le accuse, l’insonnia e la vera amicizia
"Trascorsi molto tempo con lui durante quel periodo, particolarmente dopo il 2003, e aveva difficoltà a dormire. Michael era solito coricarsi circa alle ore 11 di sera e, talvolta, si addormentava, ma anche se ci riusciva, lui si svegliava di nuovo e per questo che veniva sempre a chiedermi : 'Va bene, se ti sveglio? ' e pensavo tra me: 'Dio mio, sì, viene a bussare alla mia porta, 'come di solito faceva, e poi si preoccupava sempre. Dicendo, 'Oh, tu non dormi affatto,' e rispondevo, 'Beh, se poi sarò molto stanco, farò un pisolino nel pomeriggio ' Semplicemente trascorrevamo insieme il momento della notte, fino all’arrivo del mattino.Vitiligine, Trucco e La Stampa
"Ovviamente, capii, che lui non aveva nessun tipo di trucco, mi resi conto della Vitiligine. La notai proprio sul lato destro del viso e del collo ed anche sul dorso della sua mano. Non ricordo quale mano fosse. Non so se anche il braccio era colpito perché di solito indossava una camicia a maniche lunghe. La Vitiligine col passare del tempo si estese sempre di più e per lui era un problema, quando doveva apparire in pubblico o esibirsi, perché non aveva il tipo giusto di trucco,... la pelle era bianca, non chiara ma tipo la razza Caucasica. Era bianca come ghiacciata, pallida. Al principio, usava un trucco più scuro per coprirla, ma dopo, quando si estese, diventò sempre di più difficile coprire il colore bianco della pelle, per questo dovette utilizzare un trucco sempre più chiaro.
Naturalmente, la stampa lo aggredì sostenendo, che cercava di diventare bianco. Quello è la cosa più lontana dalla verità. Michael non avrebbe mai voluto diventare bianco. Era orgoglioso di essere nero e della sua provenienza, ma lui non ebbe scelta. Una cosa che non fece mai, lamentarsi. Eppure aveva tutto il diritto di farlo.Michael e l’amicizia e la questione sul consumo di droghe
"Non so se la gente s’inventa le cose o sono state pagate per dirle, solo per rilasciare interviste ". (Al signor Nordahl sono state offerte numerose interviste con onorario, ma ha sempre declinato).
"(Volevano intervistarmi), a condizione che parlassi solo di quello che volevano loro. Quindi mi offrivano compensi molto alti. Come ad esempio Star Magazine, viaggiava con una ventiquattrore piena di contanti.
Non ho mai visto Michael sotto gli effetti che possono essere causati dall’assunzione di farmaci o alcool o cose del genere, eppure l'ho visto durante diversi momenti della giornata. Al mattino presto, a tarda notte, durante il giorno. Era sempre tutto normale. Completamente consapevole. Quindi non sono in grado di fornire altre spiegazioni.
Negli ultimi due anni, quello che è successo, non lo so. C'è così tanta disinformazione riguardo Michael, ad eccezione delle mie conoscenze personali, non ho alcuna fiducia in nessun altro. Le persone sono così disponibili, credo solo per mostrarsi in TV. Non conosco il motivo, ma tutti sono così disposti ad offrire informazioni.
Ciò che faceva infuriare Michael, erano cose del tipo "Ho visto un’intervista con la mia parrucchiera e sta parlando di me e lei non sa niente di me!"
Manteneva le distanze e dovevi essere un ottimo amico per parlare di qualsiasi cosa possibile, perché Michael, non si intratteneva con la maggior parte delle persone proprio per paura che sparlassero. Non abbiamo mai discusso di problemi privati. Non ho mai rilasciato interviste o qualsiasi cosa durante quel periodo. Era a suo agio con me. Sentiva di potersi fidare perché sapeva che non sarei andato a riferire la nostra conversazione ad altre persone. "
Michael e il tabloid
"(Gli dicevo): 'Perché permetti che la stampa diffonda tutta questa spazzatura su di te?' E lui riferiva: 'In primo luogo, se stai nel business e sei così visibile come sono io, queste cose fanno parte dell’ordinario. Qualunque cosa dirò, non fermerò queste persone dal pubblicare certa “roba”. 'Ma, quello fu anche la sua principale rovina, perché lui non smentiva mai le diffamazioni. "
"Loro lo trattarono senza alcun rispetto, in fondo lui era un essere umano e tutta la sua vita era stata basata su azioni buone e legali. Come, come si può fare questo ad un povero uomo? "Michael pensava a tutto, compresa la sicurezza di tutti i bambini che visitarono Neverland
"I bambini che arrivavano al ranch... tutte le giostre e le attrazioni erano accessibili ai disabili. Tutto fu modificato perfino i giochi. Aveva fatto costruire gabbie addizionali affinché né le braccia né i capelli potessero rimanere impigliati. Si preoccupava per la sicurezza. Il personale che si occupava delle attrazioni... si recava in Kansas City ogni 6 mesi per ricevere una formazione speciale per assistere i bambini con disabilità fisiche. Tutte le strutture erano coperte e nel teatro, c'erano due stanze con pareti di vetro nelle quali c'erano letti di ospedale affinché i bambini gravemente malati potessero sedersi sul letto a vedere il film. Pensava a tutto. "
Isuoi bambini, lo stile di vita e le maschere
"Cambiò il suo stile di vita che conduceva, non appena arrivarono i bambini. Era molto preoccupato per la loro sicurezza. Era continuamente impensierito che fossero sequestrati o in qualche modo feriti o presi come ostaggi a scopo d’estorsione.
Ricordo che mi chiamò quando Diana morì a Londra ed era completamente spaventato dalla notizia appresa. Disse: 'Quello avrei potuto essere io.' Mi disse: 'Ci perseguitano continuamente', ed era molto allarmato. Si preoccupava che i bambini potessero avere un terribile incidente, cosicché per quel motivo mascherava i bambini, perché non voleva che nessuno sapesse che aspetto avevano. "
.....continua
Che dire......grazie a MJJforum e.... ...(scusate, mi sono commossa)
Blum- INVINCIBLE
- Numero di messaggi : 3678
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Re: MICHAEL E DAVID NORDAHL
Grazie Blum per averla postata ...è bellissima
Shamone 88- INVINCIBLE
- Numero di messaggi : 2655
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Re: MICHAEL E DAVID NORDAHL
non ho parole grazie Blum
ESMERALDA- INVINCIBLE
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Re: MICHAEL E DAVID NORDAHL
meravigliosa!!!! grazie Blum!!!
Sposto in testimonianze!!
Sposto in testimonianze!!
childhood- Moderatrice Globale
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Re: MICHAEL E DAVID NORDAHL
Grazie Chilhood ...e scusami se non azzecco mai il posto giusto per aprire i topic...sorry!
Questo signore parla di Michael con una tale tenerezza.....mi ha fatto commuovere....davvero.....e non mi capita così spesso....forse perchè so che tutto ciò che ha detto è vero!!!
Questo signore parla di Michael con una tale tenerezza.....mi ha fatto commuovere....davvero.....e non mi capita così spesso....forse perchè so che tutto ciò che ha detto è vero!!!
Blum- INVINCIBLE
- Numero di messaggi : 3678
Età : 47
Data d'iscrizione : 19.08.09
Re: MICHAEL E DAVID NORDAHL
Questo passaggio è davvero molto bello:
"Sedersi e parlare con Michael... guardavo i suoi occhi e potevo vedere oltre 1.000 km più lontano. Aveva degli occhi incredibili. Si possono osservare bene nei suoi film, ma niente di simile è come di persona. In realtà quando ero seduto di fronte a lui, guardandolo... quegli occhi erano sorprendenti. Ci sono stati momenti che mi ipnotizzavano e ci sono stati momenti in cui stando vicino a lui dimenticavo chi era e poi mi rendevo conto e pensavo... ' Sono seduto qui, accanto a Michael Jackson.' Non ho mai realmente superato questo stato d'animo".
"Sedersi e parlare con Michael... guardavo i suoi occhi e potevo vedere oltre 1.000 km più lontano. Aveva degli occhi incredibili. Si possono osservare bene nei suoi film, ma niente di simile è come di persona. In realtà quando ero seduto di fronte a lui, guardandolo... quegli occhi erano sorprendenti. Ci sono stati momenti che mi ipnotizzavano e ci sono stati momenti in cui stando vicino a lui dimenticavo chi era e poi mi rendevo conto e pensavo... ' Sono seduto qui, accanto a Michael Jackson.' Non ho mai realmente superato questo stato d'animo".
Shamone 88- INVINCIBLE
- Numero di messaggi : 2655
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Data d'iscrizione : 17.01.10
Re: MICHAEL E DAVID NORDAHL
bellissima sul serio...grazie Blum!!!... verissimo mi son commossa anche io...
TheLostChildren- INVINCIBLE
- Numero di messaggi : 5786
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Re: MICHAEL E DAVID NORDAHL
Chissà perchè ..... tutti quelli che hanno conosciuto l' Uomo Michael Jackson o non parlano, oppure dicono solo delle verità .....
Grazie per questa traduzione
Grazie per questa traduzione
Patty 58- INVINCIBLE
- Numero di messaggi : 3652
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Data d'iscrizione : 23.10.09
Re: MICHAEL E DAVID NORDAHL
A volte penso che ci siamo persi il meglio di Michael....abbiamo conosciuto l'artista ma non l'uomo.
Blum- INVINCIBLE
- Numero di messaggi : 3678
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Data d'iscrizione : 19.08.09
Re: MICHAEL E DAVID NORDAHL
grazie blom.... é davvero bello sentire questa persone che parla di michael con cosi tanto amore e mi sono venute le lacrime sto piangendo come una fontana quanto vorrei che le cose fossero andate diversamente!!!
ce qui mia sorella che mi dice che sono matta a stare male per la vita di una persona che non ho mai conosciuto personalmente!!!
ma io non ci posso fare niente!!!
ce qui mia sorella che mi dice che sono matta a stare male per la vita di una persona che non ho mai conosciuto personalmente!!!
ma io non ci posso fare niente!!!
michael my hope- INVINCIBLE
- Numero di messaggi : 8856
Età : 33
Località : Verona
Data d'iscrizione : 13.11.10
Re: MICHAEL E DAVID NORDAHL
lo so !!! ma credo che un po abbiamo conosciuto anche noi michael attraverso le sue meravigliose canzoni ,attarvarso le poche interviste siamo riusciti a capire la stupenda persona che era!! penso che si possa capire molto da una persona guardandola negli occhi e i sui occhi, anche se attraverso una tv mi hanno trasmesso un po della sua personalità!!! e del suo infinito amore!! non credi?...Blum ha scritto:A volte penso che ci siamo persi il meglio di Michael....abbiamo conosciuto l'artista ma non l'uomo.
michael my hope- INVINCIBLE
- Numero di messaggi : 8856
Età : 33
Località : Verona
Data d'iscrizione : 13.11.10
Re: MICHAEL E DAVID NORDAHL
Si, un pò si......ma quando ami qualcuno vorresti sapere tutto e quello che sai ti sembra sempre poco...
