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"Sii come il mare..." (romanzo...)

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Messaggio Da RORYJACKSON Mar Mar 08, 2011 9:35 pm

Lo stiamo scrivendo io ed un mio amico. Sappiate che tratta di un ragazzo dalla vita non molto felice e di cui si sente colpevole... si ambienta in uno dei luoghi più malfamati dell'america: Bronx.
Volevo precisare agli Admin che ci saranno diverse PAROLACCE Ma cercherò di non andare oltre.......
Se lo staff Richiederà che il topic dovrà essere cancellato per eventuali.. situazioni.. che lo faccia.
Quello che sto scrivendo è un grande sforzo alla mia mente perchè sto cercando di immedesimarmi in una persona che non sono io e che non è neanche del mio sesso.
Ci saranno eventuali scene violente, provocatorie, e (forse) anche di sesso.. (ovviamente senza entrando mai nei dettagli.)



Sii come il mare.



Prologo.



Eccomi lì, seduto al bancone del bar mentre il mio amico Heyne mi aveva appena stappato una corona, pronta per essere bevuta me la porse sul bancone.
Lo ringraziai e, guardando l'insegna "scuola alberghiera" che stava appena attraversato la strada, mi persi tra i ricordi.
La mia storia iniziò circa 17 anni fa, il 18 febbraio 1994. Mia madre morì dandomi alla luce, essendo stata sempre di salute cagionevole. Ancora, se ci penso, scavo nei cassetti, quelle poche fotografie che ritraevano il suo viso. Mio padre conoscendomi, se ne andò all'insaputa di mia madre, non sapendo mantenere neanche Jason, mio fratello maggiore.
Sono cresciuto con mio zio, che non c'era mai, era sempre fuori città per lavoro, però, proprio i soldi non ci mancavano.
In casa c'eravamo solo io e mio fratello che, essendo il maggiore, credeva di essere il più importante e faceva sbrigare qualsiasi cosa a me. In pratica: cucinavo io, mettevo a posto i letti, e passavo l'aspirapolvere. Mentre, mio fratello, la maggior parte del suo tempo la dedicava ai suoi amici e a ubriacarsi sbaracato sul divano a guardare la tv.
Vivo in un ghetto di New York, nel Bronx quindi vi faccio capire quanta malavita ci sia lì, tra sparatorie, droga e talvolta quelle prostitute che vendevano la loro mercie per poco o niente.
Molte volte avevo voluto pensare di andarmene da quella città per vivere una vita divertente e movimentata, a modo mio. A modo mio perché ero stufo di stare sempre alle pretese di qualcuno, di essere manovrato come un burattino.
A parte tutto questo, in quel periodo stavo frequentando anche io l'alberghiero, il terzo anno per la seconda volta a causa di uno spiacevole accaduto. Ero sempre stato un ragazzo che sapeva mascherare le proprie emozioni e i propri sentimenti ma da allora per me i miei desideri e i miei sogni non avevano più un significato. Era come se fossi morto.




Capitolo I
Dal buio alla luce.




15 ottobre 2010

"- Un giorno ce ne andremo da questa città. -
Era il nostro motto. Mio e quello di Jackie. Ci tagliammo il palmo della mano destra.
- è una promessa! -
Ci stringemmo la mano in segno di patto di sangue..."

