Il processo per pedofilia a MJ? Un complotto...
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Il processo per pedofilia a MJ? Un complotto...
Si è svolta il 10 aprile presso l’hotel Melià di Milano la seconda Convention Europea su Michael Jackson, organizzata da Legend Music Award e dedicata quest’anno al processo del Re del Pop: ma non, come verrebbe da pensare, a quello che comincerà il 9 maggio e che vede imputato il dottor Conrad Murray (il medico accusato di omicidio preterintenzionale per la morte di Jackson, avvenuta il 25 giugno 2009 a Los Angeles), bensì a quello mediatico e legale che per anni ha coinvolto l’artista con l’accusa di molestie sui minori (e che si risolse nel 2005 con un verdetto di innocenza per tutti i 14 capi d’accusa per i quali era imputato). A ripercorrere la lunga e travagliata vicenda giudiziaria e umana del musicista, la giornalista americana Aphrodite Jones e Geraldine Hughes, che nel 1993 (l’anno in cui Jackson fu accusato per la prima volta di molestie da Jordan Chandler, suo fan) era la segretaria dell’avvocato della famiglia Chandler. Ma a che pro ri-parlare del processo per pedofilia a Michael Jackson a quasi due anni dalla sua morte? Per i fan la questione è tutt’altro che chiusa, perché molti ritengono che più che l’avvelenamento da Propofol a uccidere il loro idolo siano stati il dolore e l’umiliazione subiti per dodici anni con accuse rivelatasi poi infondate, ma a cui, accusano i fan, opinione pubblica e mass-media non hanno mai smesso di credere.
1993 - QUANDO TUTTO EBBE INIZIO: IL CASO CHANDLER
Il primo ad accusare di molestie sessuali il cantante fu il 13enne Jordan Chandler, figlio di un dentista radiato dall'albo di Beverly Hills, Evan Chandler (poi suicidatosi). Geraldine Hughes, che quel caso lo seguì da vicino (e a cui ha dedicato il libro Redemption) non ha dubbi: «Jordan non aveva l’aria di un ragazzo che aveva subito abusi. Sin dal primo momento quella mi sembrò una cospirazione per estorsione ai danni di Jackson: Evan Chandler voleva fare un film e aveva bisogno di soldi per realizzarlo». E i soldi non tardarono ad arrivare: per evitare il processo, Jackson accettò un accordo extra giudiziale e versò alla famiglia Chandler 20 milioni di dollari. «Certo, per lui erano spiccioli», commenta oggi Tom Mesereau (l’avvocato che difese Jacskon nel 2003), «ma fu un errore gravissimo: creò un precedente e diede alla gente motivo di pensare: “Perché lavorare se si può spellare Jackson?”. Michael fu mal consigliato dal suo staff, che era preoccupato di perdere ingenti quantità di denaro rimandando gli spettacoli a causa di un eventuale procedimento».
2003 – IL CASO GAVIN ARVIZO
Nel 2003 uscì Living with Michael Jackson, un documentario realizzato dal giornalista britannico Martin Bashir (lo stesso che aveva intervistato Lady Diana) il quale per otto mesi aveva seguito e filmato il cantante nel suo privato: particolare scalpore la suscitò una scena che mostrava Jackson mano nella mano con Gavin Arvizo, un 13enne malato di cancro, con cui il cantante ammise di avere condiviso la stanza da letto (ma non il letto). «Il documentario fu utilizzato per aprire un nuovo caso, che portò al processo del 2003», racconta la giornalista Aphrodite Jones, «colpevolista pentita», che seguì tutte le fasi del procedimento penale contro Jackson per conto della Fox. Jones, un tempo convinta colpevolista, oggi è fautrice della tesi del complotto (sul tema nel 2007 ha pubblicato il libro Il complotto). «In quell'aula di tribunale, dopo che il giudice ebbe pronunciato per 14 volte le parole “non colpevole” guardai Jackson in faccia, cercando di scorgere la sua espressione e mi resi conto che era quella di una persona grata ma soddisfatta che giustizia era stata fatta perché non era colpevole. Fu in quel preciso istante che cambiai su di lui», racconta la Jones, oggi autrice di True crime, serie documentaristica dedicata ai delitti irrisolti prossimamente in onda sugli schermi americani. «A scioccarmi fu il fatto che la notizia dell’assoluzione di Jackson venne data in maniera assai fugace dai media, per i quali lui è continuato a essere colpevole: raccontare la caduta di una celebrity è un modo per vendere più copie e aumentare l’audience. Ma lui da questo accanimento mediatico non si è mai ripreso».