Blum- INVINCIBLE
- Numero di messaggi : 3678
Età : 47
Data d'iscrizione : 19.08.09
Re: MICHAEL E DAVID NORDAHL
Bellissima...grazie
DangerousGiu- INVINCIBLE
- Numero di messaggi : 848
Età : 32
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Data d'iscrizione : 11.09.09
Re: MICHAEL E DAVID NORDAHL
E' un'intervista stupenda....sono certa che Michael fosse proprio così!
Claudia71- INVINCIBLE
- Numero di messaggi : 2284
Età : 53
Data d'iscrizione : 08.08.09
Re: MICHAEL E DAVID NORDAHL
e gia!! vorresti sapere tutto!!! quando si ama si vuole sempre avere l esclusiva!!Blum ha scritto:Si, un pò si......ma quando ami qualcuno vorresti sapere tutto e quello che sai ti sembra sempre poco...
michael my hope- INVINCIBLE
- Numero di messaggi : 8856
Età : 33
Località : Verona
Data d'iscrizione : 13.11.10
Re: MICHAEL E DAVID NORDAHL
pensate.... mi a trasmesso piu cose michael da lontano che non fa tutta la gente che mi sta vicino..... michael é davvero una persona fantastica e meravigliosa!!!! anche se la mia famiglia non capiscie sono certa che mi vuole bene ma non tutti capiscono l importanza che michael a e aveva sulle nostre vite! non credete???
michael my hope- INVINCIBLE
- Numero di messaggi : 8856
Età : 33
Località : Verona
Data d'iscrizione : 13.11.10
Re: MICHAEL E DAVID NORDAHL
vi posto la conversazione completa e più dettagliata dell'intervista a David Nordhal, nel caso ci fosse qualche parte già letta chiedo venia!
"Una conversazione con David Nordahl : uno sguardo al Michael artista, soggetto, intellettuale , papà, amico e sopravvissuto".
conversazione svoltasi alla Fanvention di Gary a fine agosto 2010
Ho chiesto "Cosa pensi lo trascinasse verso quel quadro (il primo quadro di Nordahl che ha visto, ndt)? Quali sono le qualità di questo dipinto che lo hanno impressionato?"
"Non me lo ha detto" ha risposto David. "Il quadro raffigurava una cavalleria che uccideva donne e bambini, quindi penso che sia stata l'empatia che lo spingeva".
"Michael conosceva la cultura dei nativi americani?" Volevo sapere se poteva essere uno dei motivi della sua attrazione, dopo tutto lo stesso Michael aveva qualcosa dei nativi, Choctaw dalla parte di Joe, Cherokee da quella di Katherine. (David Nordahl ha origini Lakota (Sioux) da parte del padre, che è cresciuto in una riserva, ndt).
"No". La risposta è venuta con abbastanza enfasi. Ma poi ha anche spiegato, "Voglio dire, ciò che sapeva era né più né meno quello che ne sa la persona media. Ma lui aveva una visione d'insieme molto buona della cultura d'origine".
"In altre parole, aveva almeno una buona conoscenza generale delle credenze e dei valori della maggior parte delle tribù".
"Oh, assolutamente. Michael conosceva di tutto. Era un lettore vorace".
Questo portò ad una breve discussione su Earth Song. Ho detto che gran parte dei testi e delle immagini di Earth Song sembravano basate sul concetto dei nativi americani dei "cambiamenti della terra", una profezia diffusa nella maggior parte tribù in cui la terra si ripulisce e si purga da una serie di disastrosi e catastrofici eventi. Molte tribù credono che siamo già nel tempo dei "cambiamenti". Nella profezia Lakota è previsto che i "cambiamenti della terra" saranno annunciati dalla nascita del vitello del bufalo bianco (nel 1992 è nato un vitello di bufalo bianco, ma successivamente è morto). Anche i Cherokee hanno una versione della profezia dei cambiamenti della Terra.
"Ogni tribù ha la propria versione della profezia", ha detto David.
"Michael era a conoscenza della profezia?"
"Sì , lo era". Era anche d'accordo quando ho detto che almeno una parte del concetto da palco di Earth Song (con i carri armati, i soldati e i contadini disperati e Michael come la figura della pace come Cristo tra loro) potrebbe esser stato preso da quel quadro.
Ma in realtà, nel complesso, non è stato un particolare interesse per la cultura nativa che ha attirato Michael verso il lavoro di David. Michael stava guardando un quadro molto più grande e molto più ampio.
"Lui mi chiese: 'Perché dipingi solo i nativi americani?'". Pensava che David dovesse dedicarsi ad argomenti più grandi, qualcosa di portata più ampia. O forse, questo era il suo modo di dire: "Non limitarti ad una cultura o una nicchia ristretta. Il mondo è un posto molto più grande di questo". Il suo obiettivo fin dall'inizio era quello di spingere David verso una maggiore visione globale.
La storia di come Michael e David si sono incontrati è interessante e divertente. Michael non era solito dire bugie pietose per ottenere quello che voleva. "Mi ha detto che voleva prendere lezioni d'arte”, ha detto David. David è stato messo in contatto con i collaboratori di Michael, che hanno organizzato l'incontro. Questo è successo nel 1988, durante il Bad tour, e a David è stato dato un elenco di tappe del tour tra cui scegliere. "Ho scelto Denver, perché era la più vicina". Così quando la data per lo spettacolo di Denver si avvicinava, David ha meticolosamente preparato tutte le sue attrezzature, con la consapevolezza che stava per dare lezioni d'arte.
La loro conversazione iniziale, secondo David, è andata pressappoco così:
Michael : Dai lezioni di pittura?
David : No.
Ma Michael, tirando fuori il suo fascino migliore, è riuscito a convincere David che lui voleva imparare davvero. Alla fine David ha ceduto e ha accettato di un incontro.
Ma è stato evidente fin dall’inizio che le lezioni erano la cosa più lontana nella mente di Michael.
Una limousine ha preso David e l’ha portato al loro incontro. Aveva imballato tutte le sue attrezzature artistiche, ancora illudendosi che stava per dare delle lezioni. Ha detto che le guardie della sicurezza sono venute giù con Michael e sono state in giro per i primi minuti, fino a quando Michael ha detto loro che andava bene, potevano andarsene. C'era anche una giovane donna che Michael stava mandando a comprare le fibbie che amava indossare sulla cintura (ricordate, stiamo parlando dell’era Bad!).
"Assicurati che ti facciano il 20% di sconto", ha detto, riferendosi evidentemente ad uno sconto del 20% che doveva farsi fare sulle fibbie.
Durante quel primo incontro hanno parlato molto di arte e di molte altre cose. Ma non c'era alcuna indicazione che Michael fosse seriamente interessato a delle lezioni.
Quindi perché tutto questo stratagemma per far finta che voleva lezioni di arte?
"Ha solo voluto incontrarmi" ha riso David. "Voleva organizzare un incontro per vedere se fra noi funzionava”.
Ma sapevo che Michael era interessato all'arte, come testimoniano i suoi schizzi e autoritratti. Avevo anche letto che, a un certo punto, David ha dato delle lezioni a Michael, o ha cercato di dargliele. Le sessioni di solito finivano con un senso di frustrazione.
Il problema? Il perfezionismo di Michael, la qualità che ha fatto di lui un genio con la sua musica e la danza, può essere stato ciò che lo ha ostacolato di più quando si trattava di disegno e pittura.
"Lui si scoraggiava troppo facilmente”, ha detto David . "Voleva che andasse bene al primo tentativo”. In definitiva, Michael non riusciva a superare la frustrazione quando ciò che aveva in mente non veniva fuori come voleva sulla tela.
Ma che cosa ha fatto David del talento grezzo di Michael, sulla base dei disegni e delle altre cose che ha fatto?
“Pensi che avrebbe potuto essere un grande artista, se si fosse applicato? Sembrava avere il talento".
"Una volta gli ho detto che aveva le capacità per essere un grande artista. Ma ci sarebbero voluti anni per svilupparle. Gli ho detto che poteva essere un grande artista se fosse stato disposto a rinunciare alla sua carriera musicale e dedicare il tempo alla sua arte e a nient'altro".
"Beh, penso che entrambi sappiamo che questo non poteva succedere" ho detto ridendo. Michael può aver goduto a sguazzare nell’arte, ma penso che sia giusto dire che la carriera musicale non poteva essere una seconda scelta.
Ma se fosse vissuto? Riuscivo a immaginarlo, forse dopo che si fosse ritirato, con la follia e la gloria dei suoi anni sul palco dietro di lui, tranquillamente ma con passione a perseguire questa strada. Ho chiesto cosa sapesse del rumor che Michael aveva intenzione di tornare a scuola per studiare arte, presumibilmente a Parigi. "Non me ne ha mai parlato" ha detto David, mostrando che la storia era una novità per lui.
Tuttavia l'interesse di Michael nell’arte era profondo. "Diana Ross è stata colei che lo ha fatto interessare all'arte. Lei lo portò ai musei".
Andare alle gallerie d'arte era diventato uno dei passatempi preferiti per Michael e David, anche se andare da qualche parte con Michael in pubblico era sempre una sfida, che di solito si concludeva nel caos. Come abbiamo sentito tante volte, ci voleva quasi sempre molta collaborazione da parte dei proprietari, la loro volontà di chiudere al pubblico, e così via. Una volta erano in visita a una galleria d'arte dove per poter accedere bisognava passare accanto a un divisorio di vetro dietro il quale era situato un centro estetico. Alcune delle signore hanno riconosciuto Michael.
"Lui diceva che poteva ingannare tutti con i suoi travestimenti, tranne le donne. Le donne avrebbero riconosciuto il suo modo di camminare, loro lo capivano".
In breve tempo l'intero finestra era piena di donne nei loro grembiuli, i loro capelli in bigodini e pinze; i volti premuti sul vetro, cercando disperatamente di dare un’occhiata!
Volevo fargli domande sui concetti dei dipinti che ha fatto per Michael, ma si è rivelato essere un argomento molto complesso per una sola risposta. Avrei ottenuto molte più informazioni sull'argomento durante il suo Q & A (domande e risposte, ndt), quando ha fatto vedere un'intera presentazione di diapositive di alcuni dei suoi quadri più noti e dei disegni di Michael (e alcuni non così conosciuti) e ha raccontato la storia dietro ogni dipinto, dall'inizio al prodotto finito. Ma per quanto riguarda i concetti di ogni dipinto, di solito era uno sforzo collaborativo. "Michael ne ha fatti alcuni, e altri li abbiamo fatti insieme. Aveva queste idee meravigliose".