Mi chiamo Timo. In quel tempo avevo 16 anni e dovevo frequentare il terzo anno dell'alberghiero.
Perché proprio quella scuola vi chiederete, ho indovinato? L'alberghiero è la soluzione per lavorare in qualsiasi posto volessi andare, non c'è un metro quadrato di terra del pianeta dove non ci sia un offerta ristorativa pronta a ricevere nuovo personale. Quell'anno dovevo prendere la qualifica e da lì, incominciare a lavorare. Scelsi cucina come materia pratica. Mi piaceva molto stare vicino ai fornelli.
*Timo! Ti è arrivato un messaggio!*
Era Jackie, il mio migliore amico anche artefice di quella suoneria del cavolo che mi metteva in imbarazzo, che diceva: "Ehy Timo, Dopo non dimenticarti di passare da me, non mi appendere al tram se no ti meno. ZAU"
Suo solito modo di salutarmi.
Sbirciai l'orario. Le 6:05 di mattina, dovevo andare a scuola.
Aprii le persiane della mia finestra. Faceva molto freddo ed il cielo era grigio. Era sicuro che a poco sarebbe scoppiato un temporale.
Era solito, già dal primo mattino vedere ragazzi che urlavano, macchine che suonavano e che posavano le solite ragazzine intente a far la vita, che si tiravano cartelle. Insomma, cose da persone normali!
- Oh Timo! Portami qualcosa da mangiare! -
Era mio fratello che sbadigliava dalla sua stanza.
Non avevo voglia di preparare niente, quindi gli portai quel poco di pizza che ci avanzò ieri.
Pizza alle sei di mattina.. Buono vero?
Andai di nuovo nella mia stanza a prepararmi i vestiti, ma visto che mi sentivo un morto che camminava presi le prime cose che mi capitavano di mettere: un jeans e la mia felpa preferita.
Ci misi cinque minuti per lavarmi e vestirmi. Andai a vedere l'orologio e vidi che era tremendamente presto. Erano le 6:25. Decisi di uscire lo stesso, volevo andare a rompere un po' a casa di Jackie.
Presi lo zaino e un ombrello e me ne andai senza dire niente.
Mi persi un attimo a fissare quel cielo spento, buio, opaco. Quel sottofondo di auto che frastornavano la mia mente, la mia immaginazione.
Cercavo di scorgere oltre le nuvole, fitte e scure, quell'ardente sole che ricordava la lucentezza e la spensieratezza di quelle foto. Quelle dannate foto. Le foto di mia madre.
Senza neanche accorgermene arrivai in menche non si dica fuori a quell'edificio enorme. Jackie abitava al terzo piano.
Suonai il citofono e lui, senza neanche rispondere aprì. Capì sicuramente che si trattava di me.
- Ao, fratello! Come butta? -
mi prese per il collo e mi fece accovacciare, incominciò a scompigliare i miei capelli ricci, rossi, con le nocche delle mani.
- Jackie!! mi fai male brutto imbecille! - mi divincolai e lo guardai stranito. I suoi capelli da "pazza" mi facevano sempre morire dal ridere - come pensi che dovrebbe andare? Un altro fottutissimo giorno di scuola... -
Mi sedetti sul divano, mi piegai in avanti e intrecciai le dita per poi appoggiare la ma fronte su di esse, come era mio solito fare. Quell'aria mi metteva angoscia, malinconia. Era un'intreccio di sensazioni che portavano solo alla stanchezza e al dolore... Ecco perché volevo andarmene, volevo scappare da lì. Volevo inseguire un qualcosa, che forse un giorno, se mai capirò, potrebbe essere mio.
- Ecco la tua tazza di caffelatte Timo! -
Era sua sorella Rory, veniva anche lei a scuola con noi.
Era una tipa scostante, silenziosa. Aveva 14 anni. Quando la incrociavi la guardavi dall'alto in basso per dire "ehi bambolina!" perchè davvero era piccola e minuta. La ringraziai e mi affrettai a berlo.
Quel giorno ci affrettammo per andare a scuola. Noi di terza avevamo le prove di pratica e io quell'idiota del mio migliore amico avevamo scelto cucina.

continua!!


Ultima modifica di RORYJACKSON il Gio Apr 28, 2011 9:43 pm - modificato 3 volte.
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Messaggio Da Giovanni Mar Mar 08, 2011 11:34 pm

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Messaggio Da RORYJACKSON Mar Mar 08, 2011 11:54 pm

Va bene Gio!
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Messaggio Da veromj Mer Mar 09, 2011 12:06 am

Bella Rory! Very Happy mi piace molto Wink bella storia Smile continua dai!! Wink
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Messaggio Da RORYJACKSON Mer Mar 09, 2011 4:40 pm

Grazie Vero, al prossimo continuo di questa storia <3
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Messaggio Da Paolez Mer Mar 09, 2011 4:56 pm

Mmmmmm mi intriga molto l'inizio!
Continua presto Rory!
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Messaggio Da °Alessαndrα° Mer Mar 09, 2011 11:58 pm