www.vanityfair.it
1993 - QUANDO TUTTO EBBE INIZIO: IL CASO CHANDLER
Il primo ad accusare di molestie sessuali il cantante fu il 13enne Jordan Chandler, figlio di un dentista radiato dall'albo di Beverly Hills, Evan Chandler (poi suicidatosi). Geraldine Hughes, che quel caso lo seguì da vicino (e a cui ha dedicato il libro Redemption) non ha dubbi: «Jordan non aveva l’aria di un ragazzo che aveva subito abusi. Sin dal primo momento quella mi sembrò una cospirazione per estorsione ai danni di Jackson: Evan Chandler voleva fare un film e aveva bisogno di soldi per realizzarlo». E i soldi non tardarono ad arrivare: per evitare il processo, Jackson accettò un accordo extra giudiziale e versò alla famiglia Chandler 20 milioni di dollari. «Certo, per lui erano spiccioli», commenta oggi Tom Mesereau (l’avvocato che difese Jacskon nel 2003), «ma fu un errore gravissimo: creò un precedente e diede alla gente motivo di pensare: “Perché lavorare se si può spellare Jackson?”. Michael fu mal consigliato dal suo staff, che era preoccupato di perdere ingenti quantità di denaro rimandando gli spettacoli a causa di un eventuale procedimento».
2003 – IL CASO GAVIN ARVIZO
Nel 2003 uscì Living with Michael Jackson, un documentario realizzato dal giornalista britannico Martin Bashir (lo stesso che aveva intervistato Lady Diana) il quale per otto mesi aveva seguito e filmato il cantante nel suo privato: particolare scalpore la suscitò una scena che mostrava Jackson mano nella mano con Gavin Arvizo, un 13enne malato di cancro, con cui il cantante ammise di avere condiviso la stanza da letto (ma non il letto). «Il documentario fu utilizzato per aprire un nuovo caso, che portò al processo del 2003», racconta la giornalista Aphrodite Jones, «colpevolista pentita», che seguì tutte le fasi del procedimento penale contro Jackson per conto della Fox. Jones, un tempo convinta colpevolista, oggi è fautrice della tesi del complotto (sul tema nel 2007 ha pubblicato il libro Il complotto). «In quell'aula di tribunale, dopo che il giudice ebbe pronunciato per 14 volte le parole “non colpevole” guardai Jackson in faccia, cercando di scorgere la sua espressione e mi resi conto che era quella di una persona grata ma soddisfatta che giustizia era stata fatta perché non era colpevole. Fu in quel preciso istante che cambiai su di lui», racconta la Jones, oggi autrice di True crime, serie documentaristica dedicata ai delitti irrisolti prossimamente in onda sugli schermi americani. «A scioccarmi fu il fatto che la notizia dell’assoluzione di Jackson venne data in maniera assai fugace dai media, per i quali lui è continuato a essere colpevole: raccontare la caduta di una celebrity è un modo per vendere più copie e aumentare l’audience. Ma lui da questo accanimento mediatico non si è mai ripreso».
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*ILoveMJ*- INVINCIBLE
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Re: Il processo per pedofilia a MJ? Un complotto...
io non capisco proprio piu niente ormai michael ha sofferto e anche se lo dichiarano innocente ormai e una macchia che non si cancellera ne tanto meno si dimentichera ha ragione mia nonn che dice sempre:fai il bene e ricevi il male parole sante
MJ King Madonna Queen- INVINCIBLE
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Re: Il processo per pedofilia a MJ? Un complotto...
Per quante convention si possano fare e libri si possano scrivere, mediaticamente l'innocenza di Michael viene poco sbandierata! Soprattutto in TV qualsiasi cosa si faccia pro Michael non viene menzionata e tutti coloro i quali sono convinti ancora della sua colpevolezza non avranno mai sbattuta la verità in faccia!!
forevermichael- Captain Eo
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Re: Il processo per pedofilia a MJ? Un complotto...
forevermichael ha scritto:Per quante convention si possano fare e libri si possano scrivere, mediaticamente l'innocenza di Michael viene poco sbandierata! Soprattutto in TV qualsiasi cosa si faccia pro Michael non viene menzionata e tutti coloro i quali sono convinti ancora della sua colpevolezza non avranno mai sbattuta la verità in faccia!!
e purtroppo faranno sempre così! riferendomi anche ai vari speciali su michael fatti in tv, dove ne parlano sempre in modo superficiale senza spiegare
tutto ciò è schifoso!
luna7MiKE- INVINCIBLE
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Re: Il processo per pedofilia a MJ? Un complotto...
si e sapere che ormai quella e una macchia che non si cancella piu fa male veramente molto male!!Emanuele Jackson ha scritto:io non capisco proprio piu niente ormai michael ha sofferto e anche se lo dichiarano innocente ormai e una macchia che non si cancellera ne tanto meno si dimentichera ha ragione mia nonn che dice sempre:fai il bene e ricevi il male parole sante
é proprio vero che per quante cose belle lui abbia fatto la gente ,nei suoi confronti ha sempre dei pregiudizi inutili
michael my hope- INVINCIBLE
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