Un altro argomento che abbiamo affrontato, che David ha approfondito di più nel corso del suo Q & A, è stato l'aspetto controverso di molti dei dipinti. "Questo è un argomento difficile da affrontare", ho detto , "perché io personalmente penso che tutti i dipinti siano belli. Ma non devo dirtelo io che ci sono alcune persone che hanno chiamato opere come “Field Of Dreams” e “Michael” 'arte pedo'". Dopo le accuse, ovviamente, i media erano alla ricerca di qualsiasi cosa servisse come "prova" che Michael era un pedofilo. Il fatto che in così tanti dei dipinti ci fossero dei bambini, di solito con Michael come una figura quasi simile a Cristo in mezzo a loro, ha comportato che molte delle opere di Nordahl siano state messe sotto esame.
"Martin Bashir, come sai, ha cercato di sezionare il dipinto 'Michael' ogni volta che ha potuto"
"*******! Perdona il mio linguaggio".
Gli ho assicurato che le scuse non erano necessarie.
"Martin Bashir è uno *******".
"Ho cercato di dire a Michael di non fare quello show. Ma lui era convinto che Martin Bashir avrebbe fatto per lui quello che aveva fatto per la principessa Diana".
Questo ha portato ad una breve discussione sulla presunta falsificazione degli estratti conto del fratello di Diana, al fine di ricattarla nel colloquio. “Ne hai sentito parlare?".
"No, ma non mi sorprende".
Come ho detto questo argomento sarebbe venuto fuori di nuovo durante il Q & A. Ma una volta che si conoscono le vere storie dietro i dipinti, ci si rende conto di quanto siano ridicole quelle accuse. Ad esempio, quando si è trattato di Field of Dreams, Michael semplicemente voleva un dipinto che ritraesse i bambini di tutte le nazionalità del mondo. Questi erano i temi in sintonia con la sua visione per la Heal The World Foundation (di cui David ha dipinto anche il logo, della terra a pezzi con una striscia di cerotto attraverso di essa). In Fields of Dreams l'idea era di rappresentare tutte le razze e tutte le nazionalità dei bambini, bambini che fanno quello che di solito fanno i bambini, anche, sì, essere discoli, ma nel modo innocente dell'infanzia. Ad esempio il bambino che sbircia sotto l’abito della bambina era un'idea di Michael. "Diceva 'I bambini fanno cose del genere'".
Ma dopo le accuse, i media avevano di che divertirsi. Nordahl dice di essere stato costantemente bombardato dai tabloid e dalle richieste dei media, alcuni addirittura offrivano fino a "25 mila dollari" per ogni “panno sporco" di Michael. Vero o no, non importava. "Volevano sapere chi fossero i bambini nei dipinti, quali fossero i loro nomi", ha detto. "Beh, non potevamo dar loro alcun nome perché nessuno dei bambini esisteva realmente. Erano tutti inventati".
Beh, con qualche eccezione. In Field of Dreams, Nordahl ha effettivamente utilizzato una foto di sua moglie da piccola come modello per la bambina che vedete a destra di Michael, visibile appena sotto il suo braccio. In altre parti del dipinto coloro che hanno familiarità con esso (vedere link a fine conversazione, ndt) ricorderanno che c'è una bambina afro-americana che sta mangiando un cono gelato alla vaniglia. Beh, guardatela da vicino. Anche questa è la moglie di David... ma no, lei non ha modificato la razza o il colore! David semplicemente ha fatto il cambiamento per lei. "Ho deciso di usare mia moglie anche qui" ha detto, che mostrandoci la bambina nera che lecca il cono. "L'unica differenza è che l’ho fatta nera invece che bianca".
Non era l'unica sorpresa. La maggior parte dei dipinti di Nordahl (di solito su insistenza di Michael) sono pieni di queste piccole sorprese e piccoli segreti. Per esempio, mentre ci mostra alcuni dei dipinti durante la presentazione al suo Q & A, ci dice di guardare da vicino per vedere se riusciamo a riconoscere Elizabeth Taylor, o Fred Astaire, o Macauley Culkin, o altri amici e celebrità nascosti. Sareste sorpresi di cosa salta fuori nei quadri di David, se si guardano da vicino e si sa cosa cercare! Michael, ha detto, amava l'idea di avere "sorprese nascoste" nei dipinti e spesso faceva un gioco con i bambini che venivano a Neverland, chiedendo loro se riuscivano a trovare questa o quella cosa o persona nascosta nei dipinti.
"A volte Michael mi diceva dove voleva che le sorprese venissero nascoste", ha detto David. "Ma a volte le nascondevamo così bene, che anche noi dimenticavamo dove le avevamo nascoste".
Gli ho anche chiesto di Camelot, il dipinto che ha fatto per Michael e Lisa. Ero consapevole che lavorare su quel dipinto gli aveva dato una rara opportunità di intravedere come fosse davvero il loro rapporto. "Oh yeah. Ho passato due settimane con loro".
"E come erano insieme?"
"Assolutamente favolosi. Proprio una bella coppia".
"Perciò in base a quello che hai osservato pensi fossero davvero innamorati?"
"Non c’è dubbio. Erano bellissimi insieme. Mi ha spezzato il cuore quando hanno divorziato".
La sua descrizione è un contrasto interessante tra quelle che hanno descritto il matrimonio come una finta. Ma è stato confermato dalla maggior parte degli amici di Michael che erano intorno alla coppia. In ogni caso due settimane sotto lo stesso tetto con loro è un tempo sufficiente per testimoniare se qualcosa sembrasse "stonato" o falso circa il rapporto. David non solo amava Michael e Lisa individualmente, li amava insieme, come coppia. Ma Lisa, ha detto, "è arrivata al matrimonio con i suoi figli" e ho avuto la sensazione che forse, come è stato detto tante volte, questa è stata la ragione principale della loro rottura. Non ne voleva avere più.
Nel frattempo Camelot è stato lasciato incompiuto. "Michael non era soddisfatto del castello. Voleva che fosse più originale".
Prima che Nordahl avesse il tempo di rendere il castello "più originale" la favola era finita. "Mi ha rattristato così tanto che si siano separati".
Come artista privato di Michael, Nordahl ha anche lavorato a stretto contatto con lui su molti dei suoi progetti, da Heal The World, a quella che sarebbe stata la compagnia cinematografica di Michael (Lost Boys Productions), ai piani futuri per Neverland. Neverland era sempre un work-in-progress (lavoro in corso), e fra le diapositive che Nordahl e ci ha mostrato c’erano i piani abbozzati per quello che alla fine sarebbe stato un parco acquatico di Neverland. E' stato triste rendersi conto che c'erano ancora tante visioni non realizzate a Neverland, ancora così tante altre cose che Michael voleva fare. A giudicare dagli schizzi il parco acquatico avrebbe avuto delle spettacolari cascate, piscine con le onde e altre delizie acquatiche!
"Non ha mai smesso di cercare di farne un posto migliore per i bambini malati che venivano lì”, disse David, aggiungendo che i suoi piani avevano incluso anche dei Jumbotrons (schermi giganti) che mostravano cartoni animati non-stop, per tutta la notte, per i bambini malati che non riuscivano a dormire. "Michael capiva che per un bambino malato non è facile dormire la notte. Voleva che ci fossero i cartoni animati in modo che quando si svegliavano per il dolore e non riuscivano a riaddormentarsi, avessero qualcosa da guardare. Pensava sempre a quei bambini e a come poteva farli stare meglio".
Nulla è stato fatto a buon mercato a Neverland. Anche i cavalli sulla giostra sono stati progettati per essere un'esperienza unica per ogni bambino o persona che li cavalcava. "Su ogni cavallo era scritta una poesia".
Durante la presentazione, come ho detto, David ci ha guidato virtualmente attraverso molti dei suoi ritratti e opere più note, raccontandoci le storie dietro la maggior parte di essi. Giusto alcuni dei fatti più interessanti:
Il dipinto originale Triptyche (trittico) aveva un centro di 8 pollici ed era più di 12 piedi di larghezza.
Michael non ha in realtà posato per la maggior parte dei dipinti. Invece, di solito David lo dipingeva da una fotografia. Ma è stato difficile a volte avere delle buone fotografie, perché "Michael non faceva buone foto quando non era Michael". In altre parole quando non si metteva in posa come Michael Jackson. A volte avere una buona foto su cui lavorare poteva essere difficile.
Ma Michael ha posato per alcuni degli schizzi a carboncino, come questo ben noto schizzo di Nordahl di lui impegnato nella sua Panther Dance.
Mentre lavorava sul dipinto “Michael”, Nordahl doveva fotografare il dipinto in varie fasi di completamento. Copriva la faccia di Michael in modo che quando il rullino veniva portato al negozio per lo sviluppo, non si sapesse chi era il soggetto del dipinto (abbiamo visto la versione del dipinto col "volto cancellato" durante la presentazione).
Lost Boys Production era la società di produzione in cui Evan Chandler sperava di entrare. David ha detto al pubblico che Evan ha cercato di estorcere i soldi a Michael una volta scoperto che non sarebbe entrato a far parte della Lost Boys Production.
Le storie di David, nel complesso, raffiguravano un amico molto leale, molto dolce, umile e premuroso, ma che poteva anche essere molto esigente. Ad esempio Michael amava il dipinto "Michael" (il primo che vedete nel link a fine conversazione) così tanto che lo spediva in tutto il mondo. Ovunque dovesse restare per un tempo prolungato. Poco prima dell’11 settembre, il dipinto è stato spedito da Parigi, in Francia ed è stato danneggiato nel viaggio. A quanto pare era stato maneggiato senza cura ed era stato graffiato. Il danno più evidente era sul volto di Michael.
Michael era molto turbato e voleva che il dipinto fosse aggiustato immediatamente.
Tranne che era giusto dopo l’11 settembre, e trovare un volo per Los Angeles non era esattamente così facile. "Sono stato seduto per ore in un aeroporto deserto".
Ma alla fine ce l’ha fatta ad arrivare a Los Angeles e il danno al dipinto è stato sistemato.
I modi da perfezionista di Michael a volte hanno causato altri problemi. Ha descritto un episodio che si è verificato una volta, dopo una sessione di registrazione, quando Michael era stato raggiunto da Slash e da alcuni altri rockers. "Erano tutti ragazzi che erano soliti andare in studio e buttare giù una traccia in una registrazione o due". Michael era genuinamente ferito e perplesso che questi ragazzi si fossero arrabbiati quando gli era stato chiesto di registrare più e più volte. “Tutte queste persone sono arrabbiate con me" disse.
Ma David riporta molti altri ricordi del suo amico di lunga data. Ricorda anche il senso dell’umorismo completamente folle, fuori di testa di Michael. Ha raccontato la storia di una volta quando cercava di farsi passare Michael al telefono. Non ricordo quale fosse il motivo della riunione, ma ha detto che era molto urgente che gli passassero Michael. Tuttavia ha avuto la sfortuna di incappare in "questa donna con questo stridulo e fastidioso accento di Brooklyn", che si rifiutava di passarglielo. La cosa andò avanti all'infinito. Alla fine ha incontrato Michael e ha iniziato a raccontargli la storia. "Sarei arrivato prima, ma mi sono imbattuto in questa orribile, fastidiosa donna che parlava così (imita la voce nasale e irritante, che suonava proprio come Fran Drescher da The Nanny – La Tata in Italia, ndt). Michael ha iniziato a ridacchiare e la verità si è affacciata lentamente nella mente di David. "Michael, eri tu?"