Bello come inizio! Very Happy Complimentissimi a te e al tuo amico! Wink
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Messaggio Da Anya Mer Mar 16, 2011 8:04 pm

Wow è un bell'inizio davvero,continua ti prego!^^
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Messaggio Da RORYJACKSON Ven Mar 18, 2011 9:07 pm

Perdonatemi se non sto postando, vedete il mio amico sta ancora scrivendo e quindi io non posso aggiungere niente Razz
grazie dei commenti, e se trovate qualcosa da correggere o commenti negativi da fare, esprimete la vostra opinione come meglio volete... Questa storia è fatta per piacere, e per dare un messaggio, alla gente che lo legge Wink
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Messaggio Da RORYJACKSON Lun Apr 11, 2011 11:03 pm

Grazie per aver atteso ragazzi... continuo a scrivere dopo tanto tempo xDDD <3 un bacione. Conto sulla vostra partecipazione ^^

Era stata una bella esperienza, lavorare per SEI ore di fila. Il pentolame, in acciaio inox, era pesantissimo e portarle davanti e indietro non era cosa da niente. Per tutto il tempo, i ragazzi non fecero altro che lanciarsi farina, semola e roba varia. Anche se, fortunatamente, qualcosa avanzò e riuscimmo a fare la pasta.
Quel giorno cucinammo un menù completo che andava dall'antipasto al dolce.
I ragazzi di sala portarono nella loro spazio lavorativo quello che avevamo cucinato: crocché di patate, tagliatelle al sugo di pomodoro fresco, cotoletta impanata e fritta con insalata e caprese.
- Pancia mia fatti capanna! -
Mormorò Jackie sfregandosi le mani. A parte questo, era davvero una soddisfazione vedere i propri compagni versarci l'acqua e servirci il piatto.
- Complimenti cucina! La pasta era buonissima! -
Esultò beffarda una ragazza di sala. Modestia a parte, ero stato io a cucinarla.
Feci un risolino compiaciuto e continuai a mangiare la minuscola porzione di cotoletta e insalata.
Quella giornata passò più in fretta del solito. Meno male! Pensavo che lavorare in cucina fosse una palla al piede, invece era stato molto divertente. I miei amici si divertirono a impastare la pasta per il pane e continuavano a fare gli idioti lancandosi la farina. Il prof. mise una nota disciplinare a tutta la classe.
Alzai gli occhi al cielo. Una goccia d'acqua mi bagnò la guancia.
- Timooooo! - Sentii gridare dietro di me, feci per girarmi ma qualcuno mi saltò addosso - Grazie par avermi aspettato! -
- Jack! scu-scusami! -
Cercai di togliermelo di dosso ma cademmo a terra come due allocchi.
- Brutto idiota! devi finirla di fare certi scherzi! - Non ce la feci a trattenere le risate - io sono debole di cuore! -
Mentre mi alzai vidi la faccia di sua sorella guardarci con fare divertito.
Quando incrociò il mio sguardo cercò di ricomporsi, girò lo sguardo e mi salutò con la mano. Quando vidi l'ombrello aperto sulla sua testa mi ricordai che stava piovendo.
- Domani è sabato... - mi guardò con fare malizioso - che facciamo di ultra-eccitante? -
Già, il giorno dopo era sabato.
- Se piove così non penso che andremo molto lontano... -
Interruppe sua sorella facendo un sorrisetto frustrato. Infatti le davo ragione. A dir la verità mi scocciavo persino di uscire.
- ... Ro, comunque a casa mia non ci voglio stare, almeno non con quel demente di mio fratello. -
Abbassò lo sguardo. Pensavo che sapesse anche lei la mia storia, gliel'aveva raccontato sicuramente il fratello.
Il giorno dopo avremmo avuto la giornata completamente libera, pero', non avevo neanche voglia di fare granché.
- Ho un'idea... - Continuò poi Jackie, aveva un'aria brillante. - Andiamo in un pub a rifocillarci? -
Annuimmo all'unisono.
Quei giorni subito subito passò e arrivò il momento del sabato sera.
Ce ne andammo al Puddy's Pub, che si trovava praticamente a pochi isolati da lì. Era un locale abbastanza turbolento e frenetico, ma forse, tutto il frastuono che ci sarebbe poi stato una volta entrati, mi avrebbe potuto distrarre.
Scesi da casa. Erano le 8:20 di sera e stavo morendo di fame.
Subito li vidi lì fuori. Jackie, Rory e il quarto in comodo Yuri un ragazzo russo.
