Intervento del Dott. Patrick Treacy presso la Gardner Street Elementary School: "Cosa farebbe Michael ?"
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Sette di Nove
CicoMichael777
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Intervento del Dott. Patrick Treacy presso la Gardner Street Elementary School: "Cosa farebbe Michael ?"
La giornalista Deborah Ffrench ha postato su twitter il toccante discorso tenuto ieri dal Dott. Patrick Treacy alla scuola elementare che proprio l'anno scorso ha ripristinato il nome di Michael sull'auditorium, che era stato rimosso dopo le accuse.
Oggi, 22 giugno 2011 , il dottor Patrick Treacy ha fatto questo discorso profondamente commovente alla Gardner Street Elementary School che una volta Michael ha frequentato e che ora con orgoglio mostra ancora una volta il suo nome sul suo auditorium.
Cinquantatre anni fa, un giovane ragazzo nero nasceva in una piccola città dell'Indiana. Era un momento diverso, un momento in cui il Movimento per i diritti civili degli afro-americani cercava di liberarsi dall'oppressione degli americani bianchi.
Era anche un momento in cui la generazione successiva degli americani del dopoguerra stava crescendo, i figli dei soldati che avevano liberato i prigionieri dalla tirannia dei campi di prigionia come Auswitch e Buchenwald, un momento in cui tutta l'Europa era piena di una gratitudine profonda e imperitura nei confronti del popolo americano.
Come Elie Wiesel, un sopravvissuto dell'olocausto ebraico disse in un discorso ad un importante appuntamento di dignitari della Casa Bianca nel 1999 'La gratitudine è ciò che definisce l'umanità dell'essere umano'.
E la gratitudine è ciò che ora dovremmo avere oggi per quel giovane ragazzo nero americano. Il suo nome era Michael Jackson, qualcuno che ho il privilegio di chiamare mio amico, qualcuno che spesso era da solo a dare sostentamento ai bambini del mondo, agli indigenti, alle vittime della malattia e dell'ingiustizia.
Michael era molto turbato dalla sofferenza che vedeva nel mondo e ancor più dall'indifferenza a questa sofferenza. Le sue prime parole nei miei confronti quando ci siamo incontrati sono state: 'Grazie mille per l'aiuto che dai alle popolazioni dell'Africa'.
Non c'erano vanterie, non c'era pompa magna e la sua unica preoccupazione era per la vita di altre persone che vivevano in un altro continente rispetto a quello in cui eravamo nati. Ero stato in Africa e ho visto la devastazione della piaga del virus HIV in prima persona e quando ne abbiamo discusso aveva le lacrime agli occhi e mi ha detto che dovevamo fare qualcosa insieme per la gente dell'Africa.
Progettava di tenere un grande concerto in Ruanda e saremmo volati lì insieme con il suo aereo privato e poi saremmo andati a trovare il suo grande amico, Nelson Mandela. Purtroppo, questi eventi non sono accaduti e tutto il mondo ha perso uno dei suoi grandi umanitari.
In quel discorso, Elie Wiesel aveva anche alcune parole da dire a proposito dell'indifferenza. Ha detto 'Essere indifferenti alle sofferenze del mondo è ciò che rende l'essere umano disumano'.
Per la persona indifferente il suo vicino di casa non conta nulla. Le loro vite sono prive di significato dato che l'indifferenza riduce l'altro ad una astrazione. L'indifferenza beneficia sempre l'aggressore - mai la sua vittima, il cui dolore viene amplificato quando si sente dimenticata.
Michael Jackson sentiva quel dolore non solo per i bambini affamati, ma per se stesso, quando il popolo americano è rimasto indifferente alle ingiustizie che sono state perpetrate contro di lui, rendendolo un prigioniero virtuale nella sua stessa terra, costringendolo a fuggire verso il Medio Oriente e alla fine a trovare la solitudine in Irlanda, la mia patria.
Che ironia che qualcuno che si interessava così tanto al resto dell'umanità sia stato respinto. Era un dolore che sentiva profondamente e di cui in alcune occasioni ha discusso con me, ma di solito non voleva parlarne e io non ho mai aperto questi ricordi dolorosi... essere come lui, esiliati al di là della comprensione.
Michael Jackson non è mai stato indifferente. Lui ha portato la luce dove c'era il buio, la speranza dove c'era la disperazione; non ha mai distolto lo sguardo dalla crudeltà quando poteva dare la sua compassione.
E' appena iniziato un nuovo secolo, un nuovo millennio. I primi dieci anni sono stati tra i più brutali che il pianeta abbia mai vissuto. Il secolo è iniziato con gli attacchi terroristici al World Trade Center e al Pentagono. Queste azioni hanno trascinato questa grande nazione in conflitti in Iraq e Afghanistan. Ci sono state guerre in oltre venti paesi, che gettano un'ombra sull'umanità: così tanta violenza, così tanto dolore...
Se c'è una cosa da fare oggi, per preservare la memoria di Michael Jackson... è non rimanere indifferenti alle sofferenze che vediamo intorno a noi nel mondo.