"Che ne dici?" ha detto Michael, parlando con la voce di “lei”.
Ha anche meravigliosi ricordi del rapporto di Michael con i suoi figli, a cui ha assistito in prima persona. Uno dei ritratti che ha fatto per Michael era un ritratto di Prince, "The Boy King", che raffigurava Prince come un bambino addormentato sul suo trono.
Ma perché non ci sono ritratti di Paris o Blanket?
"Li stavamo per fare" ha detto David, "ma Michael ha voluto aspettare che fossero un po' più grandi". Purtroppo, naturalmente, Michael è morto prima che questi ritratti previsti fossero realizzati.
Nel corso del Q & A, David ha ripetuto la storia molto divertente che avevo già letto, su come lui, Michael e i bambini si sono “infilati” nel cinema di un centro commerciale a Santa Fe, New Mexico, per vedere The Day After Tomorrow. Era un tipico centro commerciale affollato e il piccolo cinema era pieno. Eppure, miracolosamente, ce l’hanno fatta. "Ho portato i bambini a prendere il popcorn. Michael ha aspettato fino a che le luci sono state spente ed è entrato da una porta laterale. Indossava questi comodi pantaloni di seta rossi, come un pigiama" rideva, rimarcando come sia ancora difficile credere che sia riuscito a non farsi notare, soprattutto vestito in quel modo.
Era lì anche quando Michael è arrivato tutto eccitato perché Blanket aveva detto la sua prima vera frase. Michael, da papà orgoglioso che era, disse: " Blanket ha appena detto la sua prima frase!"
"Che cosa ha detto?"
"Dov'è Dave?”
La loro amicizia di 20 anni ha incluso molte avventure. Durante i lunghi viaggi, Michael si portava dietro un secchio per i bisogni di emergenza lungo la strada. Dopotutto era Michael Jackson, e per lui utilizzare i bagni degli uomini delle stazioni di servizio non era di solito un’opzione praticabile. Posso anche credere che sia un po' difficile continuare a vedere qualcuno come una superstar e icona di fama mondiale, quando lo hai visto fare la pipì in un secchio sul bordo della strada. E' un modo di mettere le cose in prospettiva, questo è certo.
Ricorda anche il suo amico Michael Jackson come qualcuno che "non si lamentava mai" nonostante la crudele malattia della pelle che doveva affrontare, la vitiligine. Ne abbiamo parlato in qualche modo, perché ero curiosa dopo aver letto l’intervista di Nordahl a USA Today dove ha detto che la vitiligine di Michael era già in uno stadio molto avanzato quando lo ha incontrato la prima volta nel 1988!
A quel tempo, nel 1988, ha descritto Michael come una persona il cui volto era già chiazzato e che gli effetti della malattia erano chiaramente visibili sul suo corpo. Ero molto interessata a saperne di più su questo, perché Michael Jackson nel 1988 era ancora considerato relativamente "normale". Sì, potremmo dire che stava diventando di un colore più chiaro. Ma non era ancora palesemente evidente che qualcosa di drastico che stava accadendo.
"Quindi lei sta dicendo che nel 1988 era già a chiazze su una grande percentuale del suo corpo, compresa la sua faccia?"
"Oh, sì. Sì. Quando lo incontrai lo era già su tutto il lato destro del collo. E sulla sua mano destra, per quanto ho potuto vedere, andando su fino al suo braccio". Ma ha fatto notare che era difficile capire quanto la malattia fosse progredita sul braccio "poiché portava sempre quelle camicie di velluto a coste con le maniche lunghe". Erano naturalmente le ben note (per lo più rosse, di tanto in tanto blu) camicie a maniche lunghe che cominciò indossare nei tardi anni '80 e all'inizio degli anni '90. Le camicie erano comode per nascondere la sua condizione.
"Certo, quando ha sviluppato più macchie doveva utilizzare del trucco sempre più chiaro per coprirle".
Abbiamo discusso di come la vitiligine porta via completamente il pigmento della pelle. Ho accennato anche che Oprah Winfrey aveva detto che guardare la pelle di Michael era "come guardare qualcuno traslucido, si poteva vedere attraverso le vene blu".
Ha detto che la valutazione di Oprah era vera. Era così.
Michael non ha mai voluto essere bianco. "I bianchi hanno il pigmento", ha detto, che è una cosa che anch’io ho detto in molte occasioni in cui mi sono imbattuta in quelli che pensano che Michael avesse sbiancato la sua pelle. "Guarda la tua pelle e guarda la mia. Ma ora ... guarda quel pezzo di carta lì". Ha indicato il foglio di carta sul quale stavo annotando i miei appunti. "Questo foglio di carta... immagina qualcuno la cui pelle è bianca come questo foglio".
"Michael si è sempre considerato molto brutto" , ha detto.
Gli ho detto che trovavo difficile capire il perché. "Era bellissimo", ho detto.
"Ma non si è mai visto così. Pensava di essere estremamente brutto. Voleva sempre assomigliare a quella che lui chiamava 'gente normale'".
Si potrebbe pensare che una malattia come la vitiligine avrebbe completamente schiacciato uno con una fragile autostima. Ma non è successo.
"Non l’ho mai sentito una volta lamentarsi. Non ha mai detto: 'Perché proprio a me?'”
L'impressione lasciata dalla nostra conversazione era di un uomo che ha silenziosamente portato la croce che ha dovuto affrontare nella vita, e che lo ha fatto con dignità, grazia e forza d’animo. Non si lamentava e non si abbandonava all’autocommiserazione. Ha continuato a lavorare, creare, godersi la vita e ad adoperarsi per la sua visione di rendere il mondo un posto migliore. Forse ho finalmente compreso meglio il perché Michael non è mai diventato un portavoce per la malattia. Michael aveva un progetto molto più grande e una visione molto più grande di quello che sperava di ottenere con la sua vita e con il palco che gli era stato dato.
La vitiligine era solo un moscerino fastidioso da cui era determinato a non lasciarsi rallentare o fermare. Questo è il motivo per cui ho aggiunto nel sottotitolo di questo articolo "sopravvissuto". Perché le parole di David hanno dipinto questo quadro.
Per vent’anni David ha visto il suo amico combattere la devastazione di questa malattia, insieme con tutte le incomprensioni e il ridicolo che si portava dietro. "Ha sempre saputo chi era, sapeva di essere un nero".
A quanto pare era il resto del mondo che aveva bisogno di ricordare di quel fatto. Non Michael.
Per chi non avesse presenti i dipinti di cui si parla in questa conversazione qui li trovate tutti:
http://musica.tuttogratis.it/fotogallery/michael-jackson-nei-ritratti-di-david-nordahl_1963.html
e qui c'è “Camelot”, con Lisa Marie
tradotto da "4everMJJ" PER "MFanSquare Forum"
http://www.truth4mj.it/mj/index.php?option=com_content&view=article&id=70%3Auna-conversazione-con-david-nordahl&catid=36
fonte: http://allforloveblog.com/?p=3826
"Una conversazione con David Nordahl : uno sguardo al Michael artista, soggetto, intellettuale , papà, amico e sopravvissuto".
conversazione svoltasi alla Fanvention di Gary a fine agosto 2010
Ho chiesto "Cosa pensi lo trascinasse verso quel quadro (il primo quadro di Nordahl che ha visto, ndt)? Quali sono le qualità di questo dipinto che lo hanno impressionato?"
"Non me lo ha detto" ha risposto David. "Il quadro raffigurava una cavalleria che uccideva donne e bambini, quindi penso che sia stata l'empatia che lo spingeva".
"Michael conosceva la cultura dei nativi americani?" Volevo sapere se poteva essere uno dei motivi della sua attrazione, dopo tutto lo stesso Michael aveva qualcosa dei nativi, Choctaw dalla parte di Joe, Cherokee da quella di Katherine. (David Nordahl ha origini Lakota (Sioux) da parte del padre, che è cresciuto in una riserva, ndt).
"No". La risposta è venuta con abbastanza enfasi. Ma poi ha anche spiegato, "Voglio dire, ciò che sapeva era né più né meno quello che ne sa la persona media. Ma lui aveva una visione d'insieme molto buona della cultura d'origine".
"In altre parole, aveva almeno una buona conoscenza generale delle credenze e dei valori della maggior parte delle tribù".
"Oh, assolutamente. Michael conosceva di tutto. Era un lettore vorace".
Questo portò ad una breve discussione su Earth Song. Ho detto che gran parte dei testi e delle immagini di Earth Song sembravano basate sul concetto dei nativi americani dei "cambiamenti della terra", una profezia diffusa nella maggior parte tribù in cui la terra si ripulisce e si purga da una serie di disastrosi e catastrofici eventi. Molte tribù credono che siamo già nel tempo dei "cambiamenti". Nella profezia Lakota è previsto che i "cambiamenti della terra" saranno annunciati dalla nascita del vitello del bufalo bianco (nel 1992 è nato un vitello di bufalo bianco, ma successivamente è morto). Anche i Cherokee hanno una versione della profezia dei cambiamenti della Terra.
"Ogni tribù ha la propria versione della profezia", ha detto David.
"Michael era a conoscenza della profezia?"
"Sì , lo era". Era anche d'accordo quando ho detto che almeno una parte del concetto da palco di Earth Song (con i carri armati, i soldati e i contadini disperati e Michael come la figura della pace come Cristo tra loro) potrebbe esser stato preso da quel quadro.
Ma in realtà, nel complesso, non è stato un particolare interesse per la cultura nativa che ha attirato Michael verso il lavoro di David. Michael stava guardando un quadro molto più grande e molto più ampio.
"Lui mi chiese: 'Perché dipingi solo i nativi americani?'". Pensava che David dovesse dedicarsi ad argomenti più grandi, qualcosa di portata più ampia. O forse, questo era il suo modo di dire: "Non limitarti ad una cultura o una nicchia ristretta. Il mondo è un posto molto più grande di questo". Il suo obiettivo fin dall'inizio era quello di spingere David verso una maggiore visione globale.
La storia di come Michael e David si sono incontrati è interessante e divertente. Michael non era solito dire bugie pietose per ottenere quello che voleva. "Mi ha detto che voleva prendere lezioni d'arte”, ha detto David. David è stato messo in contatto con i collaboratori di Michael, che hanno organizzato l'incontro. Questo è successo nel 1988, durante il Bad tour, e a David è stato dato un elenco di tappe del tour tra cui scegliere. "Ho scelto Denver, perché era la più vicina". Così quando la data per lo spettacolo di Denver si avvicinava, David ha meticolosamente preparato tutte le sue attrezzature, con la consapevolezza che stava per dare lezioni d'arte.