- Allora, andiamo a mangiare al Puddy's? -
Esclamò con voce raggiante Rory, era sempre molto felice di uscire con noi. Non mi ero mai spiegato il perché. Di solito le ragazzine dal viso dolce come il suo se ne stavano a casa con le amiche a spettegolare come gallinelle ma lei amava l'azione. Non che la reputassi un maschiaccio, per carità, mi faceva più che piacere che venisse con noi, del resto era la sorella di sangue del mio "amico-fratello" e quindi per certi versi la reputavo anche lei come una "amica-sorella".
Come al solito incominciai a crearmi problemi e a far girovagare strane idee nella mia mente per tutto il tragitto finché non arrivammo al Puddy's. Entrammo. Un caos totale: chi cadeva per l'ubriachezza, chi urlava, chi si prendeva a cazzotti per scherzo, chi ballava...
Cercammo un tavolo per sederci e ci sistemammo. Alexia la cameriera ci portò il menu e se ne andò quasi come se non ci conoscesse. Mi parve strano il suo comportamento visto che facevamo sempre quattro chiacchiere ma quella sera non si fermò neanche a dire un misero e striminzito "ciao". Beh, eravamo stati anche insieme ma mi scocciai subito perché capii che per lei era solo sesso.
Rory andò da Jukebox per mettere una canzone anni '80: "I love rock'n'roll".
Mi piaceva molto quel brano, infatti mi alzai per andare da lei per poi chiederle di ballare ma prima che io mi possa avvicinare un tizio, grosso e lardoso quanto un armadio, si mise tra noi due. Era uno nuovo, che non avevo mai visto fa quelle parti.
Tentò di baciarla ma lei si scostò, a quel punto lui ci provò di nuovo e provò a toccarla ma a quel punto non ce la feci più a subirlo. Mi sentii ribollire il sangue.
- bello girati un attimo.. -
e lui fece per girarsi e io gli diedi un cazzotto sotto il mento talmente forte che lui non potè reggersi all'impiedi. Cascò su due poveri ragazzi che non c'entravano nulla. All'improvviso si creò tensione tra la gente, tutti ci stavano guardando con stupore. Si sentivano vociferi del tipo "oddio, adesso succede il bello"... "il boss è stato battuto..." Boss?! Ma se quello con un misero cazzotto non riesce a stare in piedi!
All'improvviso si avvicinarono dei ragazzi con un fare tutt'altro che amichevole.
- Ehi, tu, stro*zo. Come ti sei permesso di toccare il Big boss? -
Era uno di loro che si mise davanti al "Big boss". Dal mio canto gli starebbe bene anche il soprannome "big-lardo". Feci una smorfia compiaciuta, quasi schernita.
- Ehi, questo se le cerca... -
Si guardarono in faccia e incominciarono a vicinarsi. Erano troppi, da solo non potevo mai farcela ma fortunatamente Jackie e Yuri cercarono di fermare le danze. L'aria di stava intensificando di elettricità, lo capivo dal fremito delle mie mani.
- Rory, va via subito! - le dico io. - Ti raggiungeremo tra poco... -
- No! Voglio stare qui con mio fratello, con yuri e... - fece un attimo di sosta, abbassò lo sguardo un secondo - ... con te. -
- Ma dai, Non vedi che la cosa qui è seria?! Non preoccuparti per tuo fratello, ci sono io qui! -
Lei mi scrutò attentamente prima, poi fece per andarsene.
- Non mi preoccupo di mio fratello... Ma mi preoccupo per te. -
E senza neanche voltarsi sbattè la porta fuggendo.
Rimasi un attimo scioccato, immobilizzato per qualche secondo mentre la vedevo allontanarsi con una velocità stratosferica.
Ormai toccava a noi. Yuri partì all'attacco e poi subito anche io e Jackie.
Cercavano di reagire ma non ce la facevano.
All'improvviso sentii il suono della sirena della polizia che stava arrivando.
- Yuri scappa! c'è la polizia! -
Lui non era in "buoni rapporti" con loro. Era stato molteplici volte alla questura sempre a causa di risse.
- Idiota corriamo anche noi! -
Mi riprese quel capellone di Jackie. Visto che lui era il più saggio dei tre gli diedi retta e iniziai a seguirlo.
Corremmo verso casa sua.
"Non mi preoccupo di mio fratello... Ma mi preoccupo per te..." Quelle parole risuonavano nella mente. Mi domandavo perché Rory rispose in quel modo prima di andarsene.