Ci sono momenti in cui sento che Dio ha abbandonato questo mondo, il terribile terremoto di Haiti, dove i corpi venivano estratti dagli edifici con la sega, i becchini in Zambia, dove i costruttori di bare lavorano piantando chiodi nel legno fino a tarda notte, le strade dell'Irlanda del Nord, dove viene tagliata la gola per aver pronunciato una parola, dopo una bottiglia di birra, con l'accento sbagliato.
Ho vissuto a Baghdad, sono stato prigioniero di Saddam Hussein, porto le ferite di guerra dell'Irlanda del Nord e oggi vi dico che c'è un Dio che guarda dall'alto tutto questo male e lui ci ha portato Michael Jackson per aiutarci a trovare una soluzione...
Oltre settanta anni fa, una nave con un carico umano di 1000 ebrei è stata allontanata dal porto di St. Louis e rimandata nella Germania nazista. La nave, che era già sulle coste degli Stati Uniti, è stata rimandata indietro e la gente lasciata al suo destino nelle mani del dittatore. Questo è accaduto in America, un paese con la più grande democrazia, la più generosa di tutte le nuove nazioni nella storia moderna.
Sta succedendo anche oggi, con il bombardamento e il terrorizzare bambini innocenti sulle coste straniere. Non lasciate che accada, lottate per le cose per cui lottava Michael, per cancellare le ingiustizie, per combattere la malattia e cercare di salvare il pianeta in cui viviamo.
Quale sarà l'eredità di Michael Jackson? Come potrà essere ricordato dalle generazioni non ancora nate? Cerchiamo di essere grati a Dio che ci ha mandato un angelo a vivere tra di noi per un po' e cerchiamo di non essere indifferenti ai torti che vediamo intorno a noi. Se Michael volesse dai noi che facessimo una cosa che lo renderebbe felice guardandoci oggi, sarebbe di non allontanarci dalle vittime dell'oppressione e dell'aggressione e in caso di dubbio su come agire .... basta pensare... 'Cosa farebbe Michael?'
http://www.twitlonger.com/show/b9os9o
http://mjj.freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd=9828310
Oggi, 22 giugno 2011 , il dottor Patrick Treacy ha fatto questo discorso profondamente commovente alla Gardner Street Elementary School che una volta Michael ha frequentato e che ora con orgoglio mostra ancora una volta il suo nome sul suo auditorium.
Cinquantatre anni fa, un giovane ragazzo nero nasceva in una piccola città dell'Indiana. Era un momento diverso, un momento in cui il Movimento per i diritti civili degli afro-americani cercava di liberarsi dall'oppressione degli americani bianchi.
Era anche un momento in cui la generazione successiva degli americani del dopoguerra stava crescendo, i figli dei soldati che avevano liberato i prigionieri dalla tirannia dei campi di prigionia come Auswitch e Buchenwald, un momento in cui tutta l'Europa era piena di una gratitudine profonda e imperitura nei confronti del popolo americano.
Come Elie Wiesel, un sopravvissuto dell'olocausto ebraico disse in un discorso ad un importante appuntamento di dignitari della Casa Bianca nel 1999 'La gratitudine è ciò che definisce l'umanità dell'essere umano'.
E la gratitudine è ciò che ora dovremmo avere oggi per quel giovane ragazzo nero americano. Il suo nome era Michael Jackson, qualcuno che ho il privilegio di chiamare mio amico, qualcuno che spesso era da solo a dare sostentamento ai bambini del mondo, agli indigenti, alle vittime della malattia e dell'ingiustizia.
Michael era molto turbato dalla sofferenza che vedeva nel mondo e ancor più dall'indifferenza a questa sofferenza. Le sue prime parole nei miei confronti quando ci siamo incontrati sono state: 'Grazie mille per l'aiuto che dai alle popolazioni dell'Africa'.
Non c'erano vanterie, non c'era pompa magna e la sua unica preoccupazione era per la vita di altre persone che vivevano in un altro continente rispetto a quello in cui eravamo nati. Ero stato in Africa e ho visto la devastazione della piaga del virus HIV in prima persona e quando ne abbiamo discusso aveva le lacrime agli occhi e mi ha detto che dovevamo fare qualcosa insieme per la gente dell'Africa.
Progettava di tenere un grande concerto in Ruanda e saremmo volati lì insieme con il suo aereo privato e poi saremmo andati a trovare il suo grande amico, Nelson Mandela. Purtroppo, questi eventi non sono accaduti e tutto il mondo ha perso uno dei suoi grandi umanitari.
In quel discorso, Elie Wiesel aveva anche alcune parole da dire a proposito dell'indifferenza. Ha detto 'Essere indifferenti alle sofferenze del mondo è ciò che rende l'essere umano disumano'.
Per la persona indifferente il suo vicino di casa non conta nulla. Le loro vite sono prive di significato dato che l'indifferenza riduce l'altro ad una astrazione. L'indifferenza beneficia sempre l'aggressore - mai la sua vittima, il cui dolore viene amplificato quando si sente dimenticata.