La loro conversazione iniziale, secondo David, è andata pressappoco così:
Michael : Dai lezioni di pittura?
David : No.
Ma Michael, tirando fuori il suo fascino migliore, è riuscito a convincere David che lui voleva imparare davvero. Alla fine David ha ceduto e ha accettato di un incontro.
Ma è stato evidente fin dall’inizio che le lezioni erano la cosa più lontana nella mente di Michael.
Una limousine ha preso David e l’ha portato al loro incontro. Aveva imballato tutte le sue attrezzature artistiche, ancora illudendosi che stava per dare delle lezioni. Ha detto che le guardie della sicurezza sono venute giù con Michael e sono state in giro per i primi minuti, fino a quando Michael ha detto loro che andava bene, potevano andarsene. C'era anche una giovane donna che Michael stava mandando a comprare le fibbie che amava indossare sulla cintura (ricordate, stiamo parlando dell’era Bad!).
"Assicurati che ti facciano il 20% di sconto", ha detto, riferendosi evidentemente ad uno sconto del 20% che doveva farsi fare sulle fibbie.
Durante quel primo incontro hanno parlato molto di arte e di molte altre cose. Ma non c'era alcuna indicazione che Michael fosse seriamente interessato a delle lezioni.
Quindi perché tutto questo stratagemma per far finta che voleva lezioni di arte?
"Ha solo voluto incontrarmi" ha riso David. "Voleva organizzare un incontro per vedere se fra noi funzionava”.
Ma sapevo che Michael era interessato all'arte, come testimoniano i suoi schizzi e autoritratti. Avevo anche letto che, a un certo punto, David ha dato delle lezioni a Michael, o ha cercato di dargliele. Le sessioni di solito finivano con un senso di frustrazione.
Il problema? Il perfezionismo di Michael, la qualità che ha fatto di lui un genio con la sua musica e la danza, può essere stato ciò che lo ha ostacolato di più quando si trattava di disegno e pittura.
"Lui si scoraggiava troppo facilmente”, ha detto David . "Voleva che andasse bene al primo tentativo”. In definitiva, Michael non riusciva a superare la frustrazione quando ciò che aveva in mente non veniva fuori come voleva sulla tela.
Ma che cosa ha fatto David del talento grezzo di Michael, sulla base dei disegni e delle altre cose che ha fatto?
“Pensi che avrebbe potuto essere un grande artista, se si fosse applicato? Sembrava avere il talento".
"Una volta gli ho detto che aveva le capacità per essere un grande artista. Ma ci sarebbero voluti anni per svilupparle. Gli ho detto che poteva essere un grande artista se fosse stato disposto a rinunciare alla sua carriera musicale e dedicare il tempo alla sua arte e a nient'altro".
"Beh, penso che entrambi sappiamo che questo non poteva succedere" ho detto ridendo. Michael può aver goduto a sguazzare nell’arte, ma penso che sia giusto dire che la carriera musicale non poteva essere una seconda scelta.
Ma se fosse vissuto? Riuscivo a immaginarlo, forse dopo che si fosse ritirato, con la follia e la gloria dei suoi anni sul palco dietro di lui, tranquillamente ma con passione a perseguire questa strada. Ho chiesto cosa sapesse del rumor che Michael aveva intenzione di tornare a scuola per studiare arte, presumibilmente a Parigi. "Non me ne ha mai parlato" ha detto David, mostrando che la storia era una novità per lui.
Tuttavia l'interesse di Michael nell’arte era profondo. "Diana Ross è stata colei che lo ha fatto interessare all'arte. Lei lo portò ai musei".
Andare alle gallerie d'arte era diventato uno dei passatempi preferiti per Michael e David, anche se andare da qualche parte con Michael in pubblico era sempre una sfida, che di solito si concludeva nel caos. Come abbiamo sentito tante volte, ci voleva quasi sempre molta collaborazione da parte dei proprietari, la loro volontà di chiudere al pubblico, e così via. Una volta erano in visita a una galleria d'arte dove per poter accedere bisognava passare accanto a un divisorio di vetro dietro il quale era situato un centro estetico. Alcune delle signore hanno riconosciuto Michael.
"Lui diceva che poteva ingannare tutti con i suoi travestimenti, tranne le donne. Le donne avrebbero riconosciuto il suo modo di camminare, loro lo capivano".
In breve tempo l'intero finestra era piena di donne nei loro grembiuli, i loro capelli in bigodini e pinze; i volti premuti sul vetro, cercando disperatamente di dare un’occhiata!
Volevo fargli domande sui concetti dei dipinti che ha fatto per Michael, ma si è rivelato essere un argomento molto complesso per una sola risposta. Avrei ottenuto molte più informazioni sull'argomento durante il suo Q & A (domande e risposte, ndt), quando ha fatto vedere un'intera presentazione di diapositive di alcuni dei suoi quadri più noti e dei disegni di Michael (e alcuni non così conosciuti) e ha raccontato la storia dietro ogni dipinto, dall'inizio al prodotto finito. Ma per quanto riguarda i concetti di ogni dipinto, di solito era uno sforzo collaborativo. "Michael ne ha fatti alcuni, e altri li abbiamo fatti insieme. Aveva queste idee meravigliose".
Un altro argomento che abbiamo affrontato, che David ha approfondito di più nel corso del suo Q & A, è stato l'aspetto controverso di molti dei dipinti. "Questo è un argomento difficile da affrontare", ho detto , "perché io personalmente penso che tutti i dipinti siano belli. Ma non devo dirtelo io che ci sono alcune persone che hanno chiamato opere come “Field Of Dreams” e “Michael” 'arte pedo'". Dopo le accuse, ovviamente, i media erano alla ricerca di qualsiasi cosa servisse come "prova" che Michael era un pedofilo. Il fatto che in così tanti dei dipinti ci fossero dei bambini, di solito con Michael come una figura quasi simile a Cristo in mezzo a loro, ha comportato che molte delle opere di Nordahl siano state messe sotto esame.
"Martin Bashir, come sai, ha cercato di sezionare il dipinto 'Michael' ogni volta che ha potuto"
"*******! Perdona il mio linguaggio".
Gli ho assicurato che le scuse non erano necessarie.
"Martin Bashir è uno *******".
"Ho cercato di dire a Michael di non fare quello show. Ma lui era convinto che Martin Bashir avrebbe fatto per lui quello che aveva fatto per la principessa Diana".
Questo ha portato ad una breve discussione sulla presunta falsificazione degli estratti conto del fratello di Diana, al fine di ricattarla nel colloquio. “Ne hai sentito parlare?".
"No, ma non mi sorprende".
Come ho detto questo argomento sarebbe venuto fuori di nuovo durante il Q & A. Ma una volta che si conoscono le vere storie dietro i dipinti, ci si rende conto di quanto siano ridicole quelle accuse. Ad esempio, quando si è trattato di Field of Dreams, Michael semplicemente voleva un dipinto che ritraesse i bambini di tutte le nazionalità del mondo. Questi erano i temi in sintonia con la sua visione per la Heal The World Foundation (di cui David ha dipinto anche il logo, della terra a pezzi con una striscia di cerotto attraverso di essa). In Fields of Dreams l'idea era di rappresentare tutte le razze e tutte le nazionalità dei bambini, bambini che fanno quello che di solito fanno i bambini, anche, sì, essere discoli, ma nel modo innocente dell'infanzia. Ad esempio il bambino che sbircia sotto l’abito della bambina era un'idea di Michael. "Diceva 'I bambini fanno cose del genere'".
Ma dopo le accuse, i media avevano di che divertirsi. Nordahl dice di essere stato costantemente bombardato dai tabloid e dalle richieste dei media, alcuni addirittura offrivano fino a "25 mila dollari" per ogni “panno sporco" di Michael. Vero o no, non importava. "Volevano sapere chi fossero i bambini nei dipinti, quali fossero i loro nomi", ha detto. "Beh, non potevamo dar loro alcun nome perché nessuno dei bambini esisteva realmente. Erano tutti inventati".
Beh, con qualche eccezione. In Field of Dreams, Nordahl ha effettivamente utilizzato una foto di sua moglie da piccola come modello per la bambina che vedete a destra di Michael, visibile appena sotto il suo braccio. In altre parti del dipinto coloro che hanno familiarità con esso (vedere link a fine conversazione, ndt) ricorderanno che c'è una bambina afro-americana che sta mangiando un cono gelato alla vaniglia. Beh, guardatela da vicino. Anche questa è la moglie di David... ma no, lei non ha modificato la razza o il colore! David semplicemente ha fatto il cambiamento per lei. "Ho deciso di usare mia moglie anche qui" ha detto, che mostrandoci la bambina nera che lecca il cono. "L'unica differenza è che l’ho fatta nera invece che bianca".
Non era l'unica sorpresa. La maggior parte dei dipinti di Nordahl (di solito su insistenza di Michael) sono pieni di queste piccole sorprese e piccoli segreti. Per esempio, mentre ci mostra alcuni dei dipinti durante la presentazione al suo Q & A, ci dice di guardare da vicino per vedere se riusciamo a riconoscere Elizabeth Taylor, o Fred Astaire, o Macauley Culkin, o altri amici e celebrità nascosti. Sareste sorpresi di cosa salta fuori nei quadri di David, se si guardano da vicino e si sa cosa cercare! Michael, ha detto, amava l'idea di avere "sorprese nascoste" nei dipinti e spesso faceva un gioco con i bambini che venivano a Neverland, chiedendo loro se riuscivano a trovare questa o quella cosa o persona nascosta nei dipinti.
"A volte Michael mi diceva dove voleva che le sorprese venissero nascoste", ha detto David. "Ma a volte le nascondevamo così bene, che anche noi dimenticavamo dove le avevamo nascoste".
Gli ho anche chiesto di Camelot, il dipinto che ha fatto per Michael e Lisa. Ero consapevole che lavorare su quel dipinto gli aveva dato una rara opportunità di intravedere come fosse davvero il loro rapporto. "Oh yeah. Ho passato due settimane con loro".
"E come erano insieme?"
"Assolutamente favolosi. Proprio una bella coppia".
"Perciò in base a quello che hai osservato pensi fossero davvero innamorati?"
"Non c’è dubbio. Erano bellissimi insieme. Mi ha spezzato il cuore quando hanno divorziato".
La sua descrizione è un contrasto interessante tra quelle che hanno descritto il matrimonio come una finta. Ma è stato confermato dalla maggior parte degli amici di Michael che erano intorno alla coppia. In ogni caso due settimane sotto lo stesso tetto con loro è un tempo sufficiente per testimoniare se qualcosa sembrasse "stonato" o falso circa il rapporto. David non solo amava Michael e Lisa individualmente, li amava insieme, come coppia. Ma Lisa, ha detto, "è arrivata al matrimonio con i suoi figli" e ho avuto la sensazione che forse, come è stato detto tante volte, questa è stata la ragione principale della loro rottura. Non ne voleva avere più.