Continua.


Ultima modifica di RORYJACKSON il Gio Apr 28, 2011 9:48 pm - modificato 3 volte.
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Messaggio Da RORYJACKSON Ven Apr 15, 2011 3:54 pm

xD oky.. non interessa a nessuno =D continuerò.. non preoccupatevi muahah
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Messaggio Da michael my hope Dom Apr 17, 2011 2:31 pm

é bella ..... ma possibile che non commenta nessuno??
brava é difficile immedesimarsi in un persona totalmente diversa da te !
Spoiler:
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Messaggio Da RORYJACKSON Dom Apr 17, 2011 6:02 pm

michael my hope ha scritto:é bella ..... ma possibile che non commenta nessuno??
brava é difficile immedesimarsi in un persona totalmente diversa da te !
Spoiler:
Naturalmente ^^ sarò ben disposta a dare consigli Wink
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Messaggio Da RORYJACKSON Mer Apr 27, 2011 10:38 pm

Oky ragazzi. Continuo!


Capitolo II



Poco dopo presi il cellulare. Volevo chiamare Rory per dirle che andavo a casa sua io insieme al fratello.
- Oh ragazzi, è stata abbastanza movimentata sta sera, eh? -
Beffeggiò Yuri. Menomale che volevo trascorrere una serata tranquilla. Purtroppo con quell'idiota non si può avere un attimo di pace.
- Va beh ragazzi - Continuò - Io me ne vado da questa parte. A domani, non è per essere una checca che va a dormire presto. Infondo sono soltanto le... -
- Si, va bene, va bene -
Lo fermò Jackie. Stava diventando abbastanza pesante, lui e quelle manie di protagonismo. Fece un leggero risolino e si avviò in uno di quei vicoletti bui del quartiere.
Arrivati a casa di Jackie vedemmo subito Rory tenta a cucinare. Stava creando uno dei suoi soliti macelli.
- Oi Ro! Non si fa così... - le presi la spatola da mano. Cercava di fare la besciamella - Vedi, la frusta la devi mantenere in questo modo, okay? Poi inizi a girare. Quando vedi che non è più grumosa aggiungi un mestolo di latte. -
Annuì semplicemente facendo un sorriso. Uno dei suoi soliti sorrisi spensierati e solari.
Jackie che ci stava squadrando, fece finta di non aver visto niente di che. Mi guardò dall'alto in basso, scrutandomi, poi se ne andò facendo un mezzo sorriso.
Cavolo, non capirò mai quel ragazzo. Accidenti!
- Vado a farmi una doccia -
- Bravo Fratellone! Puzzi come un caprone sudicio morto sepolto nell'immondizia! -
Esclamò beffarda sua sorella. Mi scappò un risolino innocuo.
- NON RIDERE IMBECILLE! -
Okay. Me lo meritavo.
Tutto d'un tratto incominciai a farmi pesare l'idea di stare solo con lei. Non so il perché, ma con lei era diverso. Non era come le altre, insomma. Con altre subito ci provavo, subito cercavo di avere tutto da loro. Ma con lei, era tutto così esclusivamente diverso. Mi metteva in soggezione. Mi sembrava così... Come se non facesse parte di qui. Aveva grazia. Emanava un'energia positiva fuori dal comune.
Incominciai a fissare il vuoto perdendomi tra i pensieri.
- è bello cucinare con te -
Quella frase fece in modo che il mio cervello atrofizzato ritornasse di nuovo al mondo odierno.
Capii che mi stava osservando già da un po'. Chissà com'era deformata la mia faccia, perchè appena la vidi sorrise. Aveva sempre quel sorrisino su quelle labbra rosee che non facevano mai capire a cosa stesse pensando.
- Beh, sai... Forse è perchè sei piccolina, oppure sei come una "sorella per me".. Non so neanche io come definirti.. - Cercai di esprimermi nel modo più corretto possibile. Uno dei miei infiniti problemi era proprio quello che, quando ero in imbarazzo, non riuscivo palesemente a parlare. - Ma mi piaci molto... -