Michael Jackson sentiva quel dolore non solo per i bambini affamati, ma per se stesso, quando il popolo americano è rimasto indifferente alle ingiustizie che sono state perpetrate contro di lui, rendendolo un prigioniero virtuale nella sua stessa terra, costringendolo a fuggire verso il Medio Oriente e alla fine a trovare la solitudine in Irlanda, la mia patria.
Che ironia che qualcuno che si interessava così tanto al resto dell'umanità sia stato respinto. Era un dolore che sentiva profondamente e di cui in alcune occasioni ha discusso con me, ma di solito non voleva parlarne e io non ho mai aperto questi ricordi dolorosi... essere come lui, esiliati al di là della comprensione.
Michael Jackson non è mai stato indifferente. Lui ha portato la luce dove c'era il buio, la speranza dove c'era la disperazione; non ha mai distolto lo sguardo dalla crudeltà quando poteva dare la sua compassione.
E' appena iniziato un nuovo secolo, un nuovo millennio. I primi dieci anni sono stati tra i più brutali che il pianeta abbia mai vissuto. Il secolo è iniziato con gli attacchi terroristici al World Trade Center e al Pentagono. Queste azioni hanno trascinato questa grande nazione in conflitti in Iraq e Afghanistan. Ci sono state guerre in oltre venti paesi, che gettano un'ombra sull'umanità: così tanta violenza, così tanto dolore...
Se c'è una cosa da fare oggi, per preservare la memoria di Michael Jackson... è non rimanere indifferenti alle sofferenze che vediamo intorno a noi nel mondo.
Ci sono momenti in cui sento che Dio ha abbandonato questo mondo, il terribile terremoto di Haiti, dove i corpi venivano estratti dagli edifici con la sega, i becchini in Zambia, dove i costruttori di bare lavorano piantando chiodi nel legno fino a tarda notte, le strade dell'Irlanda del Nord, dove viene tagliata la gola per aver pronunciato una parola, dopo una bottiglia di birra, con l'accento sbagliato.
Ho vissuto a Baghdad, sono stato prigioniero di Saddam Hussein, porto le ferite di guerra dell'Irlanda del Nord e oggi vi dico che c'è un Dio che guarda dall'alto tutto questo male e lui ci ha portato Michael Jackson per aiutarci a trovare una soluzione...
Oltre settanta anni fa, una nave con un carico umano di 1000 ebrei è stata allontanata dal porto di St. Louis e rimandata nella Germania nazista. La nave, che era già sulle coste degli Stati Uniti, è stata rimandata indietro e la gente lasciata al suo destino nelle mani del dittatore. Questo è accaduto in America, un paese con la più grande democrazia, la più generosa di tutte le nuove nazioni nella storia moderna.
Sta succedendo anche oggi, con il bombardamento e il terrorizzare bambini innocenti sulle coste straniere. Non lasciate che accada, lottate per le cose per cui lottava Michael, per cancellare le ingiustizie, per combattere la malattia e cercare di salvare il pianeta in cui viviamo.
Quale sarà l'eredità di Michael Jackson? Come potrà essere ricordato dalle generazioni non ancora nate? Cerchiamo di essere grati a Dio che ci ha mandato un angelo a vivere tra di noi per un po' e cerchiamo di non essere indifferenti ai torti che vediamo intorno a noi. Se Michael volesse dai noi che facessimo una cosa che lo renderebbe felice guardandoci oggi, sarebbe di non allontanarci dalle vittime dell'oppressione e dell'aggressione e in caso di dubbio su come agire .... basta pensare... 'Cosa farebbe Michael?'
http://www.twitlonger.com/show/b9os9o
http://mjj.freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd=9828310
Re: Intervento del Dott. Patrick Treacy presso la Gardner Street Elementary School: "Cosa farebbe Michael ?"
Grazie Cico.....molto commovente
Sette di Nove- INVINCIBLE
- Numero di messaggi : 1418
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Re: Intervento del Dott. Patrick Treacy presso la Gardner Street Elementary School: "Cosa farebbe Michael ?"
Grazie
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FAN DI MICHAEL JACKSON DA SEMPRE, NON DA QUANDO E' MORTO
King-Magic32- Moderatore Globale
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Re: Intervento del Dott. Patrick Treacy presso la Gardner Street Elementary School: "Cosa farebbe Michael ?"
Discorso meraviglioso
2 Bad- Greatest Entertainer of All Time
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Re: Intervento del Dott. Patrick Treacy presso la Gardner Street Elementary School: "Cosa farebbe Michael ?"
Come sempre le belle parole arrivano sempre troppo tardi...
smelly jackson- INVINCIBLE
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luna7MiKE- INVINCIBLE
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Re: Intervento del Dott. Patrick Treacy presso la Gardner Street Elementary School: "Cosa farebbe Michael ?"
smelly jackson ha scritto:Come sempre le belle parole arrivano sempre troppo tardi...
già purtroppo...
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