Nel frattempo Camelot è stato lasciato incompiuto. "Michael non era soddisfatto del castello. Voleva che fosse più originale".
Prima che Nordahl avesse il tempo di rendere il castello "più originale" la favola era finita. "Mi ha rattristato così tanto che si siano separati".
Come artista privato di Michael, Nordahl ha anche lavorato a stretto contatto con lui su molti dei suoi progetti, da Heal The World, a quella che sarebbe stata la compagnia cinematografica di Michael (Lost Boys Productions), ai piani futuri per Neverland. Neverland era sempre un work-in-progress (lavoro in corso), e fra le diapositive che Nordahl e ci ha mostrato c’erano i piani abbozzati per quello che alla fine sarebbe stato un parco acquatico di Neverland. E' stato triste rendersi conto che c'erano ancora tante visioni non realizzate a Neverland, ancora così tante altre cose che Michael voleva fare. A giudicare dagli schizzi il parco acquatico avrebbe avuto delle spettacolari cascate, piscine con le onde e altre delizie acquatiche!
"Non ha mai smesso di cercare di farne un posto migliore per i bambini malati che venivano lì”, disse David, aggiungendo che i suoi piani avevano incluso anche dei Jumbotrons (schermi giganti) che mostravano cartoni animati non-stop, per tutta la notte, per i bambini malati che non riuscivano a dormire. "Michael capiva che per un bambino malato non è facile dormire la notte. Voleva che ci fossero i cartoni animati in modo che quando si svegliavano per il dolore e non riuscivano a riaddormentarsi, avessero qualcosa da guardare. Pensava sempre a quei bambini e a come poteva farli stare meglio".
Nulla è stato fatto a buon mercato a Neverland. Anche i cavalli sulla giostra sono stati progettati per essere un'esperienza unica per ogni bambino o persona che li cavalcava. "Su ogni cavallo era scritta una poesia".
Durante la presentazione, come ho detto, David ci ha guidato virtualmente attraverso molti dei suoi ritratti e opere più note, raccontandoci le storie dietro la maggior parte di essi. Giusto alcuni dei fatti più interessanti:
Il dipinto originale Triptyche (trittico) aveva un centro di 8 pollici ed era più di 12 piedi di larghezza.
Michael non ha in realtà posato per la maggior parte dei dipinti. Invece, di solito David lo dipingeva da una fotografia. Ma è stato difficile a volte avere delle buone fotografie, perché "Michael non faceva buone foto quando non era Michael". In altre parole quando non si metteva in posa come Michael Jackson. A volte avere una buona foto su cui lavorare poteva essere difficile.
Ma Michael ha posato per alcuni degli schizzi a carboncino, come questo ben noto schizzo di Nordahl di lui impegnato nella sua Panther Dance.
- Spoiler:
Mentre lavorava sul dipinto “Michael”, Nordahl doveva fotografare il dipinto in varie fasi di completamento. Copriva la faccia di Michael in modo che quando il rullino veniva portato al negozio per lo sviluppo, non si sapesse chi era il soggetto del dipinto (abbiamo visto la versione del dipinto col "volto cancellato" durante la presentazione).
Lost Boys Production era la società di produzione in cui Evan Chandler sperava di entrare. David ha detto al pubblico che Evan ha cercato di estorcere i soldi a Michael una volta scoperto che non sarebbe entrato a far parte della Lost Boys Production.
Le storie di David, nel complesso, raffiguravano un amico molto leale, molto dolce, umile e premuroso, ma che poteva anche essere molto esigente. Ad esempio Michael amava il dipinto "Michael" (il primo che vedete nel link a fine conversazione) così tanto che lo spediva in tutto il mondo. Ovunque dovesse restare per un tempo prolungato. Poco prima dell’11 settembre, il dipinto è stato spedito da Parigi, in Francia ed è stato danneggiato nel viaggio. A quanto pare era stato maneggiato senza cura ed era stato graffiato. Il danno più evidente era sul volto di Michael.
Michael era molto turbato e voleva che il dipinto fosse aggiustato immediatamente.
Tranne che era giusto dopo l’11 settembre, e trovare un volo per Los Angeles non era esattamente così facile. "Sono stato seduto per ore in un aeroporto deserto".
Ma alla fine ce l’ha fatta ad arrivare a Los Angeles e il danno al dipinto è stato sistemato.
I modi da perfezionista di Michael a volte hanno causato altri problemi. Ha descritto un episodio che si è verificato una volta, dopo una sessione di registrazione, quando Michael era stato raggiunto da Slash e da alcuni altri rockers. "Erano tutti ragazzi che erano soliti andare in studio e buttare giù una traccia in una registrazione o due". Michael era genuinamente ferito e perplesso che questi ragazzi si fossero arrabbiati quando gli era stato chiesto di registrare più e più volte. “Tutte queste persone sono arrabbiate con me" disse.
Ma David riporta molti altri ricordi del suo amico di lunga data. Ricorda anche il senso dell’umorismo completamente folle, fuori di testa di Michael. Ha raccontato la storia di una volta quando cercava di farsi passare Michael al telefono. Non ricordo quale fosse il motivo della riunione, ma ha detto che era molto urgente che gli passassero Michael. Tuttavia ha avuto la sfortuna di incappare in "questa donna con questo stridulo e fastidioso accento di Brooklyn", che si rifiutava di passarglielo. La cosa andò avanti all'infinito. Alla fine ha incontrato Michael e ha iniziato a raccontargli la storia. "Sarei arrivato prima, ma mi sono imbattuto in questa orribile, fastidiosa donna che parlava così (imita la voce nasale e irritante, che suonava proprio come Fran Drescher da The Nanny – La Tata in Italia, ndt). Michael ha iniziato a ridacchiare e la verità si è affacciata lentamente nella mente di David. "Michael, eri tu?"
"Che ne dici?" ha detto Michael, parlando con la voce di “lei”.
Ha anche meravigliosi ricordi del rapporto di Michael con i suoi figli, a cui ha assistito in prima persona. Uno dei ritratti che ha fatto per Michael era un ritratto di Prince, "The Boy King", che raffigurava Prince come un bambino addormentato sul suo trono.
Ma perché non ci sono ritratti di Paris o Blanket?
"Li stavamo per fare" ha detto David, "ma Michael ha voluto aspettare che fossero un po' più grandi". Purtroppo, naturalmente, Michael è morto prima che questi ritratti previsti fossero realizzati.
Nel corso del Q & A, David ha ripetuto la storia molto divertente che avevo già letto, su come lui, Michael e i bambini si sono “infilati” nel cinema di un centro commerciale a Santa Fe, New Mexico, per vedere The Day After Tomorrow. Era un tipico centro commerciale affollato e il piccolo cinema era pieno. Eppure, miracolosamente, ce l’hanno fatta. "Ho portato i bambini a prendere il popcorn. Michael ha aspettato fino a che le luci sono state spente ed è entrato da una porta laterale. Indossava questi comodi pantaloni di seta rossi, come un pigiama" rideva, rimarcando come sia ancora difficile credere che sia riuscito a non farsi notare, soprattutto vestito in quel modo.
Era lì anche quando Michael è arrivato tutto eccitato perché Blanket aveva detto la sua prima vera frase. Michael, da papà orgoglioso che era, disse: " Blanket ha appena detto la sua prima frase!"
"Che cosa ha detto?"
"Dov'è Dave?”
La loro amicizia di 20 anni ha incluso molte avventure. Durante i lunghi viaggi, Michael si portava dietro un secchio per i bisogni di emergenza lungo la strada. Dopotutto era Michael Jackson, e per lui utilizzare i bagni degli uomini delle stazioni di servizio non era di solito un’opzione praticabile. Posso anche credere che sia un po' difficile continuare a vedere qualcuno come una superstar e icona di fama mondiale, quando lo hai visto fare la pipì in un secchio sul bordo della strada. E' un modo di mettere le cose in prospettiva, questo è certo.
Ricorda anche il suo amico Michael Jackson come qualcuno che "non si lamentava mai" nonostante la crudele malattia della pelle che doveva affrontare, la vitiligine. Ne abbiamo parlato in qualche modo, perché ero curiosa dopo aver letto l’intervista di Nordahl a USA Today dove ha detto che la vitiligine di Michael era già in uno stadio molto avanzato quando lo ha incontrato la prima volta nel 1988!
A quel tempo, nel 1988, ha descritto Michael come una persona il cui volto era già chiazzato e che gli effetti della malattia erano chiaramente visibili sul suo corpo. Ero molto interessata a saperne di più su questo, perché Michael Jackson nel 1988 era ancora considerato relativamente "normale". Sì, potremmo dire che stava diventando di un colore più chiaro. Ma non era ancora palesemente evidente che qualcosa di drastico che stava accadendo.
"Quindi lei sta dicendo che nel 1988 era già a chiazze su una grande percentuale del suo corpo, compresa la sua faccia?"
"Oh, sì. Sì. Quando lo incontrai lo era già su tutto il lato destro del collo. E sulla sua mano destra, per quanto ho potuto vedere, andando su fino al suo braccio". Ma ha fatto notare che era difficile capire quanto la malattia fosse progredita sul braccio "poiché portava sempre quelle camicie di velluto a coste con le maniche lunghe". Erano naturalmente le ben note (per lo più rosse, di tanto in tanto blu) camicie a maniche lunghe che cominciò indossare nei tardi anni '80 e all'inizio degli anni '90. Le camicie erano comode per nascondere la sua condizione.
"Certo, quando ha sviluppato più macchie doveva utilizzare del trucco sempre più chiaro per coprirle".
Abbiamo discusso di come la vitiligine porta via completamente il pigmento della pelle. Ho accennato anche che Oprah Winfrey aveva detto che guardare la pelle di Michael era "come guardare qualcuno traslucido, si poteva vedere attraverso le vene blu".
Ha detto che la valutazione di Oprah era vera. Era così.
Michael non ha mai voluto essere bianco. "I bianchi hanno il pigmento", ha detto, che è una cosa che anch’io ho detto in molte occasioni in cui mi sono imbattuta in quelli che pensano che Michael avesse sbiancato la sua pelle. "Guarda la tua pelle e guarda la mia. Ma ora ... guarda quel pezzo di carta lì". Ha indicato il foglio di carta sul quale stavo annotando i miei appunti. "Questo foglio di carta... immagina qualcuno la cui pelle è bianca come questo foglio".
"Michael si è sempre considerato molto brutto" , ha detto.
Gli ho detto che trovavo difficile capire il perché. "Era bellissimo", ho detto.
"Ma non si è mai visto così. Pensava di essere estremamente brutto. Voleva sempre assomigliare a quella che lui chiamava 'gente normale'".
Si potrebbe pensare che una malattia come la vitiligine avrebbe completamente schiacciato uno con una fragile autostima. Ma non è successo.