No!!!! Che cavolo avevo detto?! Io odio questa fottuta boccaccia!
Lei mi guardò all'apparenza disorientata poi, furtivamente, distolse lo sguardo. Le sue guancie si colorarono di un roseo acceso.
Non riuscivo a rinnegarlo, aveva un'aria troppo innocente per ricevere delusioni.
- ... Davvero? Non lo dici per prendermi in giro? - Tornò a guardarmi con aria decisa - Visto che ti sembro così piccola... Crescimi Tu! -
I nostri visi erano vicinissimi. Sentivo il desiderio di baciarla, di sentirla ma dall'altra parte ero confuso. Erano emozioni mai provate.
Mi baciò sulla guancia.
- Anche tu mi piaci molto... - Mormorò lei con fare imbarazzato - ... però non voglio che per te io sia come le altre ragazze -
Poi continuò con fare abbastanza dispiaciuto.
- Non sono ancora pronta per un passo del genere -
Aveva frainteso tutto. Credeva che io volevo fare solo sesso con lei.
Senza neanche accorgercene la besciamella si stava seccando. Okay, ero sempre stato un grandissimo idiota. Eppure la besciamella l'avevo fatta un milione di volte, perché proprio quando stavo con lei mi rimbambivo come un pesce lesso?!
Cercammo di fare il possibile per salvare quello che ne era rimasto.
All'improvviso arrivò Jackie.
- oh scus.. -
- Non preoccuparti. - Lo riprese Rory - Abbiamo finito. -
Non aprii bocca. Mi sentivo veramente in imbarazzo. Lo ribadisco: Io odio questa fottuta boccaccia!
Per tutto la cena non cercai minimamente di parlare. Quando la guardai in quel momento cruciale che pensavo che lei avesse inteso il tutto come "sesso" io pensai: Ma che cavolo! Sembro veramente il tipo che fa queste cose?
Beh insomma, era vero che la prima volta lo feci a quattordici anni, però avevo sempre cercato provato a fare storie serie con le mie innumerevoli ragazze che avevo avuto.
Okay, l'ultima frase me la potevo risparmiare.
Arrivò l'ora di andare a casa. Anche se da quella casa non me ne sarei mai andato. Facendo un cenno con la mano li salutai. Mi girai per aprire la porta.
- timo! -
- Rory.. - Mi girai - Dimmi... -
Abbassò lo sguardo
- Buona notte... -
Sembrava essere non soddisfatta della risposta. Annuii e me ne andai sfiacchito.


Fine secondo capitolo Very Happy
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Messaggio Da 2 Bad Gio Apr 28, 2011 7:40 pm

La storia è molto bella e la base è buona, anche se da questi primi capitoli non si capisce cosa ci aspetterà. Comunque mi piace lo stile con cui è raccontata. Ci sono alcuni errori, ma te li dico in privato Wink
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Messaggio Da RORYJACKSON Gio Apr 28, 2011 9:39 pm

2 Bad ha scritto:La storia è molto bella e la base è buona, anche se da questi primi capitoli non si capisce cosa ci aspetterà. Comunque mi piace lo stile con cui è raccontata. Ci sono alcuni errori, ma te li dico in privato Wink
Infatti penso che per i primi quattro capitoli è quasi sempre lo stesso... perciò penso che tra un po' di tempo 'sta storia annoierà xD però, grazie che mi hai corretto e rileggendomi ho notato tantissimi errori Razz Ti ringrazio Smile
Dopo il quinto capitolo si ribalterà la storia... ma non dirò mai cosa succederà! MUAHAHAHAHAH (un momento di risata malefica ci voleva lol! )
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Messaggio Da 2 Bad Gio Apr 28, 2011 10:20 pm

Hahaha! Allora sono ancora più curioso Very Happy
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