"Non l’ho mai sentito una volta lamentarsi. Non ha mai detto: 'Perché proprio a me?'”
L'impressione lasciata dalla nostra conversazione era di un uomo che ha silenziosamente portato la croce che ha dovuto affrontare nella vita, e che lo ha fatto con dignità, grazia e forza d’animo. Non si lamentava e non si abbandonava all’autocommiserazione. Ha continuato a lavorare, creare, godersi la vita e ad adoperarsi per la sua visione di rendere il mondo un posto migliore. Forse ho finalmente compreso meglio il perché Michael non è mai diventato un portavoce per la malattia. Michael aveva un progetto molto più grande e una visione molto più grande di quello che sperava di ottenere con la sua vita e con il palco che gli era stato dato.
La vitiligine era solo un moscerino fastidioso da cui era determinato a non lasciarsi rallentare o fermare. Questo è il motivo per cui ho aggiunto nel sottotitolo di questo articolo "sopravvissuto". Perché le parole di David hanno dipinto questo quadro.
Per vent’anni David ha visto il suo amico combattere la devastazione di questa malattia, insieme con tutte le incomprensioni e il ridicolo che si portava dietro. "Ha sempre saputo chi era, sapeva di essere un nero".
A quanto pare era il resto del mondo che aveva bisogno di ricordare di quel fatto. Non Michael.
Per chi non avesse presenti i dipinti di cui si parla in questa conversazione qui li trovate tutti:
http://musica.tuttogratis.it/fotogallery/michael-jackson-nei-ritratti-di-david-nordahl_1963.html
e qui c'è “Camelot”, con Lisa Marie
- Spoiler:
tradotto da "4everMJJ" PER "MFanSquare Forum"
http://www.truth4mj.it/mj/index.php?option=com_content&view=article&id=70%3Auna-conversazione-con-david-nordahl&catid=36
fonte: http://allforloveblog.com/?p=3826
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Re: MICHAEL E DAVID NORDAHL
Grazie...sono bei ricordi ed è giusto condividerli con gli altri, che amano Michael e che non hanno avuto purtroppo la possibilità di conoscerlo personalmente.Ogni volta che leggo queste testimonianze, mi sembra di conoscerlo un pò di più, anche se doversi accontentare di esperienze vissute da altri è molto frustrante...
smelly jackson- INVINCIBLE
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Re: MICHAEL E DAVID NORDAHL
Mi sono permessa di riesumare questo post perché mi è capitato di leggere questo bell'articolo... niente di sensazionale, ma alcuni aneddoti e scene di vita quotidiana.....bello...
L’artista David Nordahl era a casa a dipingere nel febbraio del 1988 quando il telefono squillò a mezzanotte. Una voce disse, “Sono Michael Jackson”.
Si, certo, pensò. Ma si rese presto conto che la telefonata non era uno scherzo.
Nel visitare l’ufficio di Steven Spielberg, Jackson rimase colpito da uno dei quadri di Nordahl raffigurante delle truppe dell’esercito che invadevano il campo degli Apache. Per questo motivo, ora il cantante stava cercando di contattare il pittore per ricevere delle lezioni artistiche.
“Mi chiese se insegnassi disegno e pittura”, dice Nordahl, le cui opere sugli Apaches del XIX secolo sono altamente valutate. “Gli risposi di no ma che ci avrei pensato visto che ero molto impegnato”.
Quella conversazione di un’ora diede il via ad una stretta amicizia e ad un rapporto di lavoro che portò Nordahl ad abbandonare la sua notorietà nel mondo dell’arte per una vocazione quasi monastica come ritrattista personale di Jackson. Dal 1988 al 2005, Nordahl completò centinaia di quadri e circa una dozzina di commissioni epiche, 7 dei quali erano compresi nei 2000 oggetti jacksoniani che sarebbero dovuti andare all’asta con la Julien’s Auction, asta che il cantante bloccò la scorsa primavera.
Varie tele inglobano le grandiosi fantasie di Jackson e il suo modo fiabesco di vedere il mondo. In un enorme trittico viene incoronato e nominato cavaliere in vesti regali. Su di un sentiero soleggiato in “Field of Dreams, fa da guida a bambini di tutte le nazionalità (con la sorella Janet, Ryan White e l’attore Macaulay Culkin). In “Prince, the boy king”, invece il suo primogenito dorme su di un enorme trono dorato.
Nordahl, 68enne, divenne non solo l’artista vivente preferito da Jackson (Michelangelo era il primo fra gli artisti deceduti) ma anche un fidato consigliere e confidente che disegnò le giostre di Neverland e partecipò alle uscite di famiglia.
“Evitò i media per anni perché volevano parlare sempre di cose negative, quando io personalmente non ho mai visto nulla di negativo in Michael”, afferma Nordahl che parla con la speranza di dare più luce ad un’immagine di Jackson da troppo tempo oscurata.
“L’ho sempre considerato una persona normale”, dice, “E’ la persona più premurosa e rispettosa che io abbia mai conosciuto. In 20 anni, non l’ho mai sentito alzare la voce”.
Il rapporto fra il pittore e Jackson iniziò dopo che il cantante lo invitò ad una sua tappa del Bad Tour a Denver nel marzo del 1988.
“Non sapevo cosa aspettarmi”, dice Nordahl. “Fu dolce. Visitammo gallerie, librerie ed una mostra privata di King Tut. Parlammo, ridemmo e disegnammo”.
Jackson dimostrò talento ma aveva troppa poca esperienza per dedicarsi alle arti visive. Quindi i due iniziarono a metter giù idee che Nordahl avrebbe poi dipinto. L’artista concepì un primo lavoro, “Playmates for a Lonely Child”, un olio su tela di Jackson in una silvana scena fiabesca e da allora lavorò senza sosta.
Nordahl fatturò a Jackson ogni singola opera per un valore minimo di $150,000 e il pittore tiene a precisare di esser stato sempre pagato.
Andarono più volte a Disneyland e trascorsero del tempo al Ron Burkle’s La Jolla in California dove, a causa dell’insonnia di Jackson, Nordahl gli teneva spesso compagnia facendo battute e chiacchierando in riva al mare.
(Fu anche vittima di uno dei noti scherzi di MJ che una volta gli imbottì la ventiquattrore di chewingum).
Scoprì che Jackson, alla fine degli anni ’80, spesso guidava, per conto suo, una Chevy Blazer (e si nascondeva in un secchio??? per non essere assalito alle stazioni di benzina) e viveva in un appartamento di sole due camere a L. A.
“Mi aspettavo un attico con tanto di servitù”, dice Nordahl. “C’era un pianoforte in cucina, una macchina per pop-corn e un buon sistema per il suono. Il resto dell’arredamento potevi comprarlo per non più di 50 dollari ad un mercato dell’usato. Prima dei bambini, Michael viveva in maniera molto semplice”.
Cosa vi accomunava?
“Un’infanzia difficile”, dice Nordahl, che Jackson ringrazia negli albums di Dangerous e History. “Crescendo non abbiamo avuto modo di giocare e siamo entrambi fanatici del lavoro. C’era un legame”.
Nordahl vide in Jackson un genio ferito ed incompreso che si sentiva spiritualmente obbligato ad aiutare i bambini.
“Nonostante l’assoluzione dalle accuse del 2005, la sua anima si spezzò”, dice Nordahl. “Michael non avrebbe mai potuto molestare un bambino. Si sentiva sempre così male per i bambini maltrattati o malati. Ha trascorso tantissimo tempo con bambini gravemente malati. Se una madre lo chiamava per un bambino morente in qualche parte del mondo, lui saltava su un aereo. La gente parlava di Neverland come il suo parco di divertimenti privato. Ma tutto fu da sempre concepito per i bambini. L’ultima volta che sono stato al ranch avevano messo uno schermo gigante dinanzi ad un edificio per bambini malati in modo da permettere ai piccoli pazienti che si svegliavano di notte di guardare i cartoni”.
Ecco il link per vedere alcune delle opere realizzate da Nordahl per MJ:
http://www.michaeljacksonart.com/categorie...h7v4eqitipotpig
ULTIMA PARTE
Nordahl era stupito del fatto che Jackson sembrava suscitare più derisione che simpatia.
“La gente lo accusò di voler essere bianco, il che è ridicolo”, dice. “Quando lo incontrai la prima volta, la vitiligine gli aveva colpito il lato destro del viso fin giù il collo. Gran parte della mano destra era bianca. Macchie di colore bianco forte. Usava il trucco perché ne era costretto. Senza, era tutto chiazzato”.
Nordahl non ha mai visto Jackson assumere farmaci ma era ben consapevole dei dolori di cui aveva sofferto in seguito all’incidente avvenuto durante lo spot della Pepsi.
“Quando cercarono di curargli la parte ustionata, sotto lo scalpo aveva come un palloncino”, afferma Nordahl. “Me lo fece sentire. Era un enorme bozzo. Per eliminarlo dovettero praticargli un’incisione con conseguenti punti al cuoio capelluto. Soffrì dolori atroci”.
Nordahl aggiunge che Jackson non sembrava affatto un tossico dipendente in quanto non fumava ed evitava di assumere bevande alcoliche e zuccheri.
“Era per lo più vegetariano”, dice. “Solo quand’era in tour i cuochi gli facevano mangiare del pesce e a volte del pollo. Amava le alette di pollo. Beveva sempre acqua. Bevemmo del vino solo due volte, una volta con la sua ex-moglie Lisa Marie Presley ed un’altra a casa di Ron Burkle. Entrambe le volte Michael ne bevve solo un bicchiere".
La prova lampante della natura responsabile di Jackson emerse quando divenne padre.
“Michael era un vero papà, non un papà di Hollywood”, dichiara. “Si alzava di notte per dar loro il biberon. Li cambiava, faceva loro il bagnetto, tutto ciò che fa una mamma. Per tutto il tempo che ho trascorso con quei bambini, non li ho mai sentiti supplicare per qualcosa o dare di matto. Non li ho mai sentiti piangere.
Erano così soddisfatti (stabili).
Jackson fece di tutto per non viziarli, aggiunge Nordahl, ricordando una modesta festa di compleanno tenuta a L.A. per Prince.
“Ero curioso di vedere cosa avrebbe ricevuto Prince in regalo”, ricorda Nordahl. “Immaginavo si trattasse di qualcosa un bel po’ stravagante, ma non ricevette niente che costasse più di 2 dollari. Gli regalarono della plastilina, dei piccoli supereroi, insomma cose che di solito si usano per riempire le calze. I bambini non erano autorizzati a guardare la TV o dei DVD o giocare con i videogiochi a meno che non avessero guadagnato dei punti nello svogere i compiti scolastici. Niente veniva loro regalato. Michael diceva, “Voglio che crescano nel modo più normale possibile”. Quei bambini erano così rispettosi e cortesi, davvero dolci”.
Nordahl continua col ricordare quando Jackson e i bambini gli fecero una visita a sorpresa nel 2004, proponendogli di uscire per vedere un film.
“Pensavo che saremmo andati in un cinema privato, invece l’autista ci fermò davanti al DeVargas Mall (centro commerciale a Santa Fe). Michael era amico del regista del film “The Day After Tomorrow” e quella era la sua prima settimana di proiezione. Il centro era affollatissimo e non c’era nemmeno un posto per parcheggiare. Scesi con i bambini, presi i biglietti e il pop-corn ed entrammo. Michael ci raggiunse appena spensero le luci. Quando le riaccesero, nessuno lo notò. Indossava un cappellino da baseball ed un pigiama di seta cinese. I bambini erano senza maschera. Qualsiasi giornalaccio lì fuori avrebbe pagato $100,000 per una foto simile”.
Nordahl vide Jackson per l’ultima volta nel 2005, quando il cantante si trasferì a Bahrein con la promessa di non tornare mai più a vivere sul suolo statunitense.
Fonte: USATODAY
L’artista David Nordahl era a casa a dipingere nel febbraio del 1988 quando il telefono squillò a mezzanotte. Una voce disse, “Sono Michael Jackson”.
Si, certo, pensò. Ma si rese presto conto che la telefonata non era uno scherzo.
Nel visitare l’ufficio di Steven Spielberg, Jackson rimase colpito da uno dei quadri di Nordahl raffigurante delle truppe dell’esercito che invadevano il campo degli Apache. Per questo motivo, ora il cantante stava cercando di contattare il pittore per ricevere delle lezioni artistiche.
“Mi chiese se insegnassi disegno e pittura”, dice Nordahl, le cui opere sugli Apaches del XIX secolo sono altamente valutate. “Gli risposi di no ma che ci avrei pensato visto che ero molto impegnato”.
Quella conversazione di un’ora diede il via ad una stretta amicizia e ad un rapporto di lavoro che portò Nordahl ad abbandonare la sua notorietà nel mondo dell’arte per una vocazione quasi monastica come ritrattista personale di Jackson. Dal 1988 al 2005, Nordahl completò centinaia di quadri e circa una dozzina di commissioni epiche, 7 dei quali erano compresi nei 2000 oggetti jacksoniani che sarebbero dovuti andare all’asta con la Julien’s Auction, asta che il cantante bloccò la scorsa primavera.
Varie tele inglobano le grandiosi fantasie di Jackson e il suo modo fiabesco di vedere il mondo. In un enorme trittico viene incoronato e nominato cavaliere in vesti regali. Su di un sentiero soleggiato in “Field of Dreams, fa da guida a bambini di tutte le nazionalità (con la sorella Janet, Ryan White e l’attore Macaulay Culkin). In “Prince, the boy king”, invece il suo primogenito dorme su di un enorme trono dorato.
Nordahl, 68enne, divenne non solo l’artista vivente preferito da Jackson (Michelangelo era il primo fra gli artisti deceduti) ma anche un fidato consigliere e confidente che disegnò le giostre di Neverland e partecipò alle uscite di famiglia.
“Evitò i media per anni perché volevano parlare sempre di cose negative, quando io personalmente non ho mai visto nulla di negativo in Michael”, afferma Nordahl che parla con la speranza di dare più luce ad un’immagine di Jackson da troppo tempo oscurata.
“L’ho sempre considerato una persona normale”, dice, “E’ la persona più premurosa e rispettosa che io abbia mai conosciuto. In 20 anni, non l’ho mai sentito alzare la voce”.
Il rapporto fra il pittore e Jackson iniziò dopo che il cantante lo invitò ad una sua tappa del Bad Tour a Denver nel marzo del 1988.
“Non sapevo cosa aspettarmi”, dice Nordahl. “Fu dolce. Visitammo gallerie, librerie ed una mostra privata di King Tut. Parlammo, ridemmo e disegnammo”.
Jackson dimostrò talento ma aveva troppa poca esperienza per dedicarsi alle arti visive. Quindi i due iniziarono a metter giù idee che Nordahl avrebbe poi dipinto. L’artista concepì un primo lavoro, “Playmates for a Lonely Child”, un olio su tela di Jackson in una silvana scena fiabesca e da allora lavorò senza sosta.
Nordahl fatturò a Jackson ogni singola opera per un valore minimo di $150,000 e il pittore tiene a precisare di esser stato sempre pagato.
Andarono più volte a Disneyland e trascorsero del tempo al Ron Burkle’s La Jolla in California dove, a causa dell’insonnia di Jackson, Nordahl gli teneva spesso compagnia facendo battute e chiacchierando in riva al mare.
(Fu anche vittima di uno dei noti scherzi di MJ che una volta gli imbottì la ventiquattrore di chewingum).
Scoprì che Jackson, alla fine degli anni ’80, spesso guidava, per conto suo, una Chevy Blazer (e si nascondeva in un secchio??? per non essere assalito alle stazioni di benzina) e viveva in un appartamento di sole due camere a L. A.
“Mi aspettavo un attico con tanto di servitù”, dice Nordahl. “C’era un pianoforte in cucina, una macchina per pop-corn e un buon sistema per il suono. Il resto dell’arredamento potevi comprarlo per non più di 50 dollari ad un mercato dell’usato. Prima dei bambini, Michael viveva in maniera molto semplice”.
Cosa vi accomunava?
“Un’infanzia difficile”, dice Nordahl, che Jackson ringrazia negli albums di Dangerous e History. “Crescendo non abbiamo avuto modo di giocare e siamo entrambi fanatici del lavoro. C’era un legame”.
Nordahl vide in Jackson un genio ferito ed incompreso che si sentiva spiritualmente obbligato ad aiutare i bambini.
“Nonostante l’assoluzione dalle accuse del 2005, la sua anima si spezzò”, dice Nordahl. “Michael non avrebbe mai potuto molestare un bambino. Si sentiva sempre così male per i bambini maltrattati o malati. Ha trascorso tantissimo tempo con bambini gravemente malati. Se una madre lo chiamava per un bambino morente in qualche parte del mondo, lui saltava su un aereo. La gente parlava di Neverland come il suo parco di divertimenti privato. Ma tutto fu da sempre concepito per i bambini. L’ultima volta che sono stato al ranch avevano messo uno schermo gigante dinanzi ad un edificio per bambini malati in modo da permettere ai piccoli pazienti che si svegliavano di notte di guardare i cartoni”.
Ecco il link per vedere alcune delle opere realizzate da Nordahl per MJ:
http://www.michaeljacksonart.com/categorie...h7v4eqitipotpig
ULTIMA PARTE
Nordahl era stupito del fatto che Jackson sembrava suscitare più derisione che simpatia.
“La gente lo accusò di voler essere bianco, il che è ridicolo”, dice. “Quando lo incontrai la prima volta, la vitiligine gli aveva colpito il lato destro del viso fin giù il collo. Gran parte della mano destra era bianca. Macchie di colore bianco forte. Usava il trucco perché ne era costretto. Senza, era tutto chiazzato”.
Nordahl non ha mai visto Jackson assumere farmaci ma era ben consapevole dei dolori di cui aveva sofferto in seguito all’incidente avvenuto durante lo spot della Pepsi.
“Quando cercarono di curargli la parte ustionata, sotto lo scalpo aveva come un palloncino”, afferma Nordahl. “Me lo fece sentire. Era un enorme bozzo. Per eliminarlo dovettero praticargli un’incisione con conseguenti punti al cuoio capelluto. Soffrì dolori atroci”.
Nordahl aggiunge che Jackson non sembrava affatto un tossico dipendente in quanto non fumava ed evitava di assumere bevande alcoliche e zuccheri.
“Era per lo più vegetariano”, dice. “Solo quand’era in tour i cuochi gli facevano mangiare del pesce e a volte del pollo. Amava le alette di pollo. Beveva sempre acqua. Bevemmo del vino solo due volte, una volta con la sua ex-moglie Lisa Marie Presley ed un’altra a casa di Ron Burkle. Entrambe le volte Michael ne bevve solo un bicchiere".
La prova lampante della natura responsabile di Jackson emerse quando divenne padre.
“Michael era un vero papà, non un papà di Hollywood”, dichiara. “Si alzava di notte per dar loro il biberon. Li cambiava, faceva loro il bagnetto, tutto ciò che fa una mamma. Per tutto il tempo che ho trascorso con quei bambini, non li ho mai sentiti supplicare per qualcosa o dare di matto. Non li ho mai sentiti piangere.
Erano così soddisfatti (stabili).
Jackson fece di tutto per non viziarli, aggiunge Nordahl, ricordando una modesta festa di compleanno tenuta a L.A. per Prince.
“Ero curioso di vedere cosa avrebbe ricevuto Prince in regalo”, ricorda Nordahl. “Immaginavo si trattasse di qualcosa un bel po’ stravagante, ma non ricevette niente che costasse più di 2 dollari. Gli regalarono della plastilina, dei piccoli supereroi, insomma cose che di solito si usano per riempire le calze. I bambini non erano autorizzati a guardare la TV o dei DVD o giocare con i videogiochi a meno che non avessero guadagnato dei punti nello svogere i compiti scolastici. Niente veniva loro regalato. Michael diceva, “Voglio che crescano nel modo più normale possibile”. Quei bambini erano così rispettosi e cortesi, davvero dolci”.
Nordahl continua col ricordare quando Jackson e i bambini gli fecero una visita a sorpresa nel 2004, proponendogli di uscire per vedere un film.
“Pensavo che saremmo andati in un cinema privato, invece l’autista ci fermò davanti al DeVargas Mall (centro commerciale a Santa Fe). Michael era amico del regista del film “The Day After Tomorrow” e quella era la sua prima settimana di proiezione. Il centro era affollatissimo e non c’era nemmeno un posto per parcheggiare. Scesi con i bambini, presi i biglietti e il pop-corn ed entrammo. Michael ci raggiunse appena spensero le luci. Quando le riaccesero, nessuno lo notò. Indossava un cappellino da baseball ed un pigiama di seta cinese. I bambini erano senza maschera. Qualsiasi giornalaccio lì fuori avrebbe pagato $100,000 per una foto simile”.
Nordahl vide Jackson per l’ultima volta nel 2005, quando il cantante si trasferì a Bahrein con la promessa di non tornare mai più a vivere sul suolo statunitense.
Fonte: USATODAY
smelly jackson- INVINCIBLE
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Località : TRENTO
Data d'iscrizione : 02.12.10
Re: MICHAEL E DAVID NORDAHL
Grazie smelly jackson per averci regalato questa bella testimonianza
butterflies- INVINCIBLE
- Numero di messaggi : 2708
Data d'iscrizione : 07.07.14
Re: MICHAEL E DAVID NORDAHL
Grazie anche da parte mia cara Smelly! è bello sentire storie vere e belle, non le solite cretinate di quei bugiardi...
katia75- INVINCIBLE
- Numero di messaggi : 4